Per la serie ‘meraviglie snobbate a due passi da casa’, in questo caso di chi abita in Italia centrale, oggi andiamo alla scoperta di un posto che ci sembra ingiustamente sottovalutato. Il Palazzo Farnese di Caprarola è una delle più belle residenze rinascimentali che abbiamo e dovrebbe essere pieno di gente che va ad ammirarlo. Invece noi ci siamo stati una domenica che l’ingresso era pure gratuito ed eravamo tristemente pochi pochi pochi.
Quindi con questo articolo e con le immagini del Palazzo Farnese a Caprarola speriamo di farti conoscere le sue bellezze (non tutte: sono troppe!!) e di farti venire la voglia di andare a scoprirlo.
Indice
Caprarola e la Via Dritta
Il Palazzo Farnese, che dobbiamo alla potente e nobile famiglia Farnese, si trova a Caprarola, nella Tuscia laziale. Il borgo medievale, sorto su uno sperone tufaceo, fu praticamente sventrato per realizzare una lunga strada dritta che sale fino al piazzale dove svetta l’edificio. La Via Dritta (al secolo via Filippo Nicolai) è in salita, il che rende particolarmente imponente e regale il Palazzo, ed è interessante scoprire come hanno risolto il problema del dislivello da colmare.
La difficoltà è stata girata a favore: si sono inventati che la posizione sopraelevata dell’edificio simboleggiava il maggior status del proprietario, il Cardinale Alessandro, rispetto al popolo, e la maggior importanza del suo potere spirituale sulle cose terrene. Insomma era il posto perfetto per gridare verso il basso: “A poracci!”.
Il piazzale antistante il Palazzo oggi è rovinato dalle macchine, comunque da qui possiamo dare il primo colpo d’occhio all’edificio. La prima cosa che si nota è la sua armonia, dato che è simmetrico in tutti i suoi elementi, compresa la doppia scalinata che porta all’entrata. Dalla terrazza antistante, guardando il paese, si può notare benissimo la fenditura della Via Dritta. Ma da qui non puoi scoprire una importante peculiarità del Palazzo: ovvero che è a forma di pentagono. Perché questa stranezza?
Palazzo Farnese Caprarola storia (rapida)
Il Palazzo Farnese di Caprarola ha un aspetto forte e potente, con un solido impianto di forma pentagonale: una cosa un po’ strana se pensiamo che è una residenza. La spiegazione è che l’edificio nasce in realtà con funzioni difensive. Nel 1530 fu Alessandro Farnese il Vecchio a richiedere la costruzione di una fortezza, affidandola all’architetto militare Antonio da Sangallo il Giovane.
Poi però il Farnese divenne Papa Paolo III e Antonio morì, così il progetto si arenò per essere ripreso nel 1559 dal nipote (sì, il Papa era suo nonno…) Alessandro Farnese Junior, a 14 anni già Cardinale, che lo affidò al Vignola. I nomi più illustri del tempo, pittori, architetti, poeti, ci misero le mani. Il risultato lascia a bocca aperta per la ricchezza, le decorazioni, i colori, i fregi, gli stucchi e tutto quanto l’insieme.
Il Vignola trasformò il progetto inziale della fortezza in uno nuovo di residenza rinascimentale, ma mantenne l’impianto pentagonale dell’edificio. Una delle cose meravigliose e particolari della sua opera è che al centro del Palazzo realizzò un cortile rotondo, cosa che contrasta con l’esterno lineare a 5 lati. Furono inoltre realizzati dei giardini terrazzati monumentali, gli Orti Farnesiani, che ricordano quelli posseduti dalla potente famiglia a Roma.
Palazzo Farnese Caprarola
L’esterno è solido, imponente e armonico, ma è l’interno ad essere decisamente spettacolare. Intanto è diviso in due zone, quella estiva dove non batteva il Sole e quindi più fresca e quella invernale, più calda e assolata: un criterio davvero moderno.
Salito il doppio scalone, dalla terrazza entri nell’edificio e ti trovi al Piano dei prelati, o Piano Rialzato, dove ci sono la biglietteria, alcune stanze affrescate e il cortile circolare intorno a cui corre un porticato su due piani completamente decorato sul verde. Gli affreschi, stupefacenti, sono di Antonio Tempesta che ha realizzato anche quelli delle pareti della Scala Regia, un’opera di rara bellezza che andiamo subito a vedere.
