I trabocchi sembrano ”vivere di vita propria”, allungati lì nel mare, con la loro selva di bracci di legno che si sporgono in ogni direzione, almeno all’apparenza disordinatamente. Gabriele D’Annunzio li vedeva così, come dei ”ragni colossali” con un’anima. In effetti i trabocchi abruzzesi, antiche e particolarissime macchine da pesca, danno proprio questa sensazione. Con il loro fascino tradizionale e unico punteggiano un meraviglioso tratto del litorale chietino dandogli anche il nome: la Costa dei Trabocchi.
Noi era da un po’ che volevamo fare un giro alla loro scoperta, perciò gli abbiamo dedicato un week end. Ma ti avviso: è poco, perché abbiamo capito che in questa parte d’Italia c’è taaaanto altro da vedere. Prosegui con noi la lettura dunque!
Indice
- Cosa sono i trabocchi abruzzesi
- La Costa dei Trabocchi Abruzzo
- Città del Vasto (e il suo brodetto tradizionale)
- Punta Aderci e faro di Punta Penna
- Lanciano
- Abbazia di San giovanni in Venere Fossacesia
- Via Verde Costa dei Trabocchi
- San Vito Chietino
- Rocca San Giovanni
- Ortona
- Costa dei trabocchi mappa
- Qualche consiglio
Cosa sono i trabocchi abruzzesi
I trabocchi, poeticamente e suggestivamente descritti dal Vate D’Annunzio, più prosaicamente sono palafitte per pescare. Ai bracci infatti si attaccano delle reti a bilancia che vengono calate e tirate su con degli argani. Secondo alcune ipotesi risalirebbero al 1700 ma da alcuni documenti sembra che già nel 1200 si parlasse di costruzioni di legno sulla spiaggia. Pare comunque che fuorono dei coloni francesi, fabbri e falegnami, giunti in zona durante l’era del viceré spagnolo, a costruire questo sistema per pescare senza doversi avventurare in mare in barca.
Sia come sia, sono sicuramente molto affascinanti e fotogenici in qualunque stagione, specialmente con le prime luci del giorno o al tramonto…
La Costa dei Trabocchi Abruzzo
La Costa dei Trabocchi abruzzesi va da Ortona (a Nord) a Vasto (a Sud) lungo la Statale 16 Adriatica, passando per panorami selvaggi e mare azzurrissimo, spiagge da scoprire, piccoli borghi, abbazie, cittadine sorprendenti e manicaretti tradizionali gustosissimi. Su tutto ciò si spande il profumo delle ginestre e della macchia mediterranea.
Ecco il nostro itinerario. Noi abbiamo fatto tutto in un week end ma nulla vieta ovviamente di goderti la Costa dei Trabocchi per più tempo. Anzi te lo consiglio: sia d’estate, quando si può approfittare delle spiagge sia d’inverno, quando puoi dedicarti alla scoperta slow delle bellezze naturalistiche e culturali di una regione forse un po’ sottovalutata.
Città del Vasto (e il suo brodetto tradizionale)
Il nostro viaggio inizia a Vasto, cittadina deliziosa come lo è stato il brodetto alla vastese che abbiamo assaggiato con la vista rivolta al mare. Un’esperienza assolutamente da fare. Si tratta di un piatto povero della tradizione marinara fatto di pesce e pomodoro con il fondamentale apporto del peperoncino. Il piatto è succulento, ricco di pesci che sguazzano nel sugo saporitissimo che si crea durante la cottura.
Al ristorante la cameriera ci ha prima portato una piastrella smaltata (carinissima) che evidentemente serviva da sottopentola. E qui già ci stavamo facendo un’idea delle dimensioni della cosa. Poi ci è arrivato un tegame di coccio bello grosso, caldissimo e ribollente. La ragazza ce lo ha messo davanti e subito gli effluvi del pesce, del pomodoro e dell’olio ci hanno avvolto. Infine ci ha dato degli enormi bavaglioni che hanno salvato i nostri vestiti (ma non i miei capelli!) dall’incontro indesiderato con il brodetto.
Pancia nostra fatti capannona! Ci abbiamo messo un po’ a fare fuori il tegamone di coccio ma alla fine ce l’abbiamo fatta, cercando di riconoscere i pesci che pescavamo nel brodetto e spargendo il sugo sul pane tostato per poi addentarlo rapidamente. Momenti di pura goduria.
Dove mangiare il brodetto a Vasto (insieme a una parmigiana di mare molto buona): ristorante La Vòtta di Mare – Piazza San Pietro 1/3.
