Tempo di lettura: 5 minuti(Last Updated On: 14 Luglio 2021)

“In distanza, una gran massa bianca affiorò pigra, alzandosi sempre di più e districandosi dall’azzurro, alla fine scintillò davanti alla nostra prua come una valanga di neve calata fresca dai monti”.

Chi meglio di Melville può descrivere una balena bianca? Certo, quella delle terme di San Filippo è “soltanto” un enorme ammasso calcareo che risplende al sole, ma in effetti fa un certo effetto ammirarla da vicino. Che poi, a guardala bene, più che un capodoglio sembra un enorme squalo, per via della dentatura ampia e aguzza. Ma non stiamo qui a sottilizzare, piuttosto vediamo da vicino i Bagni San Filippo, piccolo gioiello naturale alle pendici del Monte Amiata, in Toscana

Bagni San Filippo balena bianca
“Laggiù soffia! Laggiù soffia! La gobba come una montagna di neve! È Moby Dick!”

Terme di San Filippo libere: dove sono

I bagni liberi San Filippo, in Toscana, sono terme che si sviluppano all’interno dell’alveo fluviale del Fosso Bianco. Sono accessibili liberamente (e gratuitamente, fatto salvo il ticket per il parcheggio dell’auto) e caratterizzati dalla presenza di acqua sorgiva ad alta temperatura, da enormi formazioni di travertino bianchissimo e dalle forme peculiari e dalla presenza di ampie vasche naturali dove si raccoglie l’acqua termale e dove è possibile fare il bagno.

Bagni San Filippo
Farsi il bagno nelle acque caldissime è esperienza super

Le terme libere si trovano nel comune di Castiglione d’Orcia, in provincia di Siena, e per facilitarvi ecco qui una bella mappa già pronta all’uso:

Terme di San Filippo libere: cosa sono

ATTENZIONE – CAUTION – ATTENTION – ACHTUNG – ATENCIÓN

Sto iniziando una brevissima digressione geologica. Vorrei spiegarvi come si sono formati monumenti naturali come la balena bianca, la cosa mi pare interessante, no?

Ad ogni modo: se la cosa vi interessa proseguite pure; se la cosa invece vi annoia e vi provoca attacchi molesti di sbadiglite passate pure al prossimo capitolo.

Io, nel frattempo, come già feci in un’occasione analoga nel mio pezzo sulle Gole del Verdon, faccio partire la sigla:

La zona attorno al Monte Amiata (che, lo ricordiamo, è un vulcano, la cui ultima eruzione si fa risalire a circa 180.000 anni fa) è una delle più attive in Italia da un punto di vista geotermico: ogni giorno il territorio fra la zona di Bagni San Filippo e quella di Pietrineri (altra frazione del comune di Castiglione d’Orcia) emette dalle 50 alle 100 tonnellate di CO₂ (anidride carbonica), quantità che rende questa zona una delle maggiori in Italia per emissione complessiva di questo gas.

Quando acque così ricche di CO₂ risalgono dal profondo – come nella avviene nella zona di Bagni San Filippo – e arrivano in superficie, si verifica il degassamento dell’anidride carbonica, che va a riequilibrarsi con la pressione atmosferica, favorendo così la precipitazione e il deposito del travertino, che altro non è che carbonato di calcio (o più prosasicamente ‘calcaree’, come quello che togliete dal bagno grazie al Viakal) che prima era disciolto nell’acqua proprio grazie all’elevato contentuto di anidride carbonica.

Il processo di degassamento e deposizione si verifica in genere in vicinanza della sorgente ed è favorito dalla presenza di cascate e cascatelle, in corrispondenza delle quali lo “stripping” (ossia il trasferimento in atmosfera della CO₂ disciolta in soluzione) è più efficiente.

Et voilà, ecco spiegato come si sono formati, nel corso dei millenni, gli enormi depositi di travertino bianco che possiamo ammirare oggi, compresa ovviamente anche la grandiosa ‘balena bianca’.

Visto? Sono stato rapido e indolore!

Bagni San Filippo balena bianca
Spero che la spiegazione non vi abbia ridotto così…

I Bagni  erano già noti ai tempi dei Romani e furono restaurati in tempi relativamente più recenti – nel 1566 – per volontà di Cosimo I de’ Medici. Nel corso del tempo furono meta di componenti illustri della famiglia de’ Medici, come Lorenzo il Magnifico e il Granduca Ferdinando II, che in queste acque tentavano di guarire acciacchi più o meno gravi.

