Una chiesetta bianca, semplice, con a lato due brevi file di cipressi. Intorno, le ondulate colline della Val d’Orcia, picchiettate di alberi. Siamo di fronte alla Cappella della Madonna di Vitaleta, uno dei luoghi iconici di questa parte di Toscana che regala tesori a ogni piè sospinto.
Un’immagine simbolo ma paradossalmente non scontata, perché è un po’ nascosta: ci devi andare apposta. Nulla di complesso o faticoso, comunque. La Cappella è tanto piccolina quanto affascinante nella sua semplicità e nella sua totale armonia con l’ambiente puramente valdorcese in cui sorge, da secoli serena e discreta tra i campi e il cielo.
Indice
Madonna di Vitaleta piccola storia
La Chiesa sembra essere di origine tardo rinascimentale, e la si trova menzionata per la prima volta in un documento del 1590. Nel 1861, danneggiata per delle scosse sismiche, venne man mano abbandonata per poi essere riprogettata sia dentro sia fuori dall’architetto senese Giuseppe Partini nel 1884 che riprese le forme cinquecentesche. E meno male, aggiungerei.
Proprio in questi giorni (marzo 2021) sono stati avviati dei nuovi lavori di restauro, rispettosi dell’essenza e dell’estetica della Cappella (e ancora meno male), per poterla restituire al meglio e in sicurezza a chi la visiterà in futuro. L’intervento dovrebbe finire a maggio 2021. Possiamo aspettare: tanto siamo ancora alle prese con le zone arancioni e rosse da pandemia Covid!
La leggenda
Secondo la tradizione, nel punto in cui sorge la cappella Maria apparve ad una pastorella indicandole una bottega fiorentina dove i fedeli avrebbero potuto (dovuto?) procurarsi una statua da mettere nella chiesa. Non un’opera qualunque, ma una scultura scolpita dalle mani e dalla mente di Andrea della Robbia che nel 1553 venne posta nel luogo sacro. Nel 1779 a causa di una siccità la statua fu spostata nella Chiesa di Vitaleta a San Quirico d’Orcia, negli anni fece un po’ avanti e indietro per poi fermarsi a San Quirico dove si trova tuttora.
La Cappella come dicevo si presenta semplice, con una facciata in candida pietra di rapolano, un travertino toscano, mentre la parte laterale e posteriore è in pietra ocra. Un piccolo rosone sovrasta delicatamente il portone.
Il paesaggio: colori e silenzio
Discrezione, armonia, delicatezza, serenità, silenzio. Sono le parole che meglio descrivono la Cappella. Il paesaggio in cui è perfettamente a suo agio, come fosse un elemento naturale, è poetico e placido, immaginifico, modellato dalla luce e dalle ombre, e dai colori che cambiando ogni stagione ogni stagione regalano sensazioni nuove.
In estate esplode la saturazione dei blu accesi del cielo e dei verdi arroganti delle colline. In autunno, il mondo va verso la quiete con tenui arancioni, terre bruciate e ocre. L’inverno è il regno del silenzio, della pace soffice e pallida. In primavera, la terra rinasce ai toni prima soffusi e poi prepotenti della vita che sempre ricomincia.
In questo ciclo eterno e continuo (almeno fino al riscaldamento globale), la Cappella rimane lì, con la sua pietra chiara e i due brevi filari di cipressi ai lati che la accompagnano come amici di lunga data. Ammettiamolo, impossibile immaginarcela senza: sono come la ciliegina sulla torta, il cacio sui maccheroni, Gianni e Pinotto. Esaltano in modo decisivo il suo semplice e abbagliante splendore. Una specie di tocco d’artista insomma.
Tornando al pratico: in poche parole è sempre il momento buono per visitare la cappella. Ma ti suggerisco di andarci all’alba o al tramonto: decisamente gli attimi con la luce migliore, che accarezza le forme sinuose della piccola costruzione e ne esalta i toni caldi.
Il pozzo
Accanto alla Cappella della Madonna di Vitaleta c’è un pozzo, anch’esso protagonista di una leggenda. Pare che nel 1600 un pastore che passava di qui calò giù un secchio che si incastrò. Tira che ti ritira, riuscì a tirarlo su e vide che aveva ”pescato” una statua della Madonna. Da allora l’acqua è considerata miracolosa e per lungo tempo fu attinta da paesani o pellegrini. Ora il pozzo è chiuso, come d’altronde anche la chiesetta, che è di proprietà privata. E che, non l’ho ancora detto, è stata riconosciuta Patrimonio Unesco.
La Cappella della Madonna di Vitaleta e Il Gladiatore
Premetto che ho dei problemi con i film di Ridley Scott. A parte Thelma e Louise, che sono riuscita a vedere per intero (gran film), a tutti gli altri mi addormento sempre. Mi capita spesso, ma con questo regista è una costante: ad esempio Blade Runner (dico: BLADE RUNNER!) non sono mai riuscita a vederlo per intero, ma solo a pezzi in varie occasioni. Il Gladiatore ci ho provato diverse volte ma immancabilmente alla morte di Cesare già russavo. E se l’hai visto sai che Cesare non viene viene certo ucciso alla fine del film…
Ti chiederai cosa c’entri ora questa cosa. Ebbene, se hai visto Il Gladiatore riconoscerai nelle ondulate e bionde colline attorno alla Madonna di Vitaleta quelle che fanno da sfondo drammatico e potente alle tristi vicende di Massimo Decimo Meridio.
Infatti parte del film è stato girato da queste parti. Un’altra curiosità e un’altra prova della bellezza senza tempo di questi luoghi speciali.
Cappella della Madonna di Vitaleta come arrivare
Sicuramente in macchina, più un pezzo a piedi per i campi ondulati. Nulla di faticoso ma insomma non ci si parcheggia a fianco. La Cappella si trova lungo la Sp 146 che collega Pienza e San Quirico. È segnalata da un cartello di quelli marroni, che conduce a una breve sterrata dove una volta arrivati a un bivio si lascia il mezzo. Da qui si prende la strada a destra, chiusa alle auto da un cancello, e si procede a piedi per circa 1 km.
Volendo la Cappella si può raggiungere anche a piedi o in bici da Pienza o da San Quirico attraverso percorsi sterrati. Da Pienza passando per la Pieve di Corsignano e attraversando paesaggi maestosi. Da San Quirico si prende sempre la Sp 146 e dopo circa 1,3 km si svolta a destra e ci si ricongiunge con la strada che viene dalla Pieve di Corsignano, riconoscibile per gli ulivi.
La Cappella della Madonna di Vitaleta non ha orari né biglietti di ingresso.
Lasciati ispirare da una delle cappelle più affascinanti d’Italia!
Al prossimo viaggio
Simona
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