Siamo tornati da pochissimo dal Marocco e abbiamo ancora negli occhi i colori, nel naso gli odori (!), nella testa le persone e le spettacolari e intricate geometrie che decorano porte, riad, moschee. Ammettiamo che questo Paese ci ha coinvolto più di quanto ci aspettassimo, insomma è stata davvero una bella sorpresa.
Il nostro è stato ”solo” un week end lungo, possiamo definirlo un ‘assaggio’, ma abbiamo visto comunque parecchie cose. E mentre trottavamo tra la città imperiale Fez e la perla blu Chefchaouen, abbiamo imparato molto su questa terra, variegata paesaggisticamente e culturalmente. Paese di origine berbera e oggi (da tempo) musulmano, anche qui c’è qualche inaspettata contraddizione.
Ecco quindi 10 cose semiserie che abbiamo scoperto sul Marocco, il Paese più occidentale della fascia del Maghreb. Che poi in arabo al-Maghreb, traducibile come ‘Luogo del tramonto‘, è proprio il nome del Marocco.
Indice
- 1) I non musulmani non possono entrare nelle moschee
- 2) Gli uomini ti guardano il sedere, anche qui
- 3) Gli uomini preferiscono la carne
- 4) I vegetariani non vivranno benissimo l’impatto con la medina
- 5) Viaggiare soli o con una guida?
- 6) I bagni dei locali sono discutibili
- 7) In Marocco si può bere birra!
- 8) L’olio di argan ha tutto un altro odore
- 9) Guidare in Marocco non fa per timidi e insicuri
- 10) L’uso di contrattare farà uscire fuori il boxeur che è in te
- Metti il Marocco in bucket list!
1) I non musulmani non possono entrare nelle moschee
La cosa ci ha un po’ sopreso, visto che in altri Paesi islamici invece è possibile entrare nelle moschee, pur seguendo ovviamente una serie di precetti. E ci è anche un po’ dispiaciuto, perché le moschee all’interno sono bellissime. Ma tant’è, ci siamo accontentati di sbirciarle da fuori e di fare delle foto praticamente a caso a quello che si poteva vedere degli interni, sgomitando con tutti i turisti che volevano fare altrettanto! Armati di pazienza, tempo e occhio lungo e sarai comunque ripagato.
2) Gli uomini ti guardano il sedere, anche qui
Ebbene sì, a quanto pare appena ti giri il maschio sguardo cade proprio lì. Il che dimostra due cose: che tutto il mondo è paese, e che il sedere riscuote consensi ovunque, sempre.
A proposito di questo, se sei una donna e ti chiedi come vestirti in Marocco, il mio consiglio è di essere sobria. A prescindere dalla storia del sedere, sia chiaro! In generale essendo un Paese islamico è bene avere qualche accortezza perché i costumi sono sicuramente più modesti. Ma tutto sommato è poca roba: basta non andare in giro in minigonna, in canottiera o con ampie scollature.
Non mi sembrano rinunce importanti, ed eviteranno sguardi di troppo o apprezzamenti insistenti. Che poi onestamente, a parità di abbigliamento sobrio, mi sembra peggio camminare per Roma…
Devo dire infatti che l’atmosfera marocchina, almeno di giorno e in città abituate al turismo, mi è sembrata tranquilla, anche quando mi è capitato di rimanere staccata dal gruppo per fare delle foto o guardare qualcosa.
Comunque il succo è che per noi donne vale sempre, e ovunque, la regola del buon senso. Non mi sta bene, ma è inutile nasconderci dietro un dito.
3) Gli uomini preferiscono la carne
Non vorrei associare questo punto al punto precedente, ovvero al mio sedere, ma in Marocco gli uomini preferiscono la ciccia. Questo è dimostato in parte dalla taglia media femminile, ma soprattutto dal fatto che il ragazzo dell’erborista dove siamo andati a fare shopping ci voleva vendere una tisana ingrassante! Perfetta per “donne che vogliono ingrassare”, ha specificato allargando eloquentemente le braccia.
Abbello, è inutile che guardi me!! (Però gli ho preso il the alla menta e le spezie per cucinare dai)
4) I vegetariani non vivranno benissimo l’impatto con la medina
A proposito di carne, se sei vegetariano è bene sapere che nelle medine vivrai più di un momento di raccapriccio e indignazione. Nei bugigattoli che fungono da negozietti razzolano polli vivi che vengono presi al volo, piazzati sul tavolo e uccisi con un colpo d’accetta così, en plen air. Poi ti giri e trovi teste di cammello appese, o teste di agnello impilate sul bancone… a volte pare di stare in una fiera degli orrori, anche per i carnivori.
La cosa positiva è che siccome il souk è diviso ”in zone” (del tessile, delle ceramiche, dei dolci, dei metalli ecc), passata la parte dei macellai non avrai più troppi problemi. Secondo l’immortale precetto che occhio non vede cuore non duole.
Certo, ti rimane comunque da capire cosa puoi mangiare. La carne è un elemento fondamentale dell’alimentazione marocchina, per cui sarà sicuramente ardua. Puoi buttarti su zuppe, insalate e ovviamente il cous cous con le verdure, generalmente buonissimo.
5) Viaggiare soli o con una guida?
Viaggiare indipendenti o prendere una guida turistica? È una domanda che ci siamo posti prima di decidere di partire. Premesso che abitualmente noi viaggiamo in autonomia, e che questo viaggio nasceva invece di gruppo per iniziativa dei blogger thetravelization, adesso che siamo tornati possiamo dire che una guida è meglio. Specialmente se ci si allontana da città turistiche abituate alla presenza occidentale.
Intendiamoci, il Marocco almeno nella zona vista da noi ci è sembrato molto tranquillo. Come in tutti i posti ci sono alcune accortezze da prendere ma ad esempio i furti sono praticati più spesso da stranieri (…) che da locali. E in generale non abbiamo mai visto situazioni di pericolo, sgradevoli o strane. Ma il Marocco rimane un Paese con una cultura e abitudini diverse dal nostro, perciò specialmente per chi non è abituato a viaggiare un riferimento in loco ci sembra la soluzione migliore.
Ci sono anche ragioni pratiche per preferire una guida: perché stressarsi a orientarsi nei vicoli e nell’intrico delle medine (la parte vecchia delle città)? Meglio prendere qualcuno che ti risparmi l’incombenza e che ti spieghi pure quello che vedi. A Fez poi lo consigliamo particolarmente, perché la medina è un enorme e caotico labirinto.
6) I bagni dei locali sono discutibili
Qui mi rivolgo principalmente alle donne. Il concetto di igiene è abbastanza diverso dal nostro, almeno per quanto riguarda i bagni dei locali. Ci sono situazioni che solo l’urgenza della pipì può costringerti ad accettare. Bene, portarti dietro delle salviettine umidificate può risolverti varie situazioni.
7) In Marocco si può bere birra!
Con nostra grossa sopresa, in Marocco in alcuni locali puoi farti una birretta o un vinello! Anzi, a Fez addirittura la birra si produce, è una simil-Peroni che si chiama Flag. Beh, sorseggiarla sbracato su una delle tipiche terrazze dei locali di Fez (o Marrakesch, famosa per la sua vita notturna), magari al tramonto, è un’esperienza bellissima! A Fez ti posso consigliare il Mezzanine, un locale di impronta moderna con una terrazza che dà sui bellissimi giardini Jnan sbil.
8) L’olio di argan ha tutto un altro odore
La scoperta del vero odore dell’olio di argan per noi è stata una sorpresa. Innanzitutto, la sua lavorazione richiede una fatica pazzesca, fatta ancora a mano in modo tradizionale dalle donne marocchine. I semi dell’Argania spinosa, da cui appunto si ricava il miracoloso unguento, sono duri come sassi e per romperli occorre tanto olio… ma di gomito!
Poi ovviamente adesso si usano anche i macchinari, ma nelle erboristerie di Fez può capitare di vedere donne che ancora pestano i semi con grande lena.
