La mia prima volta a New York è stata contemporaneamente ‘classica’ e ‘alternativa’. Classica perché in quanto prima volta ho fatto molte delle cose che si possono considerare must see. Alternativa perché in quanto prima volta ho cercato di vedere il maggior numero possibile di opere del mio scultore preferito: Alexander Calder. Ne è venuta fuori una sorta di itinerario nell’itinerario a New York, rubacchiato ai miei compagni di viaggio, ovvero mio fratello e mia sorella, i quali non erano esattamente interessati a quest’artista.
Indice
Chi era Calder?
Alexander Calder (Philadelphia, 22 luglio 1898 – New York, 11 novembre 1976) è stato un’artista statunitense, famoso per l’invenzione di grandi sculture di arte cinetica chiamate Mobiles e Stabiles, con le quali ha introdotto un nuovo modo di concepire per l’appunto la scultura.
Itinerario a New York alla ricerca di Mobiles e Stabiles
L’itinerario a New York alla ricerca di Calder è comunque stato anche un’ottima scusa per girare la città. Ecco le 6 tappe del mio tour:
1 – Lincoln Center for the Performing Arts
Si comincia col primo Mobile, scovato davati al Lincoln Center for the Performing Arts, il più grande centro culturale di New York dedicato a teatro, opera, danza e concerti.
Di fronte a dei perplessi fratelli, ho sfotografato in lungo e in largo la mia prima conquista:
L’occasione ha valso un passaggio in Columbus Square e un assaggio di Central Park, che anche dall’esterno già prometteva bene.
E ha mantenuto: due ore a girare all’interno ci hanno consentito di vedere le attrazioni più famose, dalla statua di Alice agli Strawberry fields dedicati alla memoria di John Lennon. Peccato per la quasi totale assenza di foliage nonostante fosse fine ottobre… Molto bello è invece e forse spesso ingiustamente tralasciato il panorama dal Belvedere Castle. Noi ci siamo arrivati all’imbrunire quando lo specchio d’acqua, le nuvole e i grattacieli in lontananza si tingono di un meraviglioso rosa. La vista è stata suggestiva e indimenticabile.
2 – Madison Avenue
Essendo autunno inoltrato, la notte è scesa velocemente e altrettanto velocemente ho dunque trascinato i miei fratelli su Madison Avenue. Lungo la via, ai civici 1014-1018 tra la 78ma e la 79ma, si trova un unicum per quanto riguarda questo artista e sicuramente una particolarità in generale: il marciapiede realizzato da Calder. Ed è subito feticismo!
Ci tenevo tantissimo a vederlo proprio per la sua originalità e con la scusa ci siamo ritrovati comunque a gironzolare lungo la Avenue, ricca – è il caso di dirlo – di meravigliose boutique: il lusso e la cura nell’allestimento delle vetrine valgono da soli la passeggiata. Anche se poi si scoprono cose tipo i Metallica che pubblicizzano marchi come questo in foto.
3 – Ibm Building
La terza tappa dell’itinerario a New York sulle orme di Calder è stata sempre in Madison Avenue, all’incrocio con la 57ma. Davanti all’ingresso dell’Ibm Building è collocato infatti un bel Mobile rosso fuoco che spicca contro il nero del grattacielo.
Rosso arte contro nero affari? Com’è come non è stanno benissimo insieme e per la bellezza (ognuno ha le proprie perversioni) probabilmente ho rischiato di essere portata via dalla vigilessa del trafficatissimo incrocio per comportamento sospetto. Infatti credo di essermi aggirata in quei pochi mq per circa mezz’ora, fotografando il Mobile alternando compulsivamente compatta, cellulare e bridge, ci mancava che mi mettessi a dipingerlo en plain air.
4 – MOMA
Ma a questo punto… perché non ‘circolare’ di propria sponte e proseguire l’itinerario a New York al MOMA in cerca del mio beniamino (costringendo il fratello a partecipare alla caccia ovviamente)? Il museo è un caposaldo quanto all’arte contemporanea e merita una visita. Occorre mettere in conto almeno un paio d’ore di visita: è grande e vi si trovano moltissime opere ultrafamose che costituiscono la collezione permanente, oltre a mostre temporanee sempre interessanti e chiaramente ben fatte.
5 – MET
Quanto a musei però, personalmente ho preferito il MET, anche se a questo ho potuto dedicare un tempo ridicolo sia in rapporto alle opere che espone sia alle sue dimensioni, che com’è noto sono più che ragguardevoli. Avevo poco tempo a mia disposizione (confesso: un’ora e mezza… una vergogna ma meglio di niente, specialmente se ricavata seminando i miei fratelli al diner dopo colazione). Quindi mi sono concentrata sulle sale dove potevo trovare le opere di Calder e su un quadro di Monet, ”Terrasse à Sainte-Adresse“. Non è tra i piu’ noti del pittore ma io lo a-d-o-r-o!
Nella ricerca delle opere che mi interessavano mi sono ovviamente imbattuta in tantissime altre cose, compreso un Man Ray che mi ha davvero emozionato, anche perché me lo sono trovata davanti del tutto inaspettatamente. Di Calder, disseminati al MET ci sono tre Mobiles e… una testa.
6 – Terminal 1 del JFK International Airport
Le tracce dell’artista Calder in questo itinerario a New York si sono chiuse (ma in realtà non esaurite…) in bellezza alla partenza. Al terminal 1 del JFK International Airport, infatti, per la gioia dei miei fratelli ormai stremati, è impossibile non vedere un enorme Mobile che appeso alla volta fluttua e compone continuamente nuove configurazioni e nuove visioni, accompagnando il nostro saluto ad una città per me assolutamente fantastica e in cui sicuramente, Calder o non Calder, si torna e si ritorna.
Tante altre belle cose su New York le trovi qui:
Hot dog ma non solo: cosa mangiare a New York (e qualche indirizzo)