Dici Trieste e pensi alla bora, cappelli che volano, gente aggrappata ai muri, mare che spumeggia furioso sul Molo Audace. Giusto, ma anche sbagliato. Parafrasando Jo Squillo e Sabrina Salerno: “Trieste, oltre alla bora c’è di più“.
Abbiamo passato a Trieste un paio di giorni, sia per conoscere meglio la città sia per visitare qualcosina nei dintorni, come le grotte di San Canziano o l’affascinante Pirano. Trieste infatti è anche ottima base d’appoggio per puntatine mordi e fuggi in Slovenia.
Nonostante il tempo non sia stato sempre clemente, abbiamo avuto modo di apprezzare molti angoli di Trieste, che si è rivelata città intrigante, vivace, ordinata e ricca di spunti. A dispetto di chi la snobba e le dedica solo un’occhiata di sguincio prima di andare a sdraiarsi sulle spiagge della Croazia.
Indice
- Trieste in un giorno (o due)
- Cosa vedere a Trieste in un giorno
- Piazza dell’unità d’Italia
- Castello Miramare
- Il Civico Museo d’Arte Orientale
- Molo Audace
- Canal Grande
- Arco di Riccardo
- Cattedrale di San Giusto
- Scala dei Giganti
- Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione
- Statua di Umberto Saba
- Barcola
- Faro della Vittoria
- Santuario di Monte Grisa
- Risiera di San Sabba
- Dove mangiare a Trieste, dalla colazione alla cena
Trieste in un giorno (o due)
E allora andiamo a fare un giro tra monumenti, piazze, caffè e ristoranti. Senza un itinerario preciso, ma con una mappa (creata da noi) per orientarvi al meglio.
L’itineraio sceglietelo voi, in base al tempo a vostra disposizione. Il consiglio è dedicare a Trieste un paio di giorni. Ma anche in un giorno si possono vedere un sacco di cose: d’altra parte se è possibile visitare Venezia in un giorno, figuriamoci se non è possibile fare altrettanto con Trieste!
Cosa vedere a Trieste in un giorno
Piazza dell’unità d’Italia
Con i suoi 12.280 metri quadrati è, come rivendicano orgogliosamente i triestini, la piazza sul mare più grande d’Europa. Di sicuro è una piazza davvero molto suggestiva, dove vale la pena impiegare decinaia e decinaia di minuti alla contemplazione e alla scoperta dei palazzi, caffè e monumenti che la popolano. Partiamo dal nome, l’ultimo affibbiato a questa piazza: risale al 1918, anno dell’annessione di Trieste all’Italia, appunto. Prima era conosciuta come Piazza San Pietro, Piazza Grande (e beh…) e Piazza Francesco Giuseppe (imperatore d’Austria).
Ora guardiamo la pavimentazione: fino a pochi anni fa qui era tutto asfalto. Per fortuna durante i lavori di restauro del 2001-2005 l’asfalto è stato rimosso e sostituito con blocchi di arenaria, decisamente più belli. Inoltre la fontana dei Quattro Continenti è stata posizionata nella sua locazione originaria, davanti all’ingresso principale del Municipio, e nella parte della piazza che dà verso il mare è stato installato un sistema di illuminazione con led luminosi blu che richiama l’antico mandracchio.
‘Mandracchio’? Wath’s ‘mandracchio’?
A beneficio di tutti coloro che, come me, non hanno uno pedigree marino, vado a spiegare cos’è il misterioso mandracchio. Con ‘mandracchio’ viene definito uno specchio d’acqua riservato all’ormeggio di un gran numero di battelli da pesca e di piccole imbarcazioni. Una sorta di porticciolo, dunque, ma con la differenza che il mandracchio occupa un’insenatura. Un mandracchio “funzionante” lo potete osservare a Burano, ad esempio. Tutto chiaro ora, vero?
