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“Benvenuti nella città delle mille fontane!”
Ehi, aspetta un momento: quante? Mille? I francesi devono avere qualche problemino con la matematica (o con la megalomania), perché se è vero che a Aix en provence si possono osservare molte fontane, il totale (almeno di quelle più famose) supera di poco la decina. Non lo affermiamo soltano noi, che ci siamo stati, ma anche il sito del turismo di Aix, che ne cita dodici. Avete letto bene: DO-DI-CI.
A questo punto mi permetto di suggerire all’assessore al turismo del comune di Tivoli di proporre una modifica alla voce wikipedia di Villa d’Este, chiedendo che venga nominata “villa delle gigamila fontane”. (A proposito, ne parliamo in questo post: Villa d’Este a Tivoli, un capolavoro che dovete assolutamente vedere).
Ma bando alle rampogne, ecco come è andata la nostra giornata a Aix en provence, gradevolissima cittadina fondata dai romani nel primo secolo avanti Cristo e giunta all’apice del suo splendore nel dodicesimo secolo quando divenne centro culturale e artistico della Provenza.
Apparentemente si trova a 20 minuti d’auto dall’aeroporto di Marsiglia, ma potreste incappare in qualche piccolo, diabolico, disguido e arrivare sul posto dopo un’ora abbondante: cose che accadono quando un treeavel si trasforma in treeavHELL.
In questo articolo:
Aix en provence, consigli per l’uso
Primo consiglio non appena siete in città: puntate il primo parcheggio a pagamento e imboccatelo con fiducia. Questo consiglio vi salverà la vita, quindi tenetelo bene a mente. Non esiste modo alcuno di parcheggiare la macchina lungo una via, una qualunque via.
Nulla, niente, nein, niet.
Se vi intestardite a farlo, magari seguendo le indicazioni del vostro navigatore, vi caccerete in un mare di guai. Come incastrarvi nel bel mezzo della zona pedonale, con alla vostra sinistra i tavoli di un bistrot, alla vostra destra una signora che vi imbruttisce in francese, davanti a voi un palo anti-passaggio (o come dicono quelli bravi: un dissuasore stradale). Un incubo che tornerà a trovarmi spesso, altro che esame di maturità!
Aix en provence: a caccia di fontane!
La fontana del quattro delfini
Quindi parcheggiate nel parcheggio a pagamento, non importa quanto pagherete (comunque non pochissimo), sarete ripagati da una giornata sicuramente migliore. Noi abbiamo lasciato l’auto al parcheggio Mignet, a due passi dalla fontana dei quattro delfini (fontaine des Quatre Dauphins), nostra prima tappa in Aix. Opera di ingegno di Jean-Claude Rambot la fontana domina la piccola piazza dalla metà del 1600:
Saint-Jean-de-Malte
Da qui, con un brevissimo tratto a piedi, abbiamo raggiunto la chiesa di Saint-Jean-de-Malte, risalente al XIII secolo che con immenso culo abbiamo trovato avvolta nel cellophane (uh! una parola francese! Tres chic!) come un pandoro alla vigilia di Natale.
Ma davanti a contanto cellophane un miracolo divino: un nasone alla francese che ci ha permesso di placare la sete e di far finta che l’atmosfera non fosse attorno ai 38 gradi Celsius come tutti i termometri si ostinavano a segnalare.
Musée Granet
Accanto alla chiesa di Saint-Jean-de-Malte (che vi consigliamo vivamente di visitare all’interno, dove l’impianto gotico fa uso di una struttura molto pulita, priva di eccessi decorativi, che la rende affascinante nella sua austerità) si trova il museo più importante di Aix, il Musée Granet, che contiene collezioni dal XIV° al XX° secolo, con opere, tra gli altri, di Rembrandt e Cézanne.
Dopo un pasto veloce, di cui taccio il contenuto per pudore verso quello che viene comunemente definito un pasto, abbiamo imboccato Cours Mirabeau, la via principale di Aix che collega la città vecchia al quartiere Mazarin, dalla sua etremità orientale e l’abbiamo percorso tutto per ammirare le altre fontane famose di Aix.