Ma dicevamo dell’odore… ebbene l’olio di argan sa di pane! Un profumo molto buono ma completamente diverso da quello che conosciamo noi. Che a questo punto ci chiediamo cosa sia…
9) Guidare in Marocco non fa per timidi e insicuri
Guidare in Marocco non è facilissimo. E noi siamo abituati al traffico di Roma eh. Ma qui c’è una dinamica tutta particolare, con dei codici che noi occidentali dobbiamo capire, prima ancora di adeguarci. Ad esempio è normale che le macchine ti si appiccichino sulla destra, o che viaggino sulla linea di mezzo che divide le corsie. Un caos superato solo dal Cairo.
La guida fuori dalle città è spericolata: sorpassi fatti praticamente in curva, velocità importanti, sobbalzi continui sulle molte buche (e ripeto, noi veniamo da Roma, la capitale delle buche).
Forse per questo sulle strade extra urbane la polizia è tanta e i controlli frequenti, per cui se noleggi una vettura sta’ sempre attento. I marocchini poi hanno un codice loro: se vedi qualcuno dalla direzione opposta che ti fa i fari, sappi che vuole sapere se hai visto polizia in giro poco prima.
Come si risponde? Alzando la mano poco sopra il volante: un movimento in orizzontale vuol dire ”via libera”, un movimento in verticale significa ”c’è una pattuglia”. Questa richiesta di informazioni è frequentissima.
All’interno delle città invece la macchina è inutile. Affidati tranquillamente a un taxi, che qui è davvero economico, ovviamente contrattando prima di partire. E arriviamo all’ultimo punto.
10) L’uso di contrattare farà uscire fuori il boxeur che è in te
In Marocco si contratta. Certo, non la cena al ristorante, ma gli acquisti, i taxi, o vari altri servizi, vanno conquistati. Prima di tutto per una questione culturale: per loro è abituale, se lo aspettano e quasi si offendono se non lo fai. E poi perché il prezzo che ti faranno, per qualunque cosa, sarà quasi sempre gonfiato in modo da arrivare a quello che vogliono loro dopo un’adeguata battaglia.
Che per noi può essere anche sfinente, specialmente quando ti rendi conto che da 20 minuti stai rilanciando 1 euro su un prezzo di 7-8 euro per una grossa brocca di ceramica. Ma la questione va ben oltre il vile danaro.
La cosa è in realtà una specie di ‘sport’, o di ‘singolar tenzone’, in pratica un incontro di boxe dove prende il sopravvento l’elemento agonistico. Ecco quindi che magari parti come me, inabile alla contrattazione, tanto che di solito offro il doppio del richiesto pur di tirarmene fuori… e poi invece ti trovi con la schiuma alla bocca a ingaggiare un vero ‘duello’ e a battere e ribattere che “noooo, è troppo, non ci penso proprio, non ce l’ho, ecc ecc”.
Una regola di base: offrire il 30% del prezzo chiesto e da qui arrivare a un compromesso. Altra regola: essere inamovibili è fondamentale, se tentenni è finita.
Poi ok, ci sono pure certe situazioni dove non c’è margine e allora se vuoi comprare paghi e via. Io ad esempio ho preso senza ribattere un anello in lega mista e degli orecchini, ma il prezzo era già talmente basso che ho pagato e basta. Per la cronaca, 10 euro.
Metti il Marocco in bucket list!
Bene, questa era una panoramica su alcune impressioni raccolte nel nostro primo viaggio in Marocco. Un Paese molto interessante che ti consigliamo vivamente di inserire nella tua bucket list. E se hai bisogno di convincere qualche amico o il tuo partner, puoi condividere con loro i nostri articoli 😉 ! Tra poco sforneremo anche i nostri itinerari a Fez e Chefchaouen. Stay tuned!
TI PRESENTIAMO CHEFCHAOUEN E FEZ, SCOPRILE CON NOI:
Cosa vedere a Fez: due giorni nella città imperiale più antica del Marocco
Mangiare a Fes come nelle Mille e una notte: 6 locali buoni e instagrammabili
PS: Se sei ancora curioso e vuoi sapere qualcosa in più sul nostro viaggio in Marocco, puoi dare un’occhiata alla nostra storia sul profilo Treeaveller di Instagram (e magari decidere di seguirci!)