Ma a Vasto… ci sarà anche qualcosa da vedere? Certo! Tra le altre cose:
- Castello Caldoresco
- Palazzo d’Avalos con i giardini napoletani
- Chiesa di Santa Maria Maggiore
- Porta Catena
- Cattedrale di San Giuseppe
- Piazza Rossetti e Torre di Bassano
- Belvedere Loggia Amblingh
- Belvedere Porta Palazzo, Belvedere S. Pietro
- Ruderi della Chiesa di San Pietro.
Scopri le bellezze di Vasto con noi:
Vasto marina
Scendiamo a Vasto Marina, caratterizzata da una bella spiaggiona sabbiosa e da un particolare monumento alla Bagnante, su uno scoglio a qualche metro da riva. Sulla sinistra guardando il mare comincia una serie di spiagge ciottolose, dove scorgiamo anche un primo trabocco, piccolino (Trabocco di Trave), affiancato dal Trabocco Cungarelle, uno di quelli dove si può anche mangiare.
Che sarebbe un’altra esperienza-da-fare, culinaria ma un po’ con tutti e 5 i sensi vista la specialissima location. Occorre però avere ben chiaro che il conto non è economico. I trabocchi ristorante infatti propongono un menu fisso sui 50-60 euro a persona vini esclusi. Nonostante questo, ti consiglio di prenotare per tempo…
PS: Un trabocco dove mangiare d’inverno è il Trimalcione, sempre a Vasto.
Punta Aderci e faro di Punta Penna
Lasciata Vasto Marina ci dirigiamo a Punta Aderci: un bel promontorio all’interno di un’area naturale protetta che si affaccia sulla costa chietina. Nella Riserva ci si può divertire con varie attività sportive e visite guidate, oltre ovviamente con camminate super rigeneranti. Noi abbiamo fatto una capatina al promontorio, da dove puoi gettare lo sguardo lontanissimo in tutte le direzioni, il che non è cosa proprio comune. Da un lato infatti c’è il mare, vastissimo, dall’altro, in lontananza, puoi ammirare la Majella e addirittura il Parco del Gran Sasso.
Molto bella è la spiaggia di Punta Penna, sulla destra del promontorio (guardando il mare) e anche la ciottolosissima spiaggia di Punta Aderci, dove siamo scesi e dove ci si è palesato in tutta la sua selva di bracci legnosi un gran bel trabocco: il Trabocco di Punta Aderci, giustamente.
A un quarto d’ora scarso in macchina poi si può raggiungere il faro di Punta Penna, che è il secondo più alto d’Italia e si trova su un promontorio a strapiombo sul mare. Nei pressi, è super suggestiva anche la piccola Chiesa Santa Maria di Pennaluce, purtroppo transennata e quasi in stato di abbandono ma con un’aria di mistero misterioso.
Lanciano
A questo punto siamo a metà pomeriggio, il Sole è quasi calato perciò ci dirigiamo verso Lanciano, dove dormiremo. Prima tentiamo di dare uno sguardo a Castelbordino e a Torino di Sangro. Ci sono sembrati due borghi molto carini ma averli visti col buio e con le chiusure pomeridiane di bar e affini a causa del Covid sicuramente non li ha valorizzati.
A fine pomeriggio arriviamo a Lanciano, dove ceniamo con del cibo da asporto perché per l’appunto i locali sono chiusi dalle 18. La mattina dopo esploriamo la città, che ci ha regalato una delle tante sorprese di questo week end.
Infatti noi Lanciano non la conoscevamo e invece è molto famosa, almeno per chi è credente. A Lanciano avvenne, secondo la tradizione, il primo Miracolo Eucaristico, di cui ancora si conserva l’ostia in un tabernacolo dietro l’altare della Chiesa San Francesco d’Assisi. La leggenda racconta che nel VIII secolo un monaco stava dicendo messa in chiesa. Ma la sua fede vacillò proprio durante la consacrazione, al che l’ostia si tramutò in carne e il vino in sangue. Per chi crede penso sia un luogo imperdibile, ma anche chi non è religioso può trovarlo molto interessante.
