Uno dei lati più affascinanti del Giappone è quello spirituale. Viaggiando in questo sfaccettato Paese è un aspetto con cui entri in contatto con maggiore forza, anche non volendo, perché è davvero radicato nelle sue tradizioni e nelle sue pratiche quotidiane. A ogni piè sospinto infatti ti imbatterai in uno dei tantissimi templi giapponesi. Ma uno vale l’altro come visita? Perché, diciamolo, chi di noi sa qualcosa delle religioni nipponiche?
Molto in breve: in Giappone si praticano il Buddhismo e lo Shintoismo, che spesso si intrecciano reciprocamente. Tanto che i giapponesi facilmente seguono il credo dell’uno e dell’altro, e anche nei templi c’è ”confusione” di vari elementi religiosi. Lo Shintoismo adora i Kami, spiriti naturali o semplici presenze spirituali. Il Buddhismo si ispira agli insegnamenti di Buddha e si divide in moltissime scuole. Alla faccia della sintesi!
In Giappone troverai templi in ogni dove, dai più piccoli, nascosti e meno frequentati a quelli articolati in ampie strutture, dai più turistici ai più particolari fino ai più belli. Qui voglio suggerirtene due, uno a Kyoto e uno a Tokyo, dove potrai entrare maggiormente in contatto con la spiritualità giapponese: il primo per i suoi interni meditativi e super decorati, il secondo per la sua cerimonia del fuoco, semplicemente spettacolare!
Templi giapponesi: Higashi HonganJi a Kyoto
Il suo nome ufficiale è Shinshū Honbyō ed è il tempio di riferimento per il buddhismo Shin (Buddhismo della Terra Pura). Ahhh beh, dirai tu. E lo dico pure io. Cerco comunque di darti qualche spiegazione (ho preso in loco il ricco depliant proprio con questo scopo) anche se non sono assolutamente un’esperta. Giusto per capirci un minimo.
Il fondatore del Jodō Shinshū fu un prete buddista, Shinran Shōnin, che riprese come cuore del suo insegnamento i dettami del Buddha storico che 2500 anni fa in India insegnava che la vita è un viaggio verso il risveglio. Tutti nostri problemi deriverebbero dal concetto del sé, che abbiamo creato per poter soddisfare i nostri desideri. Ma che in pratica ci si è ritorto contro!
Sbarazzandocene, capendo che facciamo parte di un tutto, ci svegliamo alla preziosità della vita e a un’esistenza piena. Ora, non vorrei aver detto idiozie… Che poi a me tra l’altro l’idea di ”fare parte del tutto” insieme a certe persone che ho in mente non è che mi faccia tanto piacere… mi sa che ne ho di strada da fare prima di svegliarmi!!
Ma andiamo a visitare il tempio Higashi HonganJi!
Founder’s Gate
Il complesso sacro Higashi HonganJi è formato da varie strutture. All’ingresso troviamo il Founder’s Gate, uno dei 3 maggiori ‘portali’ di Kyoto. Completato nel 1911 e restaurato nel 2012 e 2015, ha un alto valore simbolico. Passarci attraverso significa entrare nel regno dei Sutra.
Founder’s Hall
Appena entri hai davanti a te la Founder’s Hall (Goei-Dō), che con i suoi 78 metri di lunghezza x 58 di larghezza e 38 di altezza è uno degli edifici in legno più lunghi del mondo. Fuori, ai piedi delle scale, devi levarti le scarpe come in tutti i templi giapponesi (a volte anche al ristorante). Trovi delle buste tipo quelle per la spesa per mettercele dentro e portartele dietro (però troppa plastica, mannaggia!). Ora puoi salire le scale e varcare la soglia del tempio vero e proprio.
E bum, sei in una dimensione completamente nuova! Silenzio, pace, compostezza, raccoglimento. Entrare qui dentro ha significato per me entrare in un mondo sconosciuto, isolato e fuori da ogni cosa, devo dire in modo del tutto inaspettato.
