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Sarò sincera: pensavo che Ascoli Piceno fosse una città senza particolari attrattive. Gran brutta cosa l’ignoranza! E che bella cosa viaggiare, con curiosità e mente aperta, per scoprire com’è invece la realtà! Infatti di Ascoli me ne sono innamorata alla prima occhiata, poco dopo aver parcheggiato. Siccome voglio far innamorare anche te, vieni a scoprire ad Ascoli Piceno cosa vedere: rimarrai a bocca aperta.

Ascoli Piceno cosa vedere

Ascoli itinerario a piedi: quanto tempo?

Ecco il nostro itinerario Ascoli Piceno tra una bellezza e l’altra. Quanto ai tempi, visitare Ascoli in un giorno è possibile ma rimanere di più ti darà modo di approfondire i suoi pregevoli musei e i dolci, verdi dintorni ricchi di borghi e natura.

Ascoli Piceno cosa vedere

Ascoli Piceno cosa vedere: breve storia della città e i suoi soprannomi

Cominciamo dalla storia, superbreve. Ascoli fu fondata dai Piceni, popolo ancora un po’ misterioso che adorava il picchio (da cui il loro nome), ma ottenne benessere e splendore sotto i romani. Fu poi conquistata da Galli, Goti e Longobardi, che la unirono al Ducato di Spoleto. Divenne Libero Comune a inizio 1100 ma nel 1500 fu annessa ai possedimenti della Chiesa.

Ascoli Piceno cosa vedere

Ascoli ha due soprannomi: è la ‘città bianca‘ per via del travertino usato generosamente per costruire chiese, palazzi e piazze. Ed è anche la città dalle 100 torri per le sue torri gentilizie e campanarie. Oggi ne sono rimaste una 60ina e le vedrai spuntare un po’ ovunque.

PS: Nei nostri viaggi abbiamo visitato anche un’altra città bianca, completamente diversa:

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Ascoli Piceno cosa vedere su mappa

Ecco su mappa 13 super attrazioni Ascoli Piceno da vedere assolutamente.

NB: Nella mappa non ho segnato Fortezza Pia, sul Colle dell’Annunziata e purtroppo chiusa, e il Tempietto di Emidio Rosso che è pochi passi dietro il Lavatoio di Solestà.

Ascoli Piceno cosa vedere

Tempietto di Sant’Emidio alle Grotte

La nostra prima tappa è a 5 minuti in macchina dal centro, su una piccola altura tra alberi, abitazioni e l’ex chiesa di Sant’Ilario. In questo anonimo ma silenzioso contesto, trovi una singolare chiesetta: mezza scavata nelle grotte usate agli albori del cristianesimo come tombe/catacombe e mezza all’esterno addossata alla parete tufacea.

La facciata barocca per me è pazzesca. Progettata da Giuseppe Giosafatti, allievo del Bernini, ha il suo punto focale nella cupoletta rossa sorretta da 6 colonne doriche, con attorno statue e decorazioni. Al centro del cupolino c’è lo stemma del vescovo Gambi, con appunto rappresentata una gamba!

Sant'Emidio alle Grotte

Abbiamo avuto la fortuna di incontrare al Tempietto il presidente dell’Associazione Sant’Emidio nel Mondo, il signor ‘Pippo’, che con passione ci ha spiegato parecchie cose e raccontato la storia di Sant’Emidio, patrono di Ascoli nonché protettore dai terremoti.

Ad esempio la leggenda narra che il santo, che venne decapitato nel 303 d.C. nel luogo dove ora sorge un altro tempietto meraviglioso (lo vedremo dopo), si rialzò, prese la testa e camminò fino alle grotte per auto seppellirsi in uno dei loculi. Secoli dopo, i fedeli ne ritrovarono le spoglie, su cui era cresciuto del basilico che infatti è la pianta del Santo.

Lavatoio di Solestà

La nostra seconda tappa è a ridosso del centro, in un luogo particolare: il lavatoio di Solestà, dove le donne andavano a lavare i panni e costruito nel luogo in cui, si dice, Sant’Emidio fece sgorgare una fonte.

