Sicuramente avrai sentito parlare di Chefchaouen, la ‘Perla blu’ del Marocco. Infatti negli ultimi tempi questo pittoresco paesotto interamente dipinto dei colori del cielo e del mare sta acquisendo una notorietà che ha tutta l’aria di poter sconfinare in una moda. O in un vero hype.
Ma se ti stai chiedendo se sia una trappola per turisti oppure no, insomma se valga la pena andarci, la risposta è che merita assolutamente il viaggio.
Chefchaouen è una specie di isola, di mondo a sé: fiabesco, azzurrissimo e assolutamente unico. In poche parole, se vuoi vederla sbrigati prima che sia presa d’assalto!

Ma ora è venuto il momento di andare a farci avvolgere dal blu più blu del blu, e di immergerci tra vicoli e viuzze in un’atmosfera che è un mix particolarissimo di arabo, berbero e andaluso.
Indice
Un po’di storia di Chefchaouen (poca)
Chefchaouen si trova nel Nord del Marocco, circondata dai monti del Rif. Venne fondata nel 1471 da un discendente del profeta Maometto, sostanzialmente per resistere all’invasione portoghese, affiancato da tribù locali e da esuli andalusi sia musulmani che ebrei.

Questi ultimi erano scappati da Granada quando la caduta dell’ultimo sultanato in Spagna aveva messo anche fine a secoli di guerre tra mondo cristiano e islamico. Gli spagnoli poi occuparono Chefchaouen nel 1920 facendola diventare parte del ‘Marocco spagnolo‘. E la restituirono al Marocco indipendente nel 1956.

Chefchaouen, considerata città sacra, rimase sconosciuta e inaccessibile agli stranieri per tantissimo tempo, fino almeno agli anni ’50. Ora conosce una stagione di grande popolarità, grazie alla magia creata dalle sfumature intense dell’azzurro che colorano ogni cosa, allo scorrere lento della vita quotidiana, e anche alla droga. Ma di questo parlo dopo.

Perché Chefchaouen è blu?
Innanzitutto il domandone. Circondati da mille gradazioni di blu, dal più tenue al più deciso, è spontaneo chiedersi: ma perché tutto questo colore? Tanto più se pensiamo che questa città, peculiare per essere interamente e intensamente azzurra, prima era bianca. Cosa è successo poi? Purtroppo la questione rimarrà… un grande boh. Ognuno ha la sua teoria, e tutte raccontano una parte di storia di Chefchaouen.

Ecco le varie ipotesi che abbiamo raccolto sul campo:
- È il colore tradizionale degli esuli andalusi che la fondarono a fine del ‘400. Il blu si aggiungerebbe quindi alle tante influenze spagnole che si percepiscono facilmente tra ‘calle’ e ‘callejon’ (sì, i vicoli hanno proprio questi nomi!)

- Gli ebrei in fuga da Hitler rifugiatisi qui negli anni ’30 la dipinsero con questa tonalità riprendendo il colore che nelle loro tradizioni è quello del Paradiso e del cielo. Una specie di ‘reminder’ spirituale insomma.

Poi ci sono teorie più ‘pratiche’:
- Il blu aiuta a tenere lontane zanzare e moscerini vari. Si vede che è un problema sentito. Dovremmo provarci anche a Roma!
- Negli anni ’70 gli abitanti si resero conto che le sfumature azzurre incuriosivano e attiravano i turisti perciò decisero di dipingere tutto con questa palette. È la teoria favorita dalla nostra guida e, se fosse così, sarebbe un ottimo risultato di marketing!

Il turismo occidentale ha un po’ subito una battuta d’arresto, ma noi abbiamo visto gente da tutte le parti del mondo. E anche se l’atmosfera rimane rilassata, è contemporaneamente vivace e a tratti affollata: alcune location particolarmente instagrammabili richiederebbero l’eliminacode! Non solo, ma ormai gli ‘chefchaouanesi’ si sono imparati, e hanno allestito dei veri e propri angolini ad uso foto social… a pagamento (comunque un’inezia, pochi cent)!

Cosa vedere a Chefchaouen
Ma ora andiamo a scoprire cosa vedere a Chefchaouen.
La medina
La medina è la parte vecchia della città, che a Chefchaouen si trova nella zona orientale, quella che si arrampica sul monte. Certamente è molto più piccola della caotica Fez, ma anche questa è un labirinto di viette e viuzze, tutte azzurrissime, dove dopo qualche ora riuscirai già ad orientarti.
Il fascino è incredibile, l’estetica è unica. A ogni passo trovi un angolo da fotografare, che sia per i tuoi ricordi o che sia per fare incetta di cuoricini sui social.
Il colore blu la fa veramente da padrone assoluto, riempiendo case e vicoli, e quindi gli occhi e lo spirito di chi guarda.

Oltre alle sue viuzze, la medina è animata da scalette e scalini, da panni coloratissimi stesi ogni dove, dal souq (mercato) con i negozi traboccanti di carabattole, saponi, spezie e colori, ceramiche, artigianato.
Poi ci sono le zellige, le piastrelle marocchine che creano quelle pazzesche geometrie che intrippano la testa e che saranno tra le cose che maggiormente riporterai con te come ‘sensazione’ e atmosfera del luogo. Una caratteristica a cui penserai automaticamente pensando al Marocco, insomma.