Confesso di non essere una grande credente né di avere un forte senso della spiritualità. Non avevo nemmeno idee su cosa aspettarmi da un tempio buddhista, ma di certo non immaginavo di emozionarmi nel profondo. Perché questo è successo, ancora più della meraviglia provata per la bellezza dei magnifici interni dorati, laccati di nero, intagliati, superdecorati, con tante lanterne a illuminarli.
Puoi fare come gli altri, e come ho fatto anche io. Siediti sull’enorme tatami (il tipico pavimento in paglia), con le gambe sotto al sedere nella più classica delle posture giapponesi, e semplicemente sii. Meditare viene facile, o almeno riflettere, lasciando che i pensieri fluttuino in quest’atmosfera sospesa dal tempo e dagli affanni quotidiani.
Purtroppo non era consentito fare foto perciò non posso mostrarti l’interno. O ti fidi, o dovrai andare a verificare, e io spero che tu lo faccia!
Amida Hall
L’Amida Hall (Amida-Dō) è a sinistra della struttura precedente, ed è un po’ più piccola. Anche i suoi interni sono bellissimi, laccati e dorati, e il pavimento fatto a tatami. Sull’altare principale qui troviamo l’immagine dell’Amida Buddha (‘Luce senza fine’).
Le due Hall sono collegate da un corridoio sempre in legno dove trovi una particolarità: in una teca è conservata una grossa corda. Avvicinandoti scopri che è fatta di capelli! Narra la storia infatti che durante la costruzione di questi edifici alla fine del 1800, ci furono parecchi incidenti sul lavoro, chiamiamoli così. Molti avvenivano a causa delle funi usate per trasportare piloni e travi. La cosa venne risolta utilizzando corde fatte con i capelli donati dalle donne. 53 funi di questo tipo furono regalate da tutto il Paese e la più lunga misurava – tieniti forte – 110 metri! Quella arrotolata qui è lunga solo 69 metri e pesa 375 kg… ed è davvero curiosa.
Perché ti consiglio il tempio Higashi HonganJi
Tra i tantissimi templi giapponesi, perché dovresti visitare (anche) questo? Beh, per vari motivi.
- La logistica: è a 500 metri dalla stazione di Kyoto, perciò è davvero facile raggiungerlo anche se non pernotti in zona.
- È gratis, cosa che non tutti i templi giapponesi vantano. E che non guasta.
- È visitabile in un tempo ragionevole.Il complesso sacro è grosso e articolato, ma meno di altri templi giapponesi. A parte quanto vorrai dedicare alla ‘riflessione’ all’interno della Founder’s Hall o dell’Amida Hall.
- Non c’è folla. Come ho avuto modo di dire anche nel pezzo dove do qualche consiglio e qualche impressione generale su questo Paese, molti templi giapponesi sono iperturistici. Il che si traduce in folla, ma folla seria, e grosso spazio dato al commercio. Insomma, si perde molto la parte più spirituale. Faccio un esempio: Il Padiglione d’Oro sempre a Kyoto è stupendo ed è un must da vedere se hai poco tempo. Ma lì farai un’esperienza estetica e non spirituale.
Templi giapponesi: Fukagawa Fudo-do a Tokyo
Passiamo a Tokyo e andiamo in un altro tempio che non è sicuramente nelle rotte principali del turismo, anche se noi ci siamo andati prendendo spunto ”banalmente” dalla Lonely Planet. Inoltre non è nemmeno il più bello di tutti. Basti pensare che all’ingresso c’è una di quelle scritte rosse scorrevoli su un display per gli annunci! E allora perché te lo consiglio, tra i tanti templi giapponesi? Ora ti spiego.
Innanzitutto sto parlando del Fukagawa Fudo-do, dedicato a Fudōmyō, dio della Giustizia, che rappresenta la determinazione del Buddha. Fondato nel 1703, ma gli edifici qui sono del 1800 o addirittura di pochi anni fa, appartiene alla scuola buddhista Shingon che si riallaccia al buddhismo esoterico.
Non sapevo che esistesse un buddhismo esoterico e devo dire che la cosa mi incuriosisce parecchio. Per chi ne sa, sulla facciata esterna dell’edificio principale c’è una scritta in Sanscrito che si riallaccia proprio al buddhismo esoterico, di cui ignoro la traduzione. E non solo io, perché in giro non l’ho trovata e sul depliant non era fornita.
Il rituale col fuoco
Fudōmyō è rappresentato con una spada, con un’espressione ‘roduta’ minacciosa, e con fiamme dietro di sé. Eppure deve continuamente rigenerare la propria energia, ed è proprio questa la funzione dell’incredibile cerimonia che si tiene più volte al giorno nella Main Hall.
Si tratta del rituale Goma. Anche questo termine viene dal Sancrito – Homa – e indica proprio il rituale col fuoco. La pratica è un segreto noto solo grazie agli insegnamenti del buddhismo esoterico Shingon e si basa sul bruciare uno speciale legno come offerta a Fudo-myoo. I legnetti di goma, detti gomagi (si possono comprare all’esterno), simboleggiano i desideri o le preoccupazioni: bruciarli significa bruciare via quello che ci incatena alla vita.
Il rituale col fuoco è condotto da 4 monaci, sicuramente con una gerarchia: c’era il monaco ‘principale’, che cantava i Sutra e conduceva il rito. Poi due a lato che percuotevano enormi tamburi (taiko) con incredibile e forza e più coordinati delle sincronette, e infine uno che interagiva col fuoco e bruciava i legni.
Verso la fine della cerimonia chi vuole si mette in fila e porta al monaco la propria borsa, o un oggetto, che verrà passato sopra al fuoco cerimoniale e così benedetto. Io ho portato il mio zainetto rosa ed è stato molto emozionante, sia perché puoi vedere da vicino i monaci e la ricchissima decorazione dell”altare’, sia perché il tutto era accompagnato da fortissime tamburate, ed è stato come se l’atmosfera ci risucchiasse dentro di sé.
Un’ultima curiosità è che il fumo che deriva dal rito goma non si spegne mai. I monaci hanno il loro daffare insomma!
Info: La cerimonia si tiene ogni giorno alle ore 9, 11, 13, 15 e 17. Il primo, il 15 e il 28 di ogni mese anche alle 19.
Il corridoio della preghiera
Un’altra cosa stupenda di questo tempio è il Corridoio della preghiera, che corre dietro l’altare, con l’entrata a destra o a sinistra di questo. Il corridoio è tutto tempestato con 10.000 Fudo-son, statue piccolissime del Buddha arrabbiato incastonate in piccole teche di cristallo. Il risultato è caleidoscopico! E una particolarità di questo tempio.
La fontana con i draghi
Molto particolare è anche la fontana con le teste di drago: la tradizione vuole che si scriva un desiderio su un foglio (il Ryujin Wish Tag) che poi si lascia galleggiare sulla acqua. Il foglio verrà man mano distrutto dall’acqua, come se ne entrasse a far parte, e il tuo desiderio così sarà consegnato al dio drago Ryujin.
Il giro degli 88 templi
Ai piani di sopra dell’Inner building ci sono altre cose interessanti. Non perderti le varie statue e oggetti connessi al buddhismo e soprattutto la stanza con la rappresentazione degli 88 templi che sorgono lungo i 1400 km del pellegrinaggio dell’isola Shikoku. In pratica elevare una preghiera di fronte a ognuna di queste immagini sarebbe come compiere il pellegrinaggio stesso. Mah, mi convince poco…
Perché ti consiglio il tempio Fukagawa Fudo-do
- Poca gente, merchandising contenuto, maggiore autenticità.
- La cerimonia del fuoco è bellissima e ti avvicina concretamente alla spiritualità e alla ritualità del Giappone. Per quella mezz’ora ti senti addirittura di farne parte, a prescindere dal qualsiasi tipo di religione si professi, è qualcosa che va oltre. È un momento di Giappone vero.
- Il Corridoio della preghiera è ipnotizzante.
Bene, mi auguro ti sia piaciuta questa panoramica in un paio di templi giapponesi in cui di sicuro sentirai la spiritualità. E se stai preparando un bel viaggio in Giappone, magari potrebbe interessarti qualche consiglio più generale: qui sotto ne trovi un po’.
Al prossimo viaggio!
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