Terza tappa del nostro tour alla ricerca del miglior ramen di Roma. Dopo il MaMA-YA e Akira è ora la volta di Waraku, nome storico nella gastronomia orientale a Roma, in attività dal 2010 prima all’interno dell’omonima associazione sportiva e culturale di via Albimonte, al Pigneto, e ora nella nuova sede di via Prenestina 321. Come al solito vi proponiamo una recensione rapida e divertente (ancorché rigorosa), condita dai nostri classici ‘punti albero’.
PRENOTAZIONE TELEFONICA
Chiamo alle 18.30 di una domenica sera e riesco subito ad accaparrarmi un tavolo per due. Ho la sensazione di aver avuto culo, quindi non vi consiglio di arrivare così tardi per prenotare, rischiate seriamente di rimanere a bocca asciutta. La chiacchierata è molto piacevole, specie per le due precisazioni che lasciano trasparire l’attenzione verso il cliente:
- “Solo per puntualizzare ed evitare delusioni: qui non serviamo suhi, sashimi e cose del genere. Il nostro piatto forte è il ramen”
- “Avete allergie a qualche ingrediente? Perché, nel caso, prepariamo qualche piatto su misura…”
Beh, che dire: chapeau!
Voto:
PARCHEGGIO
Non è come parcheggiare nel deserto del Gobi, ma un posto si trova senza dover faticare troppo. Allegria, ragazzi!
Voto:
LOCATION
Nelle intenzioni (e nei fatti, perché ci riesce) Waraku riproduce l’ambiente caratteristico di un ramen-ya giapponese, quello che in un’intervista al Gambero Rosso lo stesso, Maurizio Di Stefano, fondatore di Waraku, nonché (scopriremo presto) persona squisita, definisce “un’autentica ‘trattoriaccia’ di paese“. Noi, a onor del vero, non la troviamo così ‘trattoriaccia’. L’ambiente è semplice e dall’aspetto un po’ ‘rustico’, d’accordo, ma non manca certo la cura. Nel complesso mette molto a proprio agio gli avventori. Cosa che si rivelerà fondamentale per me, visto quello che riuscirò a combinare da lì a poco (fra un po’ ne parlo).
IL MENÙ DI WARAKU
Menù molto vario, ricco di piatti curiosi e originali che escono anche dai confini giapponesi per andare a lambire coste coreane e tailandesi. Il ragazzo che ci illustra i piatti è di una gentilezza unica ed ha un modo di declamare che lo fa sembrare un attore appena uscito da un film di Nanni Moretti, di conseguenza noi ci sentiamo subito “una tavola di giovani“ (cit.). Tra i tanti piatti dai quali siamo attirati alla fine optiamo per un classicone: Ramen di miso con kimchi
Dal momento che vogliamo assaggiare più cosine, decidiamo di prendere un solo ramen per due. La scelta di dividercelo mettendolo a centro tavola produce effetti devastanti sulla mia camicia:
Il brodo è buonissimo, forse il migliore assaggiato fino ad ora. Il ramen quindi non ci delude affatto. Anzi, tale è la foga che quando alla fine ci portano via la ciotola, il risultato sulla mia tavola, un po’ imbarazzante, è questo:
Assieme al ramen prendiamo un Kimchi Udon, piatto estremamente equilibrato, molto saporito e con quella nota di piccante che non guasta:
E anche del pollo, con una panatura molto croccante e accompagnato da una salsa alla soia:
Finiamo col botto: due dolci. Cosa assai rara per noi. Ma siamo colmi d’entusiasmo e vogliamo provare più cose. Ecco dunque i classici dolcetti con ripieno di marmellata di fagioli dolci:
E a seguire una cosa davvero particolare: una rivisitazione del tiramisù, anche questa con marmellata di fagioli dolci. La diffidenza, per chi è tiramisù addicted come noi, all’inizio è notevole. Ma il tempo di assaggiarlo e anche il tiramisù supera la prova alla grande:
CONTO
Tutto questo ben di dio, più acqua, più un bicchierino di un distillato di cui non ricordo il nome: 39 euro. Niente male!
Voto:
VOTO FINALE
Ramen di altissima qualità. Personale gentile, prodigo di spiegazioni e aneddoti. Conto più che giusto. Signori, qui siamo al top!
Voto:
INFORMAZIONI UTILI
Waraku bistrot giapponese
Via Prenestina 321/A
Telefono 06.21702358