Poi non perderti il dettaglio delle inferriate, che ricordano le abitazioni andaluse. Qui siamo vicinissimi anche geograficamente alla Spagna e l’influenza dell’antico protettorato rimane nelle decorazioni, nei nomi delle vie (come dicevo prima, spesso sotto il nome arabo troverai scritto sorprendentemente ‘calle’, ‘callejon’), e nella seconda lingua parlata dagli abitanti: lo spagnolo.

Piazza Uta El-Hammam
Chefchaouen ha varie piazze, ma una su tutte è vivacissima, il cuore della vita sociale. Uta El-Hammam, si chiama così, è dominata dalla Grande Moschea col suo particolarissimo minareto ottagonale e dalla qasba (la fortificazione araba), ma anche dalle montagne del Rif, che svettano oltre le abitazioni.

Uta El-Hammam è gremita di locali e localetti, dove tra le altre cose vedrai molti uomini intenti a fumare il kif, la droga a base di cannabis che qui a quanto pare è molto tollerata. In zona ci sono addirittura delle vere piantagioni, anche se in teoria sarebbe vietato. E invece il Marocco esporta pure (il famoso ‘marocchino’, da noi), anzi a dirla tutta è il più grande produttore mondiale di hashish…

Anche per questa ragione Chefchaouen è un meta ambita, specialmente dai backpackers!
Sorgenti Ras al-Ma
Poco fuori città, con una breve passeggiata, si arriva alle sorgenti Ras al-Ma, ‘testa dell’acqua’, dove a quanto si dice sorse il primo nucleo di Chefchaouen.
Il fiume Ras Maa d’altronde ancora alimenta i mulini della città. Insomma un luogo caro a tutti gli abitanti, e anche molto molto vivace, con tanto di locali sulle sponde del fiume e parecchia gente che qui conduce la propria vita, dedita all’artigianato o alla produzione di miele e datteri.

Cosa fare a Chefchaouen
La vita a Chefchaouen scorre rilassata, per cui anche tu, turista o viaggiatore, unisciti al flusso e goditi senza fretta questa perla, tanto unica quanto blu. La città si può visitare in una giornata, ma il mio consiglio è di rimanere a dormire una notte.
Prima di tutto perché non ci sono aeroporti vicino e per arrivare sicuramente dovrai farti varie ore di macchina, e poi perché passare una serata e un’alba a Chefchaouen è una bella esperienza da fare.
Tra i posti dove pernottare posso suggerirti il riad dove siamo stati noi: riad Dar Meziana.

Ma ecco un piccolo riassunto delle cose che puoi fare a Chefchaouen.
Passeggiare e fotografare
La prima cosa è buttarsi alla scoperta della medina, che saprà meravigliarti con scorci, angoli e colori che ti lasceranno un ricordo indelebile. Ovunque vorrai fare una foto, e la sfida sarà trovare un’inquadratura, un dettaglio, una sfumatura che rendano l’atmosfera magica di Chefchaouen… magari in modo diverso da tutti gli altri!
Quindi ringrazia il digitale che ti lascia illimitate possibilità di scattare e fa’ una bella scorpacciata di fotografie! Ho solo un’avvertenza: non tutti i musulmani gradiscono essere ripresi, perciò cerca di rispettare la loro sensibilità.

Mangiare l’hamburger di cammello
Chefchaouen è uno dei pochi posti dove puoi fare quest’esperienza. Non troppo sconvolgente, in realtà, come abbiamo documentato su Instagram, però interessante. L’hamburger di cammello (attenzione allo spoiler) è molto simile al ‘solito’ manzo, giusto un po’ più dolciastro. Insomma, non è una roba da spericolati assaggiatori, ma comunque è buono, particolare, e aiuta a entrare nell’atmosfera locale.

Per assaggiare il cammello ti suggerisco il Cafè Clock, anche perché il locale è molto bello (ce ne è uno anche a Fez) e perché se sei vegetariano puoi trovare dei piatti adatti a te.
Fare acquisti
A Chefchaouen c’è un fantastico artigianato che riguarda il legno ma anche tessuti e indumenti di lana, oltre a vestiario, bigiotteria e ovviamente spezie, coloranti, saponi. Hai praticamente l’imbarazzo della scelta sul souvenir da portare a casa! E se poi ti si avvicina qualcuno che ti chiede se vuoi dell’hashish… beh, se non sei interessato basta dire ”no grazie” e non ci saranno problemi.

A questo punto posso solo confermarti che Chefchaouen è davvero la perla blu del Marocco! Se stai pensando di andarci e vuoi qualche info chiedici pure, nei commenti o sui nostri social, facebook, Twitter e Instagram.

E se poi hai trovato utile questo articolo… magari condividilo, così anche altri scopriranno un aspetto inaspettato del Marocco!
Ti aspetto al prossimo viaggio!
PSSSS Qualche curiosità sul Marocco puoi leggerla qui:
E non perderti Fez, la città imperiale più antica del Paese:
Cosa vedere a Fez: due giorni nella città imperiale più antica del Marocco
Mangiare a Fes come nelle Mille e una notte: 6 locali buoni e instagrammabili