La leggenda narra che gli antichi greci, approdando sulle sponde della Corsica, furono talmente affascinati dalle sue bellezze da darle il nome di Kallíste (Καλλίστη, la più bella). Come biasimarli! Ancora oggi la Corsica stupisce per la straordinaria varietà paesaggistica e ambientale, per le spiagge incantevoli e le rigogliose catene montuose.
Qualunque piano tu stia mettendo a punto per le tue prossime vacanze, la Corsica è sempre un’opzione da tenere a mente e un luogo dove, prima o poi, ti consigliamo di andare. Il viaggio in traghetto è facile e piacevole e se sei alla ricerca di qualche consiglio scopri come arrivare in Corsica velocemente.
Di guide sulla Corsica ne esistono a bizzeffe, sia sul web che in libreria. In questo nostro post ci vogliamo soffermare su alcune caratteristiche curiose che è difficile trovare in giro ma che siamo sicuri ti interesseranno e renderanno il tuo soggiorno sull’isola ancora più piacevole. Cominciamo!
Indice
1. La lingua in Corsica: francese, corso o… italiano?
Andando in giro per le strade della Corsica sarà facile notare scritte in una lingua molto simile all’italiano, o ad alcune sue forme dialettali: sono scritte in lingua corsa. La Corsica è territorio francese e nonostante sia proprio il francese la lingua ufficiale, la lingua corsa sopravvive e viene ancora utilizzata dalla popolazione locale (sebbene sempre meno, soprattutto nelle nuove generazioni).
A “complicare” le cose ci si mette anche l’italiano, presente soprattutto nella toponomastica. Il motivo è presto detto: la Corsica è stata per secoli sotto il controllo di Pisa e quindi il toscano, (da cui deriva l’italiano moderno), è stata per lunghissimo tempo la lingua amministrativa, colta e religiosa dell’isola.
Ecco allora che si dice Ajàccio e non Ajacciò. Bastìa e non Bastià. E così via. Facile no? Stessa cosa per i cognomi: se ti sembrano italiani è perché molto probabilmente lo sono, ergo pronunciali all’italiana. Niente di più semplice!
2. Napoleone, ma non solo…
Beh, sì certo: Corsica = Napoleone Bonaparte! Anzi, per essere più precisi “Buonaparte”, cognome italiano (vedi paragrafo precedente) che il futuro imperatore di Francia fece ‘francesizzare’ eliminando una “o”. Non starò qui a farti la filippica storica su Napoleone, ma per dovere di cronaca ti ricordiamo che nel 2019 ricorre il 250° anniversario della sua nascita e ad Ajaccio (sua città natale) sono previste le ‘Giornate napoleoniche‘, il 13, 14 e 15 agosto, per celebrare l’evento.
A parte il “piccolo caporale”, nomignolo dispregiativo affibiatogli dai suoi avversari legittimisti per sottolinearne le umili e sconosciute origini corse, la Corsica ha dato i natali ad altri personaggi illustri (chi più, chi meno…) come:
- Laetitia Casta, modella e attrice, nata a Pont-Audemer
- Adil Rami, calciatore dell’Olympique Marsiglia e campione del mondo nel 2018
- Alizée, cantante, autrice del tormentone del 2000 “Moi Lolita”
- Laurent Lokoli, tennista non certo fenomenale (attualmente n° 661 del ranking ATP) ma matto come un cavallo e assai divertente per i suoi ‘fuori programma’ sul campo da tennis:
3. Oltre il mare: la splendida natura della Corsica
Probabilmente dici Corsica e subito pensi al mare. Non è del tutto sbagliato ma neanche del tutto corretto. In effetti la Corsica è, a veder bene, più “verde” che “azzurra” e con un terzo del suo territorio protetto come parco naturale. Come scrisse Friedrich Ratzel, etnologo e geografo tedesco vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900, “la Corsica è una montagna sul mare” e presenta una varia e rigogliosa vegetazione all’origine di una grande biodiversità.