Municipio, Lloyd Triestino e Luogotenenza austriaca
Sulla piazza affacciano diversi palazzi degni di nota: sul lato corto il municipio, sulla destra (avendo il mare alle spalle e osservando il municipio) il Palazzo del Lloyd Triestino, oggi sede della presidenza e della giunta della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, sulla sinistra il Palazzo della Luogotenenza austriaca, uno dei palazzi più importanti risalenti al dominio asburgico a Trieste oggi sede della Prefettura.
La fontana dei quattro continenti
Vicino al palazzo del municipio è posta la fontana dei quattro continenti, opera completata nel 1754 dallo scultore bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni. I continenti rappresentati sono quattro, attraverso statue dalle facili allegorie. Quattro e non cinque perché nel 1754 il mondo era ancora all’oscuro dell’esistenza dell’Australia: per segnarla sulle mappe bisognerà aspettare le prime spedizioni di James Cook nel 1770 e la definitiva circumnavigazione di Phillip Parker King nel 1817.
Pochi metri più in là una colonna sorregge la statua di Carlo VI d’Asburgo, mentre se cercate bene in terra troverete una placca che ricorda il punto dove Mussolini, il 18 settembre 1938, annunciò l’imminente promulgazione delle (infami) norme razziali sul territorio italiano gridando “l’ebraismo è il nemico irreconciliabile”. Una pagina bruttissima della nostra storia che ci auguriamo non si ripeta mai più.
Castello Miramare
Assieme a Piazza dell’Unità d’Italia Castello Miramare rappresenta il simbolo di Trieste. È talmente bello e ricco di fascino che abbiamo deciso di dedicargli un post a parte.
Il Civico Museo d’Arte Orientale
Una delle scoperte di Trieste, a pochi passi da piazza dell’Unità d’Italia. Il Museo, cui si accede gratuitamente, ospita le collezioni d’arte orientale provenienti da tutta l’area asiatica, in particolare dalla Cina e dal Giappone, e acquisiti dai Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Accanto alle collezioni sono visibili memorie, ricordi di viaggio, armi, strumenti musicali, etc.
Abbiamo visto (gratuitamente) più opere di Hiroshige e Hokusai in questo museo che nelle mostre a loro dedicate (e pagate a caro prezzo) che si sono svolte a Roma in questi ultimi anni. Una tappa da non perdere!
Molo Audace
Proprio di fronte alla Piazza dell’Unità d’Italia si protende il Molo Audace. Il nome deriva dalla prima nave della Marina Italiana (il cacciatorpediniere Audace) che entrò nel porto di Trieste, il 3 novembre del 1918, alla fine della prima guerra mondiale. Nel tempo, con lo spostamento dei traffici marittimi verso altre zone del porto, il molo Audace ha perso la sua funzione “mercantile”, e oggi è diventato un frequentato quanto affascinante luogo di passeggio sul mare.
Canal Grande
Un pezzo di mare che entra in città: è il Canal Grande. A progettarlo fu il veneziano Matteo Pirona, che lo concepì come un canale navigabile che permettesse alle imbarcazioni di arrivare fino al cuore della città. Così fu costruito, tra il 1754 e il 1756, congiungendo il mare con l’attuale chiesa di Sant’Antonio.
Nel 1934 però l’ultima parte del canale venne interrata utilizzando le macerie derivanti dalla demolizione di Cittavecchia, ragion per cui oggi lo possiamo osservare un po’ più corto di quanto fosse all’inizio. Poco male: se capitate nei pressi del Canal Grande al tramonto potrete godere di uno spettacolo davvero suggestivo.
Arco di Riccardo
Addentrandosi nel cuore di Trieste, in Piazza Barbacan si può ammirare una porta romana che mostra il rifacimento, attorno alla metà del I secolo d.C., di un passaggio nelle mura difensive della città, fatte costruire da Augusto nel 33-32 a.C.
La tradizione vuole che il suo nome sia legato al leggendario passaggio in città di Re Carlo Magno o di Riccardo Cuor di Leone. Può verosimilmente il nome deriverebbe dalla storpiatura del nome “porta del cardo” (nome latino di una delle due vie principali delle città romane) o del termine “porta del ricario”, la magistratura medievale che doveva avere sede in questa zona.
Cattedrale di San Giusto
Come argutamente scrive il Touring club “San Giusto è una ‘cattedrale-patchwork’”. E in effetti il miscuglio di stili è ben visibile, già da una certa distanza mentre ci si avvicina alla chiesa percorrendo via della Cattedrale.
La struttura originaria è costituita da edificio di epoca romana, nel V sec., attorno al quale fu eretta una chiesa a tre navate. E su quest’ultima, intorno alla metà dell’anno mille, fu costruita una basilica romanica dedicata alla Vergine. Non bastasse questo mischione a strati di cipolla, sulla destra della basilica fu eretto il Sacello di San Giusto, una piccola basilica dedicata al culto delle reliquie del santo.
La facciata della cattedrale, a capanna, è asimmetrico: il portale è fuori asse rispetto al rosone e il vertice a sua volta fuori linea. Insomma una grande confusione che però, credetemi, si amalgama come per magia e restituisce qualcosa di molto gradevole alla vista.
Scala dei Giganti
Si tratta di una scalinata in arenaria costruita poco prima della metà dell’800 con 183 gradini distribuiti su più rampe. Alcuni di questi gradini sono talmente alti (anche più di 40 centimetri!) che per i triestini potevano essere percorsi solo da giganti e non dai comuni mortali! Da qui il nome popolare di “Scala dei Giganti” mantenuto nel tempo e divenuto poi ufficiale.
Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione
Nota come Chiesa degli Schiavoni il Tempio serbo-ortodosso si affaccia sul Canal Grande, sulla riva destra guardando dal mare.
Si tratta di un edificio in stile neobizantino davvero interessante, con ampie decorazioni a mosaico su fondo oro all’esterno e un interno riccamente decorato secondo i canoni bizantini, con pitture a olio imitanti il mosaico in toni blu scuro. Merita sicuramente una visita.
Statua di Umberto Saba
Nel vostro peregrinare per Trieste vi imbatterete sicuramente (anche più di una volta) in questa statua, non avrete neanche bisogno di cercarla. La statua, opera dell’artista Nino Spagnoli, raffigura il poeta mentre si avvia verso la sua Libreria Antiquaria, poco distante.
Saba, lo ricordo per i più smemorati, è uno dei personaggi simbolo di Trieste, assieme a Italo Svevo. Ma sono tantissimi i triestini celebri: tra tutti a me piace citare il matematico Salvatore Pincherle, fondatore con Vito Volterra dell’analisi funzionale (mica spicci!)
Barcola
Barcola, una frazione di Trieste che si sviluppa tra Roiano e Miramare, è tra le principali mete estive dei triestini e dei turisti. È una zona piuttosto ampia che comprende il lungomare, la pineta di Barcola, luoghi di passeggio, di ritrovo e di balneazione. Se visitate Trieste in estate, come abbiamo fatto noi, mettete in agenda una passeggiata da queste parti per rendervi conto di come i triestini cercano di sfuggire alla canicola facendo un tuffo in mare e rilassandosi sugli asciugamani distesi sulla pavimentazione stradale. Sì, perché da queste parti dimenticatevi la spiaggia di sabbia eh!
Faro della Vittoria
Il faro, alto 70 metri, è stato costruito in 4 mesi e completato il 24 maggio 1927. Oltre a illuminare il golfo di Trieste orientando i naviganti, svolge anche le funzioni di monumento commemorativo in onore dei caduti del mare durante la prima guerra mondiale.
Sulla cupola è ben visibile la statua in rame della Vittoria Alata e sotto il faro si trova l’ancora del cacciatorpediniere Audace, la prima nave italiana che, come già detto, attraccò al porto di Trieste nel 1918.
Pare sia un bel posto dove ammirare Trieste dall’alto. Noi non siamo saliti, ma se volete fare l’esperienza sappiate che il faro è sì visitabile (soprattutto in estate, ma anche in giorni particolari durante tutto l’anno) ma che per motivi di sicurezza non possono entrare nel faro più di quindici persone per volta, sempre sotto la supervisione di un addetto.
