Dal 3 luglio del 2023 l’accesso al Pantheon di Roma è consentito solo tramite l’acquisto di un biglietto dal costo di 5 euro, ridotto a 3 euro per i giovani tra i 18 e i 25 anni e gratuito per i visitatori che non abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. Uno dei monumenti iconici di Roma, quindi, da sempre visibile gratuitamente, ora è accessibile solo pagando un ticket. Ne vale la pena? Beh, che domanda, certo che sì! E ora ti spieghiamo perché!
Indice
L’origine del nome (e come lo chiamano i romani)
È rotondo (i romani infatti lo chiamano ‘la Ritonna’), era dedicato a tutti gli dèi (o forse no), e ha 2000 anni (portati benissimo). Il Pantheon è uno dei più famosi e bei monumenti della Capitale. Non che Roma manchi di bellezze! (E, tra parentesi, il modo più pratico e conveniente per visitarle è dare un’occhiata a questa lista imperdibile!)
Il nome deriva dal greco e significa ‘luogo dove si riuniscono tutti gli dèi’. Sembra che fosse proprio questa la sua funzione originaria (dèi sotto forma di statue, chiaro…), ma in realtà la cosa non è sicura. Il suo nome infatti potrebbe anche rimandare alla cupola, che imita la volta celeste. In effetti si suppone che questi ‘dèi’ fossero più precisamente divinità planetarie (Sole, Luna, Venere, Saturno, Giove, Mercurio, Marte).
Perché il Pantheon a Roma è particolare? E perché vale la pena visitarlo? Ve lo diciamo subito.
La pianta circolare
Innanzitutto perché l’interno è rotondo. Questo tipo di pianta vi cambia un po’ le carte in tavola, è molto particolare e vi regala un’esperienza di visita diversa. Non è l’unica chiesa circolare della capitale ma non ce sono comunque molte, e il Pantheon è tra le più belle.
Secondo motivo di originalità è che la sua pianta circolare contrasta con l’esterno, fatto né più né meno che a forma di tempio: squadrato e colonnato. Il pronao poi aveva 16 colonne in granito rosa e grigio alte 13 m (praticamente 4 piani e mezzo di palazzo, per un edificio di 2000 anni fa: niente male).
La cupola e l’oculus
Altro aspetto eccezionale del Pantheon è la sua enorme cupola con l’altrettanto enorme oculus, unica fonte di luce naturale. La cupola era tecnologicamente avanzatissima: venne costruita usando materiali via via più leggeri andando dal basso verso l’alto.
Venne usato l’opus cementicium, malta con scaglie di travertino che salendo erano sostituite da lapilli e poi pietra pomice. In basso, c’è una struttura in legno e molti archi necessari per scaricare il peso. Un ‘idea talmente buona che il Pantheon a Roma ha resistito tranquillo a qualunque terremoto.
Calcolate che a tutt’oggi è una delle cupole più grandi del mondo e la più grande in calcestruzzo non armato.
Ma è vero che non piove mai dentro il Pantheon a Roma? (attenzione: SPOILER)
Si dice che nel Pantheon non piova mai, nonostante l’oculus. Volete sapere se è vero? Non vorremmo levarvi il gusto di scoprirlo da soli, ma siccome a Roma le giornate sono spesso belle e senza pioggia, dovremo ‘SPOILERARE’: piove eccome, infatti nel pavimento ci sono 22 fori di scolo che evitano la formazione di ‘laghetti’. Di più: il pavimento è convesso, con la parte più alta sopraelevata di 30 cm.
La diceria però ha un fondo di verità: quando piove le correnti d’aria frantumano le gocce creando una dissoluzione dell’acqua, perciò sembra proprio che non piova! Molto romantico.
L’interno del Pantheon
L’interno è interessantissimo dal punto di vista architettonico e tecnico ma non vogliamo annoiarvi con descrizioni che trovate molto più approfondite su ogni guida. Vi segnaliamo la bellezza dell’oculus e del pavimento, l’organo a canne, nonché le varie nicchie che ospitano tombe e dipinti. Tra gli altri, le tombe di Raffaello e di Vittorio Emanuele II e opere come l”Annunciazione’ di Melozzo da Forlì‘. Tutte meritano uno sguardo.
Un po’ di storia (poca poca) sul Pantheon
Il Pantheon pagano
Innanzitutto, il Pantheon originale risale al 27 a.C.. Fu costruito per volere di Marco Vipsanio Agrippa. Dice: e chi era? Il genero di Augusto… E sul frontone c’è la scritta che lo richiama:
M.Agrippa L.F.Cos.Tertium.Fecit.
Ovvero
Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta, edificò.
Pare che Agrippa, più che un Pantheon nel senso greco del termine, intendesse costruire un tempio da dedicare ai protettori della famiglia Giulia (Marte e Venere). Rimane insomma un po’ di incertezza sulla sua funzione iniziale. Il Pantheon fu poi distrutto dal fuoco nell”80, Domiziano lo restaurò, e subì altre distruzioni sotto Traiano.
Quello che vediamo oggi è il Pantheon ristrutturato da Adriano nel 118-125 d.C. in base ad un progetto attribuito ad Apollodoro di Damasco.
Il Pantheon cristiano
Divenne una Chiesa cristiana nel 608 d.C., quando l’imperatore bizantino Foca lo donò a Bonifacio IV che lo consacrò alla Madonna e tutti i Santi (Santa Maria ad Martyres). Ancora oggi vi si tengono Messe e matrimoni. Particolarmente scenografica è la pioggia delle rose dall’oculus in occasione della Pentecoste.
Il Pantheon fu anche un fortilizio e nel 1652 Papa Urbano VIII Barberini pensò bene di eliminare il rivestimento bronzeo delle travi del portico per ottenere cannoni per Castel Sant’Angelo e colonne del baldacchino a San Pietro. Viene da qui il detto ”quello che non fecero i barbari fecero i Barberini”.
Dopo l’Unità d’Italia divenne sacrario dei re italiani. E vennero eliminate le cosiddette ”orecchie d’asino”, i campanili laterali realizzati dal Bernini.
Per una visita perfetta…
Molto comodi i tour con guida: ad esempio uno molto interessante è quello alla scoperta non solo del Pantheon ma anche dell’Ara Pacis
Al prossimo viaggio!
Simona
EXPLORE. DREAM. DISCOVER