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Dovete sapere, cari lettori, che alcune delle nostre serate di relax sul divano le passiamo cercando di terrorizzarci con film horror di varia provenienza. L’intento è questo:

Bart Lisa Meggie spaventati

Purtroppo lo spavento arriva di rado, un po’ per colpa della qualità dei film (e Netflix in tal senso è molto colpevole) un po’ perché abbiamo visto così tanti squartamenti sul grande e piccolo schermo che ormai tutto ci appare scontato e già visto. Il risultato così è più simile a questo:

Lisa annoiata

Metteteci pure che l’attenzione spesso non è altissima tra riviste da sfogliare, dolcetti da rosicchiare, caffè da sorseggiare, Instagram da controllare e via cantando. Insomma ci spaventiamo poco, ma può andar bene così.

Tutta questa introduzione per dire che la visita al Parco dei Mostri di Bomarzo probabilmente non ci avrebbe spaventato neanche se avessimo trovato Freddy Krueger in biglietteria, Hannibal Lecter come guida e Chucky come unico gadget da portare a casa per ricordo.

Parco dei Mostri di Bomarzo

E in effetti il giardino di Bomarzo, in provincia di Viterbo, non nasce certo per dare brividi da luna park, lo sappiamo benissimo e immaginiamo lo sappiate bene anche voi.

Il ‘Sacro bosco di Bomarzo‘, l’altro nome con cui è conosciuto, è un parco naturale pieno zeppo di sculture in basalto di animali mitologici, divinità e mostri (appunto). Ed è spaventosamente bello!

Alle origini del Parco dei Mostri di Bomarzo

I reali motivi della sua realizzazione non sono stati ancora scoperti: tra le ipotesi più strane c’è chi lo ritiene una sorta di percorso iniziatico, ed è curioso che la stessa interpretazione sia stata data anche per un altro luogo bizzaro, il quartiere Coppedè di Roma, che con il Parco dei Mostri di Bomarzo ha davvero ben poco a spartire.

Gli storici ci riferiscono che il motivo per la creazione del parco venne dato a Pierfrancesco II Orsini, detto Vicino, signore di Bomarzo dal 1542 al 1585, da un avvenimento tragico: la morte dell’adorata moglie avvenuta nel 1560.

Il duca Orsini iniziò la costruzione del parco per rendere viva e tangibile la memoria della consorte che tanto aveva amato. Qualche dubbio anche su questa interpretazione: la moglie Giulia Farnese muore nel 1560, la costruzione del Parco inizia nel 1552. Come direbbe Hercule Poirot : “Qualquadra non cosa nella ricostruzione degli storici“.

Come che sia, il parco deve molto alla “moda” del tempo: questa era l’epoca in cui si iniziava ad apprezzare i giganti, i mostri e le invenzioni sceniche, un preludio al ridondante e fastoso ‘Barocco’ che sarebbe nato da lì a poco. E Vicino Orsini era, in effetti, figlio di quell’epoca e di quel gusto quando incaricò Pirro Ligorio (sì, proprio l’ideatore scenografico di Villa d’Este a Tivoli) di realizzare il suo parco mostruoso e sacro a Bomarzo.

Le meraviglie del Parco dei Mostri di Bomarzo (con mappa e tante immagini!)

Per orientarvi all’interno del Parco vi tornerà sicuramente utile la mappa del Parco che vi sarà consegnata in biglietteria: tenetela cara, è oro puro! In attesa di averla fra le mani potete farvi un’idea del Parco dando un’occhiata qui sotto:

Mappa_Parco_Bomarzo

Come vedete nella mappa viene suggerito un percorso, ma in realtà non esiste nessun ordine: seguite pure il vostro istinto e vagate per il Parco, tenendo d’occhio però la mappa per poter recuperare di volta in volta ‘il mostro perduto’ durante il vostro girovagare.

Attenzione! Non esistono cartelli esplicativi delle varie opere: un buon motivo per navigare col vostro smartphone questo articolo, quando sarete sul posto 😀 Iniziamo!

Le due sfingi

Si trovano proprio all’ingresso del Parco. Interessanti sono le scritte che riportano. La prima ci vuol far sapere, molto immodestamente, che le sculture del Sacro Bosco reggono il confronto con le sette meraviglie del mondo:

Sfinge di Bomarzo
“CHI CON CIGLIA INARCATE ET LABBRA STRETTE NON HA PER QUESTO LOCO MANCO AMMIRA LE FAMOSE DEL MONDO MOLI SETTE”

La seconda è più enigmatica e anche ingannatoria (altrimenti che sfinge sarebbe?) e pone al visitatore una domanda: “le opere che vedi sono realizzate per inganno o per arte?”. L’ambiguità è nella parola ‘arte’ che può assumere anche il significato di ‘inganno’. Mal di testa, eh?

“TU CH’ENTRI QUA PON MENTE PARTE A PARTE E DIMMI POI SE TANTE MERAVIGLIE SIAN FATTE PER INGANNO O PUR PER ARTE”

Proteo (o Glauco?)

Proteo, divinità marina figlio di Oceano e Teti e capace di cambiare forma in ogni momento qui è rappresentato con la bocca spalancata e con in testa un globo (con i simboli araldici degli Orsini) sormontato da un castello, forse quello di Bomarzo.

Proteo Glauco

Ma c’è che sostiene che il mostro dalla bocca spalancata rappresenti Glauco, il pescatore diventato un dio del mare dopo aver mangiato un’erba magica.

Proteo Glauco

Ercole e Caco ( o Orlando e un pastorello?)

Chi rappresenta davvero questa scultura? Si tratta davvero del semidio Ercole che sconfigge l’astuto Caco? Oppure, come sostengono altri studiosi, rappresenta un episodio dell’Orlando Furioso, quando l’eroe, reso folle dalla passione per Angelica, incontra un povero pastorello che gli ostacola il passo e Orlando, suscettibile più che mai, lo squarta tenendolo per i piedi?

Interessante la scritta alla base, che traccia un parallelismo tra questa enorme statua e quelle (gigantesche e famosissime) di Rodi.

Ercole e Caco nel Parco dei Mostri di Bomarzo
“Se Rodi altier già del suo colosso pur di quest il mio bosco ancho si gloria e per più non poter fo quanto posso”

L’orca e e la tartaruga

L’enorme testuggine porta a spasso una donna, forse Giulia Farnese, mentre un’orca spunta dal fondo pronta a fagocitarla! La scena sembrerebbe sottolineare i pericoli della vita sempre in agguato, dai quali è possibile salvarsi solo con una condotta prudente e ponderata.

La casa pendente

Una delle cose più stranianti dell’intero Parco: entrare in questa casa metterà a dura prova il vostro senso dell’equilibrio.

La casa pendente

Sembrerebbe essere una delle prime realizzazioni del Sacro Bosco, fatta edificare direttamente da Giulia Farnese nel 1555 durante la prigionia del marito, partito in guerra. Probabilmente la pendenza rappresenta metaforicamente il rischio della rovina della famiglia a causa della prigionia di Vicino Orsini.

Panca Etrusca

“VOI CHE PEL MONDO GITE ERRANDO, VAGHI
DI VEDER MERAVIGLIE ALTE E STUPENDE,
VENITE QUA DOVE SON FACCE HORRENDE,
ELEFANTI, LEONI, ORSI, ORCHI E DRAGHI”

Nulla da aggiungere, Vostro Onore.

La panca etrusca
L’orco

L’enorme volto con la bocca spalancata è il simbolo del Parco dei Mostri di Bomarzo. La scritta che è visibile oggi attorno alle sue fauci recita:”OGNI PENSIERO VOLA“, ma con molta probabilità non è la scritta originaria: in un disegno del 1598 del pittore Giovanni Guerra infatti si legge: “LASCIATE OGNI PENSIERO VOI CH’INTRATE“, con evidente riferimento all’Inferno di Dante. La bocca spalancata rappresenta allora l’ingresso dell’inferno…

L'orco del Parco dei Mostri di Bomarzo

Il drago

Un drago alato che combatte contro un cane, un leone e un lupo. Non si accettano scommesse.

Il drago alato di BomarzoIl drago alato del Parco dei mostri di Bomarzo

L’elefante

Il simpatico pachiderma è immortalato mentre è intento a stritolare un centurione romano. Rappresenta, a quanto pare, un omaggio alle imprese di Annibale.

L'elefante del Parco dei mostri di Bomarzo

Nettuno (o Plutone?)

Per alcuni è Nettuno, dio del mare. Per altri è Plutone, dio degli inferi. La presenza della grande cornucopia, la vicinanza sia all’Orco infernale con la bocca spalancata sia alla statua di Cerbero, custode degli Inferi, farebbero proprio pensare che si tratti di Plutone.

Nettuno del Parco dei mostri di Bomarzo
La ninfa dormiente

Troppo facile nominarla “La bella addormentata nel bosco incantato”… ma tant’è, è così che viene anche chiamata

La ninfa dormiente di Bomarzo

Echidna e Furia

L’Echidna è la figura della mitologia greca, figlia di Ceto e Forco, metà donna e metà serpente. Secondo la mitologia viveva rinchiusa in una caverna della Cilicia e aveva il vizietto di divorare i passanti. Attenzione quindi quando ci passerete davanti…

Echidna Parco Bomarzo
Echidna

E lì vicino la Furia alata, anch’essa personaggio della mitologia greca, con corpo di donna e coda di serpente, è una rappresentazione femminile della vendetta: esiste qualcosa di più terrificante?

Furia alata

La rotonda

Una splendida terrazza su uno piazzale molto scenografico del Parco, dove godere rari momenti di contemplazione.

La rotonda di Bomarzo

…e tante altre ‘mostruosità’!

Bhe, sì, vogliamo lasciare un po’ di mistero, altrimenti sarebbe tutto uno spoiler! Sappiate solo che in giro per il Parco dei Mostri di Bomarzo troverete tante altre chicche, come queste ultime che vi lasciamo in ordine sparso in chiusura d’articolo.

Mascherone
Mascherone
Parco di Bomarzo
Una bella sfilza di volti
Bomarzo
Orsetto che sorregge lo stemma degli Orsini
Bomarzo
Il tempietto, forse mausoleo di Giulia Farnese
Giano
Giano

Bomarzo, come arrivare

Bomarzo si trova in provincia di Viterbo.Per raggiungere il Parco dei Mostri di Bomarzo si può usare l’autostrada A1 uscendo ad Attigliano (sia da nord che da sud) e poi seguire le indicazioni:

Il Parco dei Mostri di Bomarzo è aperto tutti i giorni dell’anno con orario continuato:

  • 08.30 – 19.00 (da Aprile ad Agosto)
  • 08.30 al tramonto (da Settembre a Marzo)
L’ingresso è a pagamento e al momento in cui questo articolo va on line i prezzi sono questi:
  • Biglietto intero: € 11,00
  • Bambini (da 4 a 13 anni): € 8,00
    Non è richiesta la prenotazione

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Autore del post: Federico

Appassionato di tecnologia, cinema, fotografia e viaggi, scrittore per passione e per sostentamento, dottore in scienze naturali, intriso di web fino al midollo. Una specie di Frankenstein: chiamatemi 'Frederàic'!

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