Da vedere, tra le tante altre cose:
- Cattedrale Madonna del Ponte
- Ponte Diocleziano
- Chiesa Santa Maria Maggiore
- Corso Trento e Trieste
- Fontana del Borgo
- Quartiere di Lancianovecchia
Scopri Lanciano con noi:
Miracolo eucaristico Lanciano, una delle sorprese della cittadina abruzzese
Abbazia di San giovanni in Venere Fossacesia
Lasciata Lanciano andiamo all’Abbazia di San Giovanni in Venere a Fossacesia. Fu costruita nel VII secolo su un precedente santuario dedicato a Venere, ma l’Abbazia vera e propria nacque nel 1015. Arrivando, fa veramente una gran bella scena. Non solo perché è davvero suggestiva con la sua pietra chiara e le sue forme solide e curvilinee, ma anche perché svetta su un alto promontorio. Sono sincera: in vita mia ho visto panorami più belli, ma il mare è sempre emozionante. E l’Abbazia merita.
In particolare è davvero bellissimo il Portale d’ingresso del 1230, detto della Luna o degli Uomini, che durante il solstizio d’estate viene colpito dalla luce che poi va a illuminare presbiterio e cripta. La Porta del Sole, invece, viene attraversata dalla luce durante il solstizio d’inverno. I marmi del portale, perfettamente scolpiti, ci narrano di Cristo e di San Giovanni Battista e sono un intrico candido tutto da scoprire. Dall’altro lato, gli absidi circolari della chiesa sembrano sporgersi lungo l’ampia balconata per guardare anche loro il panorama.
Intanto la nostra giornata, dopo un gran nebbione mattutino, si è aperta. Subito ne approfittiamo per una mini pausa seduti al locale di fronte all’Abbazia, a goderci un bel caffè e un bocconotto, il dolce tipico della zona. Mi sa che dico un’eresia, ma ci ha ricordato un po’ i pasticciotti pugliesi…
A caccia di trabocchi!
Dopo l’Abbazia andiamo a caccia dei trabocchi da Fossacesia Marina: guidando lungo la Statale 16 ne individuiamo diversi: Punta Rocciosa, Pesce Palombo, Punta Punciosa, Punta Cavalluccio. L’unica cosa negativa è che fermarsi lungo la Statale è un po’ un problema.
Proseguendo verso Nord, abbiamo trovato i Trabocchi Punta Torre, Punta Isolata, Sasso della Cajana, Punta Tufano, Valle Grotte ed altri fino ad arrivare al Trabocco Punta Turchino, che sembra sia il più antico rimasto e sicuramente è quello descritto da D’Annunzio nel Trionfo della morte (allegriaaaa!). I trabocchi continuano anche dopo, passando per Punta Fornace e arrivando a San Vito Chietino.
Sono strutture davvero stupefacenti: ingegnose, articolate e complesse ma allo stesso tempo sembrano quasi primitive, molto essenziali nel legno e i loro pochi altri elementi. Fotografarli è una vera sfida ma anche una grande soddisfazione, e non c’è bisogno di essere il mago della reflex o del telefonino: i trabocchi riempiono comunque la scena in modo scenografico.
Abbiamo avuto una fortuna impensata davanti al Trabocco Punta Torre, che si distingue per le poesie scritte un po’ ovunque. Il proprietario ci ha chiesto se volessimo entrare, e certo non ce lo siamo fatti ripetere! Il signor Claudio ci ha spiegato come funzionano le reti, che pesci si pescano nei vari periodi dell’anno (ogni anno sempre meno), e ha condiviso con noi la passione per la poesia. Federico così si è trovato a declamare i versi di Franco Arminio su un ‘palcoscenico’ davvero unico, mentre io ascoltavo su un’altalena, cullata dalla brezza marina. Per fortuna Federico aveva 10 in ‘Teatro’!
Via Verde Costa dei Trabocchi
Una grandissima idea è stata realizzare lungo il vecchio tracciato della Ferrovia Adriatica tra Francavilla al Mare e San Salvo una bella strada ciclopedonale a pochi metri dal mare, che in maniera super comoda ti conduce alla scoperta della Costa dei trabocchi. Prima fra tutti ovviamente i trabocchi, ma anche i paesi e le varie spiagge e insenature che caratterizzano il litorale. Anzi il nostro consiglio è proprio di noleggiare una bici, seguire la Via Verde dei trabocchi e fermarti ogni volta che la curiosità ti stuzzica. Tra spiaggette dove tuffarti, ristorantini dove gustare ottimi piatti e trabocchi da ammirare e fotografare, avrai l’imbarazzo della scelta.
Da considerare:
- a piedi è un po’ lunga: sono 42 km! Puoi sempre farne solo un pezzetto, oppure andare di bici o monopattino elettrico.