Palazzo Farnese Caprarola Scala Regia
Pare incredibile, vista l’enorme ricchezza di decorazioni, stucchi e affreschi che riempie le tante sale della residenza cardinalizia. Eppure la famosissima Scala Regia di Palazzo Farnese a Caprarola batte tutto: è la cosa più magnificente e spettacolare dell’edificio, concepito per rappresentanza e quindi per impressionare. In effetti è impressionante.
La Scala elicoidale sale attorno a 30 colonne di peperino appaiate, mentre tutto intorno sulle pareti e sulla cupola è un tripudio di affreschi che celebrano la grandezza e la megalomania dei Farnese. In particolare di Alessandro Farnese il Giovane, che si racconta salisse la Scala a cavallo, ed è per questo che i gradini sarebbero così larghi e bassi. Questa diceria non ha conferme ma la Scala è sublime, maestosa, talmente ricca che quasi ti stordisce. È molto difficile in effetti cogliere il dettaglio, ma l’insieme è da capogiro, vorticoso come il percorso a chiocciola che percorri per salirla.
Al centro della cupola potrai riconoscere lo stemma a sei gigli di Papa Paolo III, che era appunto il nonno del Cardinal Farnese e col quale la famiglia prese lo sprint dell’ascesa sociale.
Diamo il giusto onore a chi ha realizzato questa meraviglia architettonica: la Scala è opera del Vignola, mentre gli affreschi delle pareti sono di Antonio Tempesta, che tra l’altro li farcì di simboli che poi torneranno nelle varie stanze. Diciamo la verità: anche solo guardarli richiederebbe settimane!
Palazzo Farnese Caprarola affreschi e stanze
Ancora rimbecillito e sopreso dalla magnificenza della Scala arrivi al piano superiore, il Piano Nobile, che è quello più spettacolare. Ma ci sono anche diverse belle stanze al Piano dei Prelati.
Non te le stiamo a raccontare tutte perché faremmo un’enciclopedia e ti rovineremmo il gusto della scoperta. Però sicuramente ti consigliamo di lasciare la fretta a casa e di gustarti con calma tutta la ricchezza delle antiche Sale in cui ti aggirerai.
In ogni caso qualcuna, tra quelle che ci hanno più colpito, vogliamo fartela vedere. Andiamo!
Loggia di Ercole
È stranissima, ha i pavimenti smaltati e una fontana a parete. La cosa si spiega col fatto che in origine si trattava di un ambiente semi aperto. I magnifici finestroni danno su Caprarola e sulla pianura, in modo che i Farnese potessero contemplare quello che era parte dei propri possedimenti (oltre a gridare eventualmente “A poracci” ai popolani).
La Sala è dedicata al mito di Ercole che creò il vicino lago di Vico piantando una lancia nella terra. Ma in pratica è lo stesso Cardinale a essere identificato con l’eroe mitologico, infatti gli affreschi lo celebrano per dei miglioramenti che fece in zona come la costruzione di un acquedotto e il recupero di terre e pascoli.
La Cappella
Si tratta di un ambiente circolare che corrisponde in pianta alla Scala Regia, affrescato con episodi del Vecchio Testamento e al centro la creazione degli Astri, veramente poetica. Le vetrate sono istoriate e lasciano passare giochi di luci. Ti consiglio poi di guardare per bene il pavimento, disegnato dal Vignola. Gli affreschi sono di Federico Zuccari succeduto al fratello Taddeo dopo la sua morte.
Sala dei Fasti Farnesiani
È una delle sale più ampie e i suoi affreschi narrano le gesta della famiglia Farnese con intento celebrativo e parecchio propagandistico. Tutto era molto esaltato, a prescindere dalla realtà, tutto doveva essere epresso al meglio. Ci viene da pensare che forse Instagram non s’è inventata niente… anche se ovviamente diffusione e risultati sono ben diversi!