Fontaine du Roi René
La prima (Fontaine du Roi René) è quella dedicata a bon Roi René, che regnò ad Aix nel XV secolo, rappresentato mentre porge un grappolo di uva moscata, da lui introdotta in Provenza:
E si sa, dici ‘francese’ e pensi subito al vino, come ci insegnano i Simpson.
La fontana dei nove cannoni
Proseguendo lungo Cours Mirabeau siamo giunti alla seconda fontana, quella ‘dei nove cannoni‘ (Fontaine des Neuf-Canons). Edificata nel 1691, la sua acqua veniva utilizzata dalle religiose di Sant’Orsola, e in seguito dai Benedettini. Diciamo che ci siamo fidati. Dei nove cannoni, dico. Perché la vegetazione che la ricopriva era tale che per visualizzare le sculture bisognava utilizzare un po’ di fantasia:
La fontana dell’acqua calda
La terza fontana incontrata lungo il cammino è stata quella cosiddetta ‘dell’acqua calda’ (fontaine d’eau chaude), costruita nel 1734, che secondo quanto riporta Wikipedia “è costantemente circondata da vapore e ricoperta da muschio a causa della temperatura di 35 °C dell’acqua”. Ma dal momento che la temperatura dell’aria si aggirava intorno ai 38 gradi, di vapore non c’era traccia, neanche a volerlo cercare con uno spettrometro di massa. Anzi, faceva talemente caldo che l’acqua della fontana, testardamente saggiata con la manina, appariva addirittura fresca. Non dubitiamo però che vista in condizioni meno estreme questa fontana possa mostrare i suoi lati affascinanti.
Poco più avanti, al civico 38 di Cours Mirabeau faceva bella mostra di sé l’Hôtel Maurel-de-Pontevés, il cui balcone, sorretto fieramente dai due atlanti, rappresenta il simbolo del barocco di Aix:
La fontana della Rotonda
L’ultima imponente fontana si trova alla fine del corso, al centro della piazza della Rotonda, ed è, appunto, la fontana della Rotonda:
Costruita nel 1860 è sovrastata da tre statue rappresentanti la Giustizia (rivolta verso la città), l’Agricoltura (verso Marsiglia) e le Belle Arti (verso Avignone):
Oltre le fontane: viaggio nella città vecchia
Dopo una rifocillante sosta in un caffè, la visita è proseguita lungo le strade della città vecchia. Per visitarla ci è bastato imboccare alla sinistra di Cours Mirabeau, verso nord: è una zona della città frequentata soprattutto da studenti nonché un incrocio mirabile di vicoli, vicoletti e piazze.
La Cattedrale di Saint-Saveur
Qui si possono trovare i due monumenti più importanti della città: la Cattedrale di Saint-Saveur e la torre dell’orologio.
La prima è un gioiello dell’arte romanica, monumento storico di Francia dal 1840 e nonostante questo non in grandissima forma:
All’interno, nella navata di sinistra, è conservato il Trittico del roveto ardente di Nicolas Fromente, universalmente descritto come ‘magnifico’. Sorpresa! Il trittico, per motivi legati a una problematica conservazione, è chiuso. A tempo indeterminato. Quindi ci siamo dovuti accontentare di ammirarlo così:
Un po’ come andare al Colosseo ed essere costretti a guardare il grattacheccaro all’angolo…
La Torre dell’Orologio
L’altro monumento di Aix è la Torre dell’Orologio con l’Hotel-de-Ville, il municipio:
Place de la Mairie
Place de la Mairie, dove appunto spicca la torre dell’orologio astronomico che rappresenta le quattro stagioni, è uno dei punti più caratteristici e pittoreschi di Aix. Qui ogni mattina si svolge il mercato e ogni pomeriggio questo lascia spazio ai tavolini dei bar:
Girare per la città vecchia ci ha regalato scorci notevoli:
Purtroppo non siamo stati fortunatissimi in serata: un paio di ristorantini che avevamo puntato avevano tavoli prenotati fino al capodanno del 2026. Così la nostra giornata ad Aix si è conclusa con un ripiego che è stato più un atto di ribellione verso le ingiustizie (culinarie) della vita che altro:
Cercate info e bei suggerimenti sulla Provenza? Eccovi serviti: