Vulcano. Nomen omen, un nome un destino. Anche se sarebbe più corretto dire il contrario, mettendo in giusta fila la causa con l’effetto.
Ad ogni modo quando un’isoletta in mezzo al mare si chiama ‘Vulcano’ sai benissimo cosa aspettarti quando sbarchi dall’aliscafo. Eppure quest’anticipazione non è in grado di togliere lo stupore quando, dopo un trekking tutto sommato agevole, ti ritrovi a fissare il centro esatto del Gran Cratere della Fossa.
Ed è proprio questo che vi voglio raccontare, senza perdermi troppo in fronzoli: la nostra salita al cratere dell’isola di Vulcano.
Indice
La salita al cratere dell’isola di Vulcano, atto primo
Siamo sulla navetta che ci conduce dal porto all’hotel con l’odore pungente dello zolfo che ancora ci strina le narici. Sbarcati da pochissimi minuti sull’isola di Vulcano e già follemente innamorati di questo luogo magico, non vediamo l’ora di conoscere da vicino “il signor vulcano”, ficcare il naso e posare le pupille nella manifestazione della potenza di madre terra a qualche centinaio di metri sopra il livello del mare.
Sono quasi le 12.00 di un infuocato giorno di giugno, l’automobile su cui viaggiamo ha una piacevole quanto subdola e ingannatrice aria condizionata e noi due, nonostante le fatiche di Lipari accumulate nei giorni precedenti, abbiamo la buona idea di dire all’autista che giunti in hotel avremmo posato le valigie per buttarci subito sul sentiero in direzione cratere.
Lui, l’autista, nonché proprietario dell’incantevole ‘Villa Crimi‘ dove abbiamo soggiornato, pianta gli occhi sullo specchietto retrovisore per poterci vedere meglio, serra per un attimo le labbra, scuote leggermente la testa e poi sentenzia: “no“.
Guardate, per farvi capire meglio considerate questo meme creato appositamente:
Inutile dire che abbiamo ubbidito.
Per fortuna.
La salita al cratere dell’isola di Vulcano, davvero
Rimandiamo la salita al cratere dell’isola di Vulcano al tardo pomeriggio, rispettando il saggio consiglio del nostro salvatore con la patente. E siccome questa cosa della saggezza ci piace, anche noi ora vogliamo essere saggi e vi avvisiamo che la salita verso la sommità di sua maestà il vulcano non è particolarmente complicata a patto di rispettare alcune semplici regole:
- Non andare mai durate le ore più calde
Per due validissimi motivi: uno, si rischia l’insolazione o (peggio) un colpo di calore, dal momento che lungo il sentiero non troverete uno straccio d’ombra. Due, il panorama è nettamente migliore con la luce radente della mattina o con quella del tramonto. - Usare una buona calzatura
Noi suggeriamo una scarpa da trekking, anche estiva, ma da trekking. Chi vi scrive è salito la prima volta sul cratere dell’isola di Vulcano a metà degli anni ’90 calzando un paio di Superga in tela e affrontando la discesa con mezza scarpa in meno dal momento che un soffione bollente sull’orlo del cratere ne aveva fuso parte della suola (se ritrovo la foto dell’epoca ve la posto). Sappiate pure che abbiamo visto gente salire e ridiscendere in sneakers senza apparenti problemi e qualcuno anche in infradito, ma questi sì in evidente difficoltà. Se volete evitare brutte sorprese dateci retta: scarpa da trekking - Portare con sé dell’acqua
Fidatevi, vi servirà - Altre cose da avere
Crema solare, occhiali da sole e cappellino completano l’equipaggiamento. Ah, sì, e la macchina fotografica!
A differenza di Stromboli, dove la salita sul vulcano deve essere fatta obbligatoriamente accompagnati da una guida, qui è possibile avventurarsi in solitaria. Che poi una vera solitaria non è mai: a volte il sentiero è popolato da un via vai di gente come via del Corso a Roma durante le domeniche di shopping.
Il sentiero che conduce al cratere
Arriviamo ai piedi del vulcano nel pomeriggio non troppo avanzato, lasciamo lo scooter in una piccola piazzola al lato della strada principale e iniziamo la salita imboccando un sentiero subito in pendenza, tanto per scaldare i muscoli.
Sono le 17.30 di un torrido 22 giugno del 2021 e il sole aggredisce ancora ferocemente l’epidermide: ripensiamo al nostro primo proposito, quello di incamminarci al ridosso di mezzogiorno e subito abbiamo la visione di noi completamente ‘liquesi’ sul sentiero di ceneri e lapilli.
Alla fine della prima breve salita troviamo un chiosco ambulante con bevande e cibaria di vario tipo. Appuntatevelo, magari all’andata non vi servirà (a meno che non siate privi di acqua), ma al ritorno potrebbe essere la vostra oasi ristoratrice. Poi iniziano i primi tornanti e il sentiero inizia la sua implacabile ascesa.
Come detto la salita non è particolarmente ardua, tuttavia evitate di fare gli eroi: se vi sentite stanchi prendete fiato, fermatevi tra le braccia di qualche refolo di vento e magari approfittatene anche per guardarvi intorno: piroclasti, bombe, ossidiana, ceneri, lava si mescolano a corbezzoli, ginestre e capperi. Tutto bello e affascinante, anche se il meglio deve ancora venire…
Noi saliamo con una certa sicumera, ignorando tanto le fitte al polpaccio quanto i litri di sudore che impregnano le magliette, anche perché rinfrancati dalla vista di cartelli che, mano mano, segnalano la distanza ancora da percorrere prima di arrivare alla sommità del cratere: 600 metri… 400… 200… 100…
Ci siamo quasi. L’ultimo tratto si snoda su un possente strato di cenere ocra dilavata dalle acque piovane (ah, ma quindi ogni tanto piove anche qui!), poi un’ultima curva e…
Il Gran Cratere della Fossa
… e poi niente, scopriamo che dobbiamo a ancora salire. Certo, ci troviamo sul Gran Cratere della Fossa, ma nella parte collassata e sulla quale si è poi innalzato l’ultimo cono vulcanico.
Prima di salire ancora (per pochi metri, in verità) ci guardiamo intorno e iniziamo a dubitare delle missioni su Marte dei vari rover: “Ehi, cervelloni della NASA, dite la verità: siete venuti a fare le riprese sull’isola di Vulcano, vero?”
Ovviamente si scherza, ma la sensazione è davvero quella di essere sul suolo marziano. Non ci credete? Allora guardate questo confronto:
Il bordo del Gran Cratere della Fossa
Lo diciamo subito: se cercate l’effetto wow sarete accontentati. Posizionare i piedi sull’orlo del cratere e guardare giù è qualcosa di ipnotico e mistico.
Meglio non pensare di essere su un vulcano ancora attivo.
Meglio non pensare alla potenza che da quel tappo magmatico, apparentemente placido e immobile, potrebbe – proprio ora, perché no? – venir fuori.
Meglio non pensare e godersi lo spettacolo, uno di quelli che rimarrà per molto tempo tra le pieghe dei ricordi.
Il tour del Gran Cratere della Fossa
“Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno!”. Decidiamo quindi di percorrere l’intero perimetro del Gran Cratere della Fossa. E se il diametro è di circa 500 metri, va da sé che la “passeggiata” sarà di circa 1,5 chilometri (ricordate come si calcola la circonferenza di un cerchio, vero?). Fidatevi, ne vale la pena.
Potete affrontare il giro in senso orario, passando con molta cautela tra le fumarole attive alla vostra sinistra, oppure (come abbiamo fatto noi) procedere in senso antiorario, dirigendovi subito verso quella che sembra una salitella abbordabile e che in realtà si trasformerà dopo pochi metri nel nemico numero uno dei vostri quadricipiti. Ma niente paura, ogni fatica verrà ben ripagata!
Dal punto più alto del Gran Cratere della Fossa, a circa 500 metri di altitudine, si gode di uno spettacolo eccezionale su tutto l’arcipelago eoliano.
La discesa, attraverso un ripidissimo sentiero a zig-zag, è più agevole e conduce nei pressi delle fumarole attive, il respiro sulfureo del gigante su cui stiamo camminando. Attraversare le fumarole produce un mix di emozioni straordinario. Ma nel farlo dovete assolutamente essere prudenti: quell’aria è letteralmente irrespirabile e può essere molto, ma molto pericolosa. Noi l’abbiamo affrontato a passo svelto, fatelo anche voi, non lasciatevi irretire dal fascino luciferino dei vapori!
Con fatica riusciamo a sottrarci all’attrazione magnetica di questo luogo affascinante. Ma il sole sta calando ed è meglio incamminarci a valle prima che faccia buio.
…. “Aspetta, aspetta! Un ultimo selfie!”
Che esperienza, ragazzi!
Federico
EXPLORE. DREAM. DISCOVER.
Voglia di vulcani? Eccovi accontentati:
Stromboli, trekking indimenticabile su uno dei vulcani più attivi del mondo
SCOPRI LE ISOLE EOLIE CON NOI:
Le isole Eolie, itinerario di 10 giorni tra le perle del Mediterraneo