Ascoli Piceno cosa vedere Lavatoio Solestà

Molto divertente, un vero spaccato di vita vera, è la scritta sul muro, che peraltro non abbiamo mai visto in nessun altro lavatoio visitato. Nel 1677 si vietava di impedire alle donne di “lavar panni”, ovvero di parlarci, in un’epoca dove non era così semplice avere contatti con l’altro sesso. Chi trasgrediva, si beccava una bella multa di 3 scudi!

Lavatoio di Solestà

Ponte di Solestà

Dal lavatoio il Ponte di Solestà è a due passi due. Si tratta di un ponte romano di epoca augustea a una sola campata, che supera la profonda valle scavata dal fiume Tronto. La vegetazione, verdissima ed esuberante, è un trionfo della natura e il panorama che si scorge dalle spallette del ponte è da lasciare senza parole. Qui ho capito che Ascoli l’avrei amata e poi, più pragmaticamente, mi sono chiesta quanto possano costare alcune case che vedevo spuntare tra tutto quel rigoglio.

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Per un momento, mi sono anche immaginata una vita diversa, come sarebbe svegliarsi tutti i giorni con questo spettacolo. È una domanda che mi faccio spesso nelle città che visito: le infinite possibilità di vita mi fanno girare la testa e allo stesso tempo mi incuriosiscono tantissimo.

Rua delle Stelle

Tornando coi piedi sul Ponte, superata la Porta Cappuccina sulla destra c’è uno dei luoghi più magici, romantici ed evocativi di Ascoli: la Rua delle Stelle. Intanto le rue (rughe) sono le vie tipiche della città. Ce ne sono 156 e questa è imperdibile: tutta in pietra si snoda secondo l’antico camminamento fuori dalle mura. Dovunque ti giri c’è da ammirare e fotografare: da una parte archi, lanterne, case coperte di edera, torri che spuntano. Dall’altra, il panorama sul Tronto e la foltissima vegetazione che quasi lo nasconde.

Rua delle Stelle

Piazza Ventidio Basso

Tornati indietro per Via dei Soderini e superata la ben conservata Torre degli Ercolani, siamo andati in Piazza Ventidio Basso, fulcro commerciale nel medioevo e tutta lastricata di un bianco splendente. Qui affaccia un’altra particolarità: la Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, romanica-gotica, che nel secolo XV secolo aveva sulla facciata 64 affreschi ovviamente a tema religioso: una specie di ‘Bibbia dei poveri’, ormai sbiadita e perduta. Oggi rimangono solo i riquadri, le ‘cornici’, che comunque donano alla chiesa un aspetto insolito e curioso.

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Via del Trivio con Chiesa San Francesco

Lasciata la piazza percorriamo Via del Trivio, che ci conduce alla superba Chiesa di San Francesco, tutta in chiarissimo travertino. Di lato c’è il chiostro, sotto le cui volte ragazzi chiassosi prendevano un aperitivo prima di pranzo, e la Loggia dei mercanti, con i suoi archi sotto cui ancora oggi si tiene un mercato. Noi di domenica ci abbiamo trovato delle bancarelle di artigianato.

La chiesa è lunga più di 60 metri, e ha un altro elaborato portale che dà su Piazza del Popolo, il cuore di Ascoli Piceno. Ma rimaniamo su Via del Trivio: sulla sinistra di quello che è il portale principale, ci sono delle colonnine ormai deformate che sembrano canne d’organo. Ovviamente abbiamo fatto la prova e sì… passandoci sopra la mano suonano!

Un’altra stranezza della chiesa, questa davvero inimmaginabile, si coglie invece dalla Piazza. Sul campanile Nord di San Francesco venne posto un blocco di travertino a forma di fallo: una protesta, si dice, dei lavoratori della chiesa per i mancati pagamenti da parte dei frati…

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Chiesa della scopa a Piazza Roma

Proseguendo su Via del Trivio arriviamo a Piazza Roma, una piazzetta deliziosa si cui si apre la Chiesa della Scopa (Chiesa di Santa Maria della Carità). L’abbiamo raggiunta e visitata per due motivi. Uno è che appartiene alla Confraternita dei Disciplinati, che durante le processioni usavano flagellarsi con una scopa, da cui il soprannome.

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Il secondo è che dal 2016 vi si pratica l’adorazione perpetua: in pratica a tutte le ore c’è qualcuno che prega, rivolto all’ostensorio. Noi infatti ci abbiamo trovato un signore. Ma c’erano degli annunci per reclutare adoratori: evidentemente scarseggiano, specialmente in alcuni orari. L’interno della chiesa è molto elaborato e interessante ma era vietato fare foto e non ne abbiamo fatte.

Piazza del Popolo

Piazza del Popolo è il ‘Salotto d’Italia’, senza dubbio una delle piazze più raffinate e piacevoli del Bel Paese. Un rettangolo lastricato in travertino ritmato da archi e colonnette, che ospita il Palazzo dei Capitani del Popolo e buona parte della lunga Chiesa di San Franscesco. L’eleganza dello spazio è fuori discussione, camminarci dentro ti fa sentire importante, circondato come sei da arte, storia, una fede molto radicata e anche da inviti più prosaici: quelli rivolti al palato.

Ascoli Piceno Piazza del Popolo

In piazza infatti ci sono tanti locali, ma il più bello è il Caffè Meletti: un locale storico dal sapore liberty, dolce e vellutato come l’anisetta, il liquore inventato da Silvio Meletti (ricetta segreta). Ancora oggi lo possiamo assaporare, rigorosamente senza fretta e con la mosca, ovvero con un chicco di caffè che ne esalti il gusto morbido. Possibilmente seduti ai tavolini all’esterno, non per far torto agli eleganti interni ma per godersi in tutto e per tutto l’abbacinante bellezza di Piazza del Popolo.

Ascoli Piceno Caffè Meletti

Piazza Arringo

Piazza Arringo è un lungo rettangolo che ospita parecchi punti di interesse: intanto la Pinacoteca Civica nel Palazzo Comunale, piena di tesori tra cui opere di Crivelli, Tintoretto e Guercino. Poi il Museo Diocesano, per gli appassionati del genere o semplicemente curiosi (a noi spesso questo tipo di museo ha regalato vere sorprese). E soprattutto il Duomo, dedicato ovviamente a Sant’Emidio e con un interno molto più ricco di quello che potremmo aspettarci guardandolo da fuori.

Piazza Arringo

Purtroppo il soffitto è velato da una rete protettiva che sostanzialmente rende invisibili gli affreschi delle volte. Non perderti la Cappella del Santissimo Sacramento che cela un polittico di Carlo Crivelli che è la fine del mondo. Noi ce la siamo persa perché chiusa per restauri, perciò abbiamo un’ottima scusa per tornare ad Ascoli… Non che ce ne serva una!

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Era invece aperta la cripta, piena di affreschi e mosaici e contenente in un sarcofago marmoreo le spoglie di Sant’Emidio, qui trasportate intorno al 1000 dalla loro originaria sepoltura alle Grotte.

Accanto al Duomo, vedrai il magnifico Battistero di San Giovanni, interessante anche all’esterno e che noi abbiamo trovato chiuso.

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Piazza dell’Arringo è anche il luogo dove ad agosto si rievoca la Quintana, un’antica giostra cavalleresca. I cavalieri dei 6 sestieri della città si contendono il prezioso Palio tra cortei, sbandieratori, arcieri e tanta abilità. La rievocazione comincia il secondo sabato di luglio durante la festa della Madonna della Pace.

Via Pretoriana e Piazzarola

Siamo poi saliti lungo sulla suggestiva Via Pretoriana per inoltrarci nel sestiere Piazzarola, il più antico di Ascoli. Abbiamo lasciato in basso il vociare chiassoso della gente che affollava locali, piazze e rue, e ci siamo addentrati nel silenzio, tra vicoli e passetti, occhieggiando le vecchie botteghe storiche e i bei palazzi ognuno con delle particolarità. Il sapore medievale delle stradine ci ha avvolto, ed è stato bello camminare senza fretta (vista anche la salita) cercando di goderci l’atmosfera. Sicuramente non abbiamo incontrato turisti, anzi abbiamo potuto gettare uno sguardo a uno spaccato di vita ascolana. Purtroppo per forza di cose breve e superficiale.

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Tempietto di Emidio Rosso

Riscesi, dopo aver vagato ancora un po’ per i vicoli del centro siamo tornati a malincuore verso la macchina. Ma non prima di aver fatto un salto al piccolo e stranissimo Tempietto di Emidio Rosso, poco oltre il Lavatoio. L’edificio, risalente alla fine del 1500, è ottagonale, finestrato, e dipinto di rosso intenso. Il colore vuole ricordare il sangue versato da Sant’Emidio, che secondo la tradizione fu decapitato in questo luogo il 5 agosto 303.

Sant'Emidio Rosso

La pietra che funse da macabro appoggio è conservata all’interno, sotto l’unico altare. La Chiesetta è sempre aperta, e come ci spiegava il signor Pippo dell’Associazione Sant’Emidio nel Mondo, è sempre in qualche modo vigilata dalla gente del quartiere, quindi nessuno si azzarda a toccare nulla.

Secondo noi è davvero una chicca che val bene una veloce deviazione!

Murale di Millo

Sempre in zona di Porta Cappuccina un’altra deviazione per arrivare in via Galiè ti porta dal sacro al profano: da Sant’Emidio a Millo, noto street artist che ha realizzato uno dei suoi eccezionali murales.

Fortezza Pia

Prima di rientrare a Roma abbiamo provato a salire in macchina sul Colle dell’Annunziata in cerca della Fortezza Pia e del panorama, tra l’altro passando davanti al Teatro romano. Purtroppo la bianca fortezza è chiusa per motivi di sicurezza e i tanti alberi intorno se da una parte rendono bellissimo il contesto dall’altro non ti consentono di ammirare i tetti di Ascoli come speravamo. Peccato.

Può avere comunque senso venire qui perché la strada per arrivarci è molto bella, in macchina ma ancora di più salendo i 546 gradoni lungo la collina… se te la senti!

Ascoli Piceno panorama

Dove parcheggiare e come muoversi ad Ascoli Piceno

Abbiamo girato Ascoli Piceno a piedi. Il centro infatti è a misura di camminata, tanto più che c’è anche una ZTL. Noi anche se l’abbiamo trovata spenta (forse perché era domenica) abbiamo comunque preferito lasciare l’auto fuori. Ci sono molti parcheggi intorno al centro, noi ci siamo orientati per la zona intorno al Lavatoio di Solestà e l’abbiamo trovata molto comoda perché vicina alla Porta Cappuccina e alle cose da vedere a Ascoli Piceno.

Ascoli Piceno rue

Dove mangiare ad Ascoli Piceno

Reduci da una cena supercicciosa la sera prima dalle parti di Civitanova Marche, ad Ascoli abbiamo preso solo un cartoccio di olive ascolane e di cremini, che sarebbero i tipici bocconcini di crema fritta. Siamo capitati da Siamo Fritti dietro Piazza del Popolo e non erano male. Nei pressi del Ponte Solestà c’è la Bottega dell’oliva ascolana che pare sia top, mentre un altro chiosco molto gettonato è Migliori in Piazza Arringo.

Abbiamo visto anche diversi locali molto carini sia nelle piazze sia nei vicoli ma non avendoli provati personalmente non sappiamo come siano.

Ascoli Piceno cosa vedere: in conclusione

Itinerari Ascoli Piceno a piedi se ne possono fare tanti perché la città si presta molto bene a essere visitata in modo slow. Il nostro consiglio è di non perdertela assolutamente, anzi programma presto una bella visita!

Al prossimo viaggio

Simona

EXPLORE. DREAM. DISCOVER.

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simonacetola

Autore del post: Simona

Viaggiatrice seriale, ha piazzato una bandierina in ogni angolo di mondo, ma da buona perfezionista qual è vuol continuare a mettere bandierine, facendo impallidire l’Emilio Fede di berlusconiana memoria

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