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Siamo a Sachsenhausen ma questo racconto inizia in un altro luogo e in un altro tempo, quando Edward Murrow, uno dei più grandi cronisti della storia del giornalismo, il 15 aprile del 1945 entra nel campo di concentramento di Buchenwald e realizza uno dei report più lucidi e strazianti sulla Shoah.

In un passo del suo racconto, che vi proponiamo per intero alla fine di questo articolo, descrive di un francese, prigioniero nel campo per anni prima della liberazione da parte dell’esercito americano, che gli si avvicina e gli sussurra: “Scriverai qualcosa su quello che stai vedendo?” E poi aggiunge: “Per scrivere davvero quello che è avvenuto in questo campo dovresti essere stato qui per due anni. Ma in tal caso non avresti più voglia di scrivere…

Arbeit macht frei all'entrata del lager
“Il lavoro rende liberi”. Non aggiungo alcun commento

Se anche un gigante come Edward Murrow si è trovato in difficoltà nel descrivere l’orrore perpetrato in questi luoghi del male, capirete bene l’imbarazzo dell’umile estensore di questo post.

Penso però che lo sforzo vada fatto, ognuno secondo le proprie capacità, per raccontare, tenere viva la memoria, sondare l’abisso mostruoso verso il quale gli umani si sono spinti andando oltre l’immaginabile, un baratro nero come la notte e rosso come il sangue alla cui fascinazione in troppi hanno ceduto.

Sachsenhausen

Sachsenhausen è una tappa difficile, ma secondo noi obbligatoria per chiunque approcci una visita a Berlino. Sachsenhausen rappresenta la perfetta geometria del male, il luogo dove la razionalità dello sterminio ha trovato la sua forma aurea, triangolare, simmetrica.

Sachsenhausen è il ‘campo zero’, il modello di campo di sterminio da replicare, magari ingigantendolo a dismisura come successo ad Auschwitz.

Sachsenhausen è il centro gravitazionale della sofferenza, dell’umiliazione, della ferocia, del dolore, del pianto, della morte.

E Sachsenhausen colpisce violentemente allo stomaco, credetemi: chi vi scrive è stato spesso sull’orlo di una crisi emotiva durante la visita.

Sachsenhausen
Il lungo viale che conduce all’ingresso del campo. Da percorrere in religioso silenzio

Poche parole informative, allora, giusto per dare un’idea. E poi l’invito ad andare a toccare con mano il luogo dove il male divenne tragicamente solido e tangibile.

Sachsenhausen
L’ingresso del campo di concentramento di Sachsenhausen

Il campo di concentramento di Sachsenhausen si trova nel centro della località di Oranienburg, a 35 chilometri da Berlino e venne edificato nel 1936 e ultimato nel settembre del 1938 là dove sorgeva una fabbrica di birra. Fu il primo campo di concentramento costruito dopo la nomina di Heinrich Himmler a capo della polizia tedesca e uno dei più grandi in Germania: qui 30.000 prigionieri morirono per fucilazione, fame, dissenteria, polmonite, esperimenti medici.

Sachsenhausen

Interno del campo di concentramento
Le latrine dove ogni mattina si affollavano decine di persone per un po’ d’acqua ghiacciata
Sachsenhausen
Calendari. Ogni giorno poteva essere l’ultimo

Il primo forno crematorio di Sachsenhausen fu costruito nel 1939. Rimase in uso fino al 1942, anno di realizzazione della terrificante ‘Stazione Z’, un luogo di sterminio diabolicamente efficiente che raggruppava il sito per le fucilazioni alla nuca, una camera a gas e vari forni crematori.

Sachsenhausen
Tra i due alberi il monumento alle vittime del campo di sterminio

Alla fine della seconda guerra mondiale i servizi segreti sovietici riutilizzarono il campo per imprigionare circa 60.000 persone, principalmente nazisti e oppositori politici, che subirono una sorte non meno atroce dei loro predecessori.

Campo di concentramento tedesco

Il campo di concentramento di Sachsenhausen è visitabile tutti i giorni, gratuitamente. Incluso il lunedì, ma in questo caso troverete i musei chiusi. Vi consigliamo di prendere l’audioguida in italiano, davvero molto esaustiva come da tradizione tedesca.

[…] “Vi prego di credere a quello che ho detto su Buchenwald. Ho riferito ciò che ho visto e sentito, ma per la maggior parte delle cose non ho parole… E se vi ho sconvolto con questo mio breve resoconto su Buchenwald, non me ne dispiaccio affatto.”

Edward Murrow, Buchenwald – 15 Aprile 1945

Gedenkstätte und Museum Sachsenhausen
Str. der Nationen 22
16515 Oranienburg, Germany
https://www.sachsenhausen-sbg.de/


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Autore del post: Federico

Appassionato di tecnologia, cinema, fotografia e viaggi, scrittore per passione e per sostentamento, dottore in scienze naturali, intriso di web fino al midollo. Una specie di Frankenstein: chiamatemi 'Frederàic'!

3 Replies to “Il campo di concentramento di Sachsenhausen, un luogo della memoria

    1. Grazie davvero. E’ stata una visita molto difficile, emotivamente parlando, Ma, ribadisco, essenziale e doverosa

  1. Ciao Federico , io ci sono stato a Novembre del 2016 dopo aver visto il film Operazione Bernhard ovvero la grande opera di falsificazione di sterline e dollari che avrebbe dovuto far crollare l’economia degli alleati, anche io come te sono stato male anzi malissimo di fronte a quello scempio, io che ero vestito di tutto punto e ben nutrito mi confrontavo con quelle creature che svestite e malnutrite dovevano affrontare quotidianamente la somma umana tradotta nel MALE PIU’ ASSOLUTO, Ci sarebbe molto anzi moltissimo da dire su Oraniemburg ( il nome originale ). Molto.

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