Santuario di Monte Grisa
Se alzando lo sguardo verso i monti vi trovaste a osservare una struttura un po’ particolare, vagamente rassomigliante a un formaggino, beh sappiate che state osservando il Santuario di Monte Grisa.
“Formaggino” è il nome con cui lo chiamano i triestini, che evidentemente (come noi) non ne apprezzano particolarmente l’estetica. A ogni modo, si tratta di gusti…
Risiera di San Sabba
La Risiera di San Sabba, nata come stabilimento per la lavorazione del riso alla fine dell’800, è stato l’unico campo di concentramento munito di crematorio dell’attuale territorio italiano. Un orrore che volevamo visitare, così come abbiamo fatto per il campo di concentramento di Sachsenhausen, per toccare con mano il terrificante potere distruttivo di quegli anni bui e rendere omaggio a tutti coloro che in questo campo persero la vita per colpa di un’ideologia perversa e diabolica. Putroppo un diluvio scatenatosi la sera prima della nostra visita ha allagato tutta la zona rendendo impossibile l’accesso.
Dove mangiare a Trieste, dalla colazione alla cena
Caffè degli specchi
Il Caffè degli specchi occupa il pianterreno di palazzo Stratti, in Piazza dell’Unità d’Italia. Si tratta di uno dei caffè storici di Trieste, la cui apertura risale al 1839 . Viene da sempre considerato “il salotto di Trieste” e fu molto frequentato in passato anche grazie ai concerti che vi si tenevano.
Qui potrete fare un’ottima colazione (o un’altrettanto ottima pausa caffè). La particolarità del caffè degli specchi è servire l’espresso accompagnandolo con uno shottino di cioccolato fuso: per chi come me adora il cioccolato questa è pura goduria!
Curiosità cinematografica: nel 2013, durante le riprese del film Diana – La storia segreta di Lady D il Caffè degli specchi è stato parzialmente modificato per trasformarlo nel famoso Ritz Hotel dove la principessa Diana (nel film interpretata da Naomi Watts) soggiornò poche ore prima della sua morte.
Osteria de Scarpon
Signori, ecco un posto dove si mangia alla grande! Un’osteria ‘come quelle di una volta’, come si dice in questi casi. Pochi fronzoli, locale non certo “stiloso” ma molto affascinante, la giusta dose di confusione tra gli avventori ai tavoli e soprattutto ricette cucinate alla perfezione tanto che alla fine sei quasi tentato di metterti a leccare il piatto. Abbiamo preso degli gnocchi di pane con ragù di branzino da urlo, e un baccalà alla triestina che mi ha fatto ricredere sulla mia decennale avversione al baccalà: spettacolo! Il tutto a prezzi davvero abbordabili.
Non lasciatevelo sfuggire, si trova in Via della Ginnastica, 20, ed è aperto tutti i giorni a pranzo e a cena (con esclusione del lunedì).
Lettera Viva
Viale XX Settembre è la zona triestina della movida e dell’aperitivo. Un bellissimo viale alberato dove passeggiare per poi sedersi in uno dei tanti locali a bere qualcosa e fare due chiacchiere. Noi siamo stati al Lettera Viva, un nuovissimo caffè letterario (ha aperto un paio di anni fa) con Iibri, candele, musica e atmosfera soft. Se avete voglia di uno spritz questo è il posto giusto!
Buffet Marascutti
Da più di 100 anni Marascutti sfama i triestini. E ha sfamato anche noi, una sera di luglio, accogliendoci bagnati come pulcini dopo un diluvio improvviso. Il locale è gradevole, la cucina di ottimo livello. Qui ho avuto l’occasione di provare uno dei piatti tipici di Trieste, la Jota, una minestra di fagioli, crauti e patate che ha rigenerato il mio corpo stropicciato dalla pioggia. Andate con fiducia, non ve ne pentirete.
Sei a Trieste? Non perderti il Castello di Miramare!
Il Castello di Miramare e il suo Parco: info, storia e leggende
La Slovenia è a due passi! Lasciati ispirare!