L'entrata nel paese
L’entrata nel paese di Bagni San Filippo con coppia di giovini turisti

Il nome del paese deriva dalla chiesetta dedicata a San Filippo Benizi, che – a quanto si narra –  si fermò qui in eremitaggio nel 1269. Vi giunse a seguito del conclave di Viterbo che proprio in quell’anno si era riunito per eleggere il successore di Clemente IV: a quanto pare il conclave stava per eleggere pontefice proprio Filippo Benizi. E lui, il buon Filippo, annusata la situazione e deciso a sfuggire al destino, piuttosto che salire al soglio pontificio se la diede a gambe levate rifugiandosi proprio tra i boschi di queste lande. Una storia curiosa, non c’è che dire.

Terme di San Filippo libere: cosa vedere

Una volta parcheggiato lungo la strada principale, in via Fosso Bianco (la sosta è a pagamento, mediante parchimetro che accetta sia monete che card) l’ingresso ai bagni liberi avviene attraverso un sentiero ben segnalato. Dopo un breve tragitto si incontrano le prime vasche e le prime formazioni calcaree

Acque solfuree
Il colore ceruleo è dato dallo zolfo (del quale porterete in giro l’odore per molto tempo…)
Terme
Quando c’è lo charme…

Proseguendo lungo il sentiero che costeggia il fiume si arriva senza grandi sforzi alla Cascata della Balena Bianca, già più volte nominata, dove si trovano anche le vasche con l’acqua più calda.

Bagni San Filippo balena bianca
«Sì, sì, ragazzi!» gridò Achab. «Guardate lassù, guardatela bene, la fiamma bianca non fa che illuminare la strada verso la balena bianca! Datemi qui quelle maglie di maestra: ho voglia di sentire battere quel polso e farci battere contro il mio: sangue contro fuoco! Così.»

La temperatura delle acque di Bagni San Filippo è molto elevata (sgorga a quasi 50°) ma solo nella parte alta, quella praticamente dentro la bocca della balena. L’acqua della cascata si raffredda scendendo, cosicché le vasche più in basso contengono un’acqua decisamente più fredda, ghiacciata per un freddoloso come me (ma io sono un caso clinico, lo ammetto). Proseguendo lungo il sentiero si incontrano poi altre vasche e cascate, più o meno scenografiche:

Acque solfuree

Varia umanità
Varia umanità

Cosa NON fare

E qui cascò l’asino. Quello che non dovete (o non dovreste) assolutamente fare è arrampicarvi sulla balena bianca. Esiste un’ordinanza comunale del 2016 che vieta la qualunque, sia per motivi di sicurezza (è assai facile scivolare sul calcare viscido) sia per motivi di salvaguardia del monumento naturale. E non fate finta di niente, ci sono cartelli così ovunque:

Bagni San Filippo
Tutto chiaro?

Tuttavia è detto popolare: l’occhio vede solo quello che vuol vedere. E i cartelli di divieto proprio non vuol vederli, a quanto pare:

Balena bianca delle terme
Ehm…

Bagni San Filippo e il cinema

Vuoi che in questo scenario lunare non si sia girato qualche film? Certo che sì! Ne ricordiamo due: La bellezza del somaro, del 2010, di e con Sergio Castellitto. Ma soprattutto Le meraviglie, del 2014, per la regia di Alice Rohrwacher, in concorso a Cannes, con Monica Bellucci (che vi mostriamo in una foto di scena presa dal sito ufficiale del film)

Monica Bellucci nel film "Le meraviglie"
Monica Bellucci a Bagni San Filipo durante le riprese de “Le meraviglie” [foto dal sito ufficiale: www.lemeraviglie.mymovies.it)

Terme di San Filippo libere: come arrivare

L’accesso ai bagni è libero e gratuito, senza restrizioni, tutti i giorni dell’anno. Potete arrivare sia con l’automobile (o la moto) sia con i mezzi pubblici:

Automobile e moto

  • Percorrendo la SS2 ‘Cassia’ (deviazione sulla SP 61 all’altezza di Vivo d’Orcia)
  • Percorrendo l’Autostrada A1 fino all’uscita di Chiusi, e proseguendo poi su strada normale direzione Radicofani e Campiglia d’Orcia

Treno e bus

  • Treno fino alla stazione di Chiusi
  • Quindi bus locale direzione Santa Fiora

In zona ci sono un sacco di cose da vedere! Qualche consiglio? Eccolo!

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Autore del post: Federico

Appassionato di tecnologia, cinema, fotografia e viaggi, scrittore per passione e per sostentamento, dottore in scienze naturali, intriso di web fino al midollo. Una specie di Frankenstein: chiamatemi 'Frederàic'!

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