- è praticamente tutta esposta al Sole quindi d’estate può essere rovente…
- la pista è ancora in fase di completamento, perciò per tutte le info spulcia il sito della Via Verde dei trabocchi.
San Vito Chietino
San Vito Chietino è un bel borghetto di cui è imperdibile il Belvedere Marconi. A fine ottobre, senza anima viva a parte noi, sembrava quasi un quadro di De Chirico, con in più un bellissimo panorama sul mare e sui trabocchi.
La Marina di San Vito invece è più moderna, anche se ci sono i resti dell’antico porto romano, ed è perfetta per mangiare, prendere un caffè o andare in spiaggia. Sul molo ci sono due trabocchi, Vento di Scirocco e San Giacomo. La loro vicinanza ti consente di studiarne la struttura ben bene, ma a noi hanno affascinato di più quelli che allungano le loro zampe più in là nel mare.
Sempre dal molo si intravede sulla destra anche il trabocco Mucchiola.
Ma la Costa dei trabocchi San Vito Chietino offre anche reminiscenze poetiche: se sali al Belvedere dannunziano, amato dal Vate, ammirerai un panorama turchino e sconfinato e, in basso, il trabocco Caravaggio.
PS se vuoi pranzare in modo easy ma eccezionale vai da Matti street food. Noi abbiamo preso dei panini che si sono rivelati tra i più buoni mai mangiati, in particolare quello con la spigola. Li abbiamo gustati in spiaggia, ma d’estate il loro giardino dovrebbe essere aperto.
Rocca San Giovanni
Il fine settimana alla scoperta dei trabocchi d’Abruzzo volge al termine, ma siccome siamo ingordi vogliamo prima scoprire un altro bel borgo a poca distanza dalla costa: Rocca San Giovanni, con le sue notevoli mura difensive e il Torrione dei Filippini benissimo conservati (e un cane rompiscatole che ci ha abbaiato a più non posso…), la sua armoniosa Piazza degli Eroi con la Chiesa e il Palazzo comunale, e i vicoli ‘adottati’. Grazie a un bel progetto del borgo infatti agli abitanti possono adottare un vicolo e decorarlo con fiori o oggetti significativi. Il risultato è pittoresco e intimo.
Ci ha sorpreso anche la cordialità degli abitanti, che ci salutavano incontrandoci. Devo dire che è una cosa che ti riconcilia col mondo e l’umanità, un gesto semplice che avvicina. In città non si riesce a salutarsi nemmeno coi vicini di pianerottolo… ma perché? Non l’ho ancora capito.
Ortona
Ad Ortona ci fermiamo poco, visto che ormai è sul buio andante ed è davvero ora di rientrare a casetta. Giusto il tempo di vedere due dei luoghi-simbolo, oltre alla magnifica passeggiata orientale, aperta verso il mare sconfinato. Una è la Cattedrale San Tommaso, che ci ha riportato ad atmosfere spirituali un po’ come a Lanciano. Infatti la chiesa ospita le autentiche reliquie del famosissimo San Tommaso, in una cripta decisamente moderna ma molto solenne.
Il secondo è l’imponente Castello Aragonese che svetta massiccio proprio sul promontorio, quasi a picco sul mare. Purtroppo la struttura originaria, del XIII secolo, fu sostituita nel 1452 da un’altro edificio, trapezoidale, che subì varie vicissitudini e saltò in aria nel 1943 durante la Battaglia di Ortona. Nei primi anni ’90 fu ricostruito, ma la cosa bella è che le mura e le torri circolari sono originali.
Costa dei trabocchi mappa
Ecco la Costa dei Trabocchi su mappa:
Qualche consiglio
- Se puoi scopri la Costa dei Trabocchi lentamente, perché sicuramente è un luogo che va svelato, inadatto al mordi e fuggi o alla superficialità.
- Per ammirare i trabocchi approfitta della Via Verde e infilati nei vari punti della costa, anche nascosti, per trovare la prospettiva migliore.
- Dove dormire: noi abbiamo dormito a Lanciano, quindi non sulla costa, al nuovissimo b&b Il posto di Olga.
- Dove mangiare: noi abbiamo provato La Votta di Mare a Vasto e il Matti street Food a Marina di San Vito, oltre a qualche caffetteria.
Buon viaggio!
Simona
Scopri cosa vedere a Vasto leggendo il nostro articolo:
Vasto cosa vedere nella perla del Golfo d’Oro (e della Costa dei Trabocchi)
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Miracolo eucaristico Lanciano, una delle sorprese da scoprire nella cittadina abruzzese