E oltre alle foreste pubbliche esistono zone verdi private con 100.000 ettari suddivisi in oltre 73.000 appezzamenti e proprietari.
Tra tutta questa meraviglia verde, un consiglio particolare: la foresta di Vizzavona. Si estende tra il monte d’Oro e il colle di Palmente, ed è una delle più belle foreste della Corsica con tantissimi sentieri, percorribili a piedi o in mountain bike, che si insinuano tra larici e faggi.
Si tratta di luogo particolarmente apprezzato dagli escursionisti e ospita una stazione ferroviaria che stupisce per le minuscole dimensioni.
4. I 500 menhir della Corsica
Forse la cosa non ti è particolarmente nota, ma la Corsica ha da mostrare moltissimi siti archeologici di straordinario interesse. Il più famoso di tutti è quello di Filitosa, antica capitale preistorica dell’isola.
Di eccezionale interesse sono i menhir dalle sembianze antropomorfe, monumenti megalitici costituiti da una pietra unica posizionata in verticale, risalenti al Neolitico (circa 6.000 anni fa). Cosa assolutamente sorprendente: la Corsica costudisce il maggior numero di menihr di tutta Europa (circa 500), una cosa stranissima dal momento che non vi sono molti altri menhir nel bacino del Mediterraneo.
Il vero significato dei menhir rimane un mistero: tra le varie ipotesi avanzate quella secondo cui sarebbero dei simboli fallici eretti dei contadini nella speranza di rendere fertile la terra (mah…). Oppure potrebbero rappresentare capi guerrieri morti o avere un qualche significato religioso.
Come che sia ti consiglio di andare a visitare quantomento il sito archeologico di Filitosa. Poi, per completezza ti segnalo anche altri siti archeologici interessanti:
- Cucuruzzu
- Il museo archeologico di Sartène
- Piana di Cauria
- Aleria
5. La Corsica nel piatto
E potevamo non concludere questo post con un accenno alle gioie del palato? La cucina corsa è ovviamente basata principalmente sui prodotti dell’isola e, a causa di motivi storici e geografici, ha molto in comune con la cucina italiana (un po’ meno con quella provenzale).
Le minestre occupano un ruolo centrale nella cucina isolana. La minestra, o zuppa corsa, è molto simile al nostro minestrone, dove l’olio di oliva è sostituito da un osso di prosciutto e dallo strutto. Tra le altre minestre tradizionali citiamo anche la zuppa di pane molto simile al pancotto italiano.
Assai diffusa la pasta, in particolare quella ripiena come ravioli e i cannelloni: entrambi sono ripieni di brocciu, un formaggio simile alla ricotta.
Tra le carni vanno per la maggiore l’agnello (agnellu) e il capretto (caprettu), quest’ultimo consumato soprattutto a Pasqua. Da segnalare (se non temi l’alito del dopopasto) l’Agneau Corse, agnello arrostito a fuoco lento, con rosmarino fresco, patate e spicchi d’aglio interi. E anche il Civet de sanglier, considerato il piatto forte della Corsica: si tratta di cinghiale selvatico cotto in casseruola con cipolle, aglio, castagne, finocchio e una generosa quantità di acquavite… una cosa leggera!
Quanto al pesce, non manca di certo, soprattutto lungo le località costiere. Un piatto tipico è l’Azziminu di Capicorsu una zuppa di pesce con aragosta e frutti di mare molto simile al caciucco livornese, che esiste anche nella sua variante con pesci di fiume (Azziminu di Corti).
Francesco davvero un bel articolo, interessante e completo…letto molto volentieri.
Sicuro in uno dei prossimi viaggi consulterò nuovamente il tuo blog.
Grazie Rodolfo, fa molto piacere leggere il tuo commento!
ciao Federico, curiosavo sulla Corsica e sono incappata nel tuo articolo. Molto esauriente, gazie.
Come è messa con l’ospitalità sul dormire?
Noi si andrebbe in moto, fermandoci ove ci piace.