“Ma che è ‘sta cafonata?”, si chiedeva Christian De Sica durante ‘Vacanze di Natale’. E se non ve lo ricordate meritate un severo promemoria:
Bene, è successo anche a noi, durante le nostre peregrinazioni in Italia e all’estero, di fermarci sbigottiti davanti a manifestazioni più o meno violente del kitsch ed esclamare: “Ma che è ‘sta cafonata?”.
Così abbiamo pensato bene di fare una piccola classifica del genere, perché anche voi ne siate edotti. Per evitare certe mete, forse. Oppure per appuntarvele mentalmente, ci sono molti estimatori del genere e magari anche voi seguite le orme di Renzo Arbore (per citarne uno famoso), la cui collezione di chincaglieria kitsch fu oggetto di una mostra al Macro di Roma, qualche anno fa.
Ma ciancio alle bande, ecco le 5 mete imperdibili per gli amanti del kitsch (o per chi è alla ricerca di qualcosa di un po’… particolare durante il proprio viaggio):
Indice
1. Santuario della Beata Vergine delle Grazie (Curtatone, MN)
Al primo posto assoluto del kitsch si pone l’interno del Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Curtatone, cittadina a 9 chilometri da Mantova. La basilica, di per sé, sarebbe anche bella, in stile gotico a navata unica e con un soffitto a volta a crociera decorato con affreschi floreali. Poi affini lo sguardo e… oh-mio-dio! Un coccodrillo imbalsamato è appeso al soffitto!
Il peggio è che dopo pochissimo abbassi lo sguardo e ti accorgi che c’è un kitsch peggiore: le statue che adornano la navata. Ottanta nicchie disposte su due file parallele ospitano altrettanti manichini, rappresentanti episodi di pericolo scampato per intercessione della Madonna. Una sagra del kitsch!
2. Sala dei fiumi del Palazzo Ducale di Mantova
Intendiamoci, il Palazzo Ducale di Mantova è un posto meraviglioso, fosse anche solo per la Camera degli sposi del Mantegna. Ma non solo per quella. Eppure, nella nostra puntigliosa visita a un certo punto ci siamo fermati con espressione interdetta e abbiamo pronunciato la celebre frase: ma che è ‘sta cafonata!
E’ successo all’interno della sala dei fiumi, una sala che deve il suo nome alla rappresentazione allegorica dei fiumi del territorio mantovano, completamente ridecorata nel Settecento dall’architetto Gaetano Crevola e dal pittore veronese Giorgio Anselmi. La sala vista da lontano, come si dice, fa una bella vicinanza. E’ nell’analisi del dettaglio che il kitsch esce fuori. Le sculture che adornano le finte grotte in testina* (e già qui… ma vabbè) trasformerebbero chiunque in Christian De Sica:
* testina: travertino alterato a granulometria sabbiosa di colore biancastro (scusate, la parte di geologo che è in me ogni tanto esce fuori)
3. La cripta dei cappuccini in via Veneto, Roma
La cripta dei cappuccini (i frati, non le bevande…) si trova all’interno della chiesa Santa Maria della Concezione dei Cappuccini, in via Veneto a Roma. La cripta è interamente decorata con le ossa di circa 4000 frati, morti tra il 1528 ed il 1870, seppelliti nel vecchio cimitero di Santa Croce e Bonaventura dei Lucchesi e poi riesumati e fatti letteralmente a pezzi per uso decorativo. Beh, che dire… siamo all’horror-splatter-kitsch! Comunque, vale la pena farci un giro (certo, il prezzo del biglietto non è economicissimo, specie in rapporto alla durata della visita, di soli pochi minuti). Questo è un assaggio di quello che vi aspetta:
4. I dipinti del Pomarancio nella chiesa di Santo Stefano Rotondo
“Pomarancio, pittore senza mani”. Il giudizio dato da un nostro colto amico rende bene l’idea. La Basilica di Santo Stefano Rotondo risale al V secolo, sorge a Roma sul Celio, nel rione Monti, ed è una meraviglia architettonica. La sua storia è lunga, variegata e bellissima ma non siamo qui per farvi una lezione. Vi basti sapere che nel 1580 venne realizzata la nuova porta della sacrestia e intorno all’altare venne costruito un recinto ottagonale, decorato con sculture e affreschi di Niccolò Circignani, detto il Pomarancio. E qui casca l’asino pittore! Gli affreschi sono di una tale grettezza da farli accostare al kitsch di Teomondo Scrofalo. Non ci credete? Guardate qui:
5. Gli ex voto nella Cattedrale di Notre Dame de la Garde
Che bella Marsiglia! Eppure anche lei ha dei lati oscuri. Uno di questi è la bruttezza della Cathédrale La Major, tanto promettente da lontano quanto deludente da vicino (“una vanitosa schifezza del Secondo Impero”, secondo l’autorevole giudizio di Jean Claude Izzo).
Poi c’è il lato kitsch ed è quello che ci serve per completare questa breve classifica. Ci riferiamo agli ex voto all’interno della Cattedrale di Notre Dame de la Garde: alcuni sono di pregevole fattura, altri davvero approssimativi. E l’insieme di tutta la chincaglieria all’interno di una cattedrale così opulenta non può che evocare lo spirito di Christian De Sica:
Bene, la nostra breve carrellata è conclusa. Se siete arrivati alla fine di questo articolo, dopo cotanta ricchezza di kitsch non vi resta che sfogarvi con noi. Pronti? Via!