Andiamo a vedere il ‘Ponte del Diavolo’? Se vi facessero questa proposta, non pensereste subito ad oscure leggende medievali e intrighi luciferini, a boschi ombrosi e fiumi insuperabili, a vecchi borghi petrosi e antiche presenze?
Indice
- Le leggende sui Ponti del Diavolo (gabbato come pochi)
- Fantasmi e spiriti si aggirano per i Ponti del Diavolo
- Il fascino antico e rurale dei Ponti del Diavolo
- Il nostro primo Ponte del Diavolo: il Ponte di Vulci
- Il Canyon del Fiume Fiora
- Le origini del Ponte del Diavolo di Vulci
- Il Museo archeologico nazionale di Vulci
- Nella travel bucket list: più Ponti del Diavolo
Le leggende sui Ponti del Diavolo (gabbato come pochi)
Fareste bene: i ‘Ponti del diavolo‘ sono un po’ tutto questo. Si chiamano così quegli antichi ponti in pietra, solitamente immersi in un contesto rurale o boschivo, la cui costruzione sembrava alla gente così ardita, così impossibile da realizzare, che per forza il Demonio doveva averci messo lo zampone!
E giù un fiorire di leggende, con un tratto comune. Immancabilmente il Diavolo in cambio dell’aiuto chiedeva un tributo: sua sarebbe stata l’anima del primo essere vivente che avesse attraversato il ponte in questione. Altrettanto immancabilmente, però, rimaneva gabbato.
Infatti quelli che avevano stipulato il patto con l’ingenuo Lucifero mandavano un animale qualsiasi ad attraversare per primo il ponte. Un maiale, un micio, un cane che fosse. Molto furbi! Al che il Demonio, beffato, spesso si gettava nel fiume sottostante per il rodimento. E tanti saluti.
Tutto questo a dimostrazione che poi alla fine l’uomo ne sa una più del Diavolo. Chissà se ne saprà pure una più dell’Intelligenza artificiale? Ma non divaghiamo…
Fantasmi e spiriti si aggirano per i Ponti del Diavolo
Su alcuni di questi ponti fioccano anche storie di fantasmi, molto inquietanti. Ad esempio pare che di notte sul bellissimo ponte della Maddalena vicino Lucca vaghi un essere a 4 zampe. Sarebbe il Diavolo che cerca il capocantiere che lo truffò con lo scherzetto dell’animale.
O ancora, pare che sotto gli archi di queste strutture di notte si aggirino fantasmi e spiriti maligni, forse perché gettarsi dai loro parapetti è stato da sempre un metodo per suicidarsi. E nella credenza popolare chi si suicida non gode poi di eterno riposo.
Il fascino antico e rurale dei Ponti del Diavolo
Tutto questo per dire che i ‘Ponti del Diavolo’ sono davvero suggestivi, con i loro archi arditi che si riflettono nelle acque e formano un cerchio o un ovale perfetto. Con il loro fascino antico, che emana dalle pietre che sembrano reggersi per miracolo e sfidare la fisica.
Con il loro unire due sponde che sono state divise da Dio e che sarebbero rimaste separate per sempre se il Diavolo non si fosse messo in mezzo. Con le ‘location’ dove sorgono, che sia la natura dove si integrano perfettamente, o un borgo di cui esaltano il sapore di antiche vicissitudini.
Il nostro primo Ponte del Diavolo: il Ponte di Vulci
Premesso tutto ciò, noi siamo andati a scoprire un Ponte del Diavolo vicino Roma. Ma vi diciamo subito che non abbiamo visto nulla di soprannaturale, se non la sua bellezza. Forse perché era giorno? Potrebbe essere una spiegazione…
Intanto, dove si trova? Nella maremma laziale, a un paio di km dall’entrata del Parco archeologico-naturalistico di Vulci di cui vi abbiamo raccontato:
In loco ci sono il Castello della Badia con il museo e per l’appunto questo benedetto Ponte del Diavolo. Ragazzi, vi consigliamo certamente di allungare fin qui perché è davvero bello.
Il ponte collega il Castello, di cui praticamente fa parte, con l’altra sponda del fiume Fiora, dove va quasi perdendosi nella vegetazione. Lo fa grazie a tre archi, di cui il centrale ha una luce di ben 20 metri. Se lo percorrete, e ovviamente lo farete, avrete davanti e sotto agli occhi un meraviglioso panorama. Pensate che sarete a 30 metri sul bellissimo canyon scavato dal Fiora!
Il Canyon del Fiume Fiora
Vi avevo già detto quanto sia particolare il canyon creato dal fiume Fiora. Visitando il parco archeologico potrete vederlo dal basso, dal laghetto del Pellicone, e rimanere meravigliati per le sue pareti a colonna e per i colori assolutamente atipici.
Scoprirlo dall’alto ve lo confermerà: 30 metri sono davvero tanti e ve ne accorgerete affacciandovi (non troppo, qui non sono attrezzati per il bungee jumping…) dalle spallette del ponte. Una visione quasi da drone, e se poi ci andate verso il tramonto… tutto sarà ancora più magico.
Le origini del Ponte del Diavolo di Vulci
Non è ben chiara l’origine del ponte: comunque antichissima. Le parti in tufo rosso sono etrusche mentre i piloni sono di epoca romana repubblicana (poi rimaneggiati). La struttura attuale risale alla Roma imperiale. Il selciato del ponte e le sue spallette sono invece del secolo scorso. Insomma, ha un bel po’ di anni e troppe e tante ne avrà viste.
Il ponte infatti ha avuto fin dall’antichità una posizione strategica, confermata in epoca medievale dal Castello della Badia, costruito nel XII secolo.
Il Museo archeologico nazionale di Vulci
Un’ultima chicca; nel Castello della Badia ha sede il Museo archeologico nazionale di Vulci, con oggetti e reperti etruschi e romani risalenti al periodo tra il IX e il III secolo a.C. rinvenuti durante gli scavi nella vicina Necropoli. Un buon modo per passare dalle leggende sul ponte alla storia ‘reale’ di questi luoghi.
Nella travel bucket list: più Ponti del Diavolo
Sappiamo che in Italia ci sono diversi Ponti del Diavolo: suggeriteci quelli che conoscete voi nei commenti, oppure su Instagram o su facebook.
E buon Ponte del Diavolo a tutti!
PS in zona c’è anche un bel parco archeologico, perfetto per una gita domenicale:
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