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Sarà che questo periodo di pandemia ci ha un po’ stressato o che il nostro cervello tenta in qualche modo di trovare scappatoie per liberarsi dalle scorie del confinamento domiciliare forzato, insomma sarà quel che sarà ma quello che accade è che mentre sei lì che spilucchi le fragole sul divano guardando un horror che non spaventerebbe neanche un coniglio d’angora, ecco che improvvisamente, “così, de botto, senza senso” per citare Boris, ti torna in mente il giorno in cui visitando una chiesa di Roma ti sei imbattuto in una parolaccia proprio nel bel mezzo di un affresco. Dài, la faccio breve e ve la faccio vedere subito subito:

san clemente parolaccia roma
Sisinnio non le manda a dire

“FILI DE LE PUTE, TRAITE!”

Riuscite a vederla? A destra dell’immagine, proprio sotto l’ascella dell’uomo col mantello: “Tirate, figli di eccetera eccetera“. L’improperio da secoli illumina di profano le volte della basilica di San Clemente in Laterano, a Roma. È Sisinnio che urla. “E chi è Sisinnio?” diranno subito i miei piccoli lettori (cit.). Sisinnio è un riccone di Nerva vissuto intorno al I secolo d.C. qui ritratto un po’ incacchiato nei confronti del futuro papa Clemente, poi successivamente anche santo. Ma all’epoca dell’incontro con Sisinnio, Clemente non è ancora né papa né tantomeno santo. È un predicatore che nella mente di Sisinnio ha convertito al cristianesimo la moglie Teodora per potersela cuccare. Pensa un po’.

E insomma Sisinnio non ci vede più dalla rabbia e ordina ai suoi servi di legare il povero Clemente in modo che non possa darsela a gambe e trascinarlo via dalla consorte. Ma ‘surprise!’, i tre servi, già duramente colpiti dal nome che toccò loro in sorte (Albertello, Carboncello e Gosmari) subiscono un altro brutto scherzo del destino: improvvisamente si ritrovano a trascinare non più Clemente bensì una pesantissima colonna di marmo: “Sim Salabim, Clemente non c’è più!“. E il mago Silvan muto.

Sisinnio a quel punto è talmente stupito dal miracolo che, dopo l’improperio, si converte lui stesso. E a quanto narra la leggenda lo seguono nel cammino di conversione al cristianesimo altre 423 persone di un certo rango sociale. La cosa manda su tutte le furie l’allora imperatore Traiano che prima cerca di ostacolare in tutti i modi il lavoro di conversione portato avanti da Clemente e poi, dal momento che il futuro santo si ostina a fare miracoli, ordina che venga catturato e gettato in mare con un’ancora di ferro legata al collo. E niente, Clemente non era proprio uno che ispirasse simpatia ai potenti a quanto pare.

Ma torniamo al furioso Sisinnio: l’episodio è talmente succoso e tramandato di generazione in generazione che un qualche pittore del VI secolo (quindi svariati secoli dopo l’accaduto, ammesso che sia davvero accaduto) viene incaricato di narrarlo in un affresco proprio all’interno della basilica dedicata a Santo Clemente. E il pittore è così zelante che si inventa un fumetto ante litteram per inserire la parolaccia diventata poi famosa.

È così che la frase “Fili de le pute, traite!” oltre a rappresentare una delle prime attestazioni di volgare italiano presente in un’opera d’arte, diventa l’unica in bella vista all’interno di una chiesa. O forse ne esistono altre? Nel caso fatemelo sapere: vi prometto che non lo dirò a Sisinnio, non vorrei si incacchiasse di nuovo…

San Clemente in Laterano, qualche informazione

Innanzitutto: dove si trova? La basilica di San Clemente si trova nel rione Monti, a due passi dal Colosseo e dal parco del Celio. Insomma, qui:

La basilica che vediamo oggi risale al XII secolo, ed è forse la parte meno interessante dell’intero complesso. Sì perché le cose davvero curiose sono nel sottosuolo. Il complesso infatti si trova al di sopra di antichi edifici interrati. Dall’alto verso il basso troviamo:

  • La basilica attuale, medioevale
San Clemente in Laterano chiesa-parolaccia-roma
L’altare della basilica superiore
  • Letteralmente sotto la basilica attuale c’è la basilica antica, che prima di essere basilica fu la dimora di un patrizio romano. L’affresco con la parolaccia si trova in questo livello
  • E letteralmente sotto la basilica antica troviamo un insieme di costruzioni romane di epoca post-neroniana. In questo livello non perdetevi l’edificio del Mitreo
San Clemente in Laterano chiesa-parolaccia-roma
L’affascinante terzo livello

Esiste poi anche un quarto livello sotto i precedenti con residui di costruzioni romane più antiche. Insomma, una specie di torta a strati!

La visita agli scavi archeologici è a pagamento (10 euro, nel momento in cui pubblichiamo questo post) e ovviamente ha giorni e orari stabiliti che vi consigliamo di controllare consultando il sito ufficiale.

E già che sei da quelle parti non perderti la visita alle catacombe di San Callisto e alla Basilica di San Giovanni in Laterano!

Alla prossima!

Federico

laforge.lt

Autore del post: Federico

Appassionato di tecnologia, cinema, fotografia e viaggi, scrittore per passione e per sostentamento, dottore in scienze naturali, intriso di web fino al midollo. Una specie di Frankenstein: chiamatemi 'Frederàic'!

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