Camera dell’Aurora
Era la camera da letto del cardinale nella zona estiva. Nell’ovale sul soffitto ci sono figure mitologiche che richiamano i cicli del sonno e della veglia, la serenità e la tranquillità, oltre ad essere di buon auspicio per una buona dormita e un buon risveglio. Quasi quasi ce lo ricopiamo nella nostra stanza!
Sala dei Lanifici
Era una sorta di guardaroba-spogliatoio (cabina armadio diremmo oggi) dove probabilmente venivano anche tessuti i vestiti del cardinale. Gli affreschi raccontano la storia di Aracne, che fu trasformata in ragno e condannata a tessere per l’eternità, ma anche scene più storiche come la realizzazione dei primi abiti e la scoperta dei colori. Su tutti il porpora, un colore così prezioso da diventare esclusiva di ricconi e altissimi prelati. Il soffitto è davvero opulento, a me è piaciuto tantissimo.
Sala del Mappamondo o delle Carte geografiche
Ma la Sala più entusiasmante per noi senza dubbio è quella del Mappamondo, sulle cui pareti ci sono delle enormi e dettagliate mappe delle terre conosciute all’epoca, nella seconda metà del ‘500. Infatti dell’Australia e della Nuova Zelanda non c’è nemmeno l’ombra.
Abbiamo amato e ammirato questa sala, ovvio, perché siamo viaggiatori. Ma anche per la bellezza e la precisione delle mappe, che forse infatti sono state rimaneggiate, e per i ritratti di grandi esploratori come Vespucci, Magellano, Colombo, Cortez, Marco Polo, che quelle carte hanno contribuito a crearle. Li sentiamo un po’ vicini, anche solo come ispirazione… Perché mai sognare al ribasso?
Ma non finisce qui. Guardando il soffitto entri in un altro mondo, un universo caleidoscopico fatto da uno zodiaco e da un brulicare di animali tra mito e fantasia che riprendono l’astrologia antica. Ci sono anche le allegorie dei segni zodiacali, incorniciate dagli stucchi sotto la volta.
Noi saremmo rimasti ore qui dentro, rapiti dall’azzurro intenso dell’universo sopra le nostre teste e quello delle carte geografiche intorno a noi. Avremmo voluto interrogare i navigatori e saperne di più sulle loro esperienze… e invece dopo un po’ era ora di proseguire con la nostra scoperta del Palazzo, certo un’esplorazione molto più modesta ma che ci ha arricchito e stupito al massimo.
Camera dei sogni
Era la camera da letto invernale di Alessandro Farnese, e come in tutto l’appartamento invernale i soggetti sono religiosi e basati sulla Controriforma. Nell’ovale è rappresentata una scena dell’Antico Testamento in cui angeli messaggeri assicurano a Giacobbe che Dio lo veglia e che certe terre rimarranno a lui e ai suoi discendenti. I sogni del cardinale, insomma, erano un misto di sacro e molto molto profano.
Palazzo Farnese Caprarola giardini
Alle spalle del Palazzo ci sono i Giardini, nello stile italiano rinascimentale che creò veri capolavori associando natura e architettura. Il Giardino privato di Palazzo Farnese è sempre visitabile, mentre il Giardino Grande, ovvero gli Orti Farnesiani, solo nei giorni feriali.
Noi siamo andati di domenica e quindi non abbiamo potuto vederli tutti e due, che peccato! Dalle foto gli Orti sembrano proprio una meraviglia con fontane, parchi, sculture, labirinti vegetali e il casino di caccia o per meglio dire il Casino del Piacere. C’è anche una fontana a catena d’acqua, sempre spettacolare e molto simile a quella del giardino di Villa Lante a Bagnaia che invece abbiamo visto (altro luogo davvero molto bello e meritevole di visita).
I dintorni di Caprarola
Il paese ruota tutto intorno al Palazzo, ma si trova in una zona del Lazio ricchissima sotto ogni punto di vista: dai borghi come Sutri o Bagnaia ai Monti Cimini, conosciuti nell’antichità come ‘Selva Oscura’, dai parchi a tema come quello esoterico di Bomarzo ai laghi come il Lago di Vico, di origine vulcanica e mitologica. Viterbo poi, splendida città medievale, è a poca distanza.
Per quanto riguarda i piaceri del corpo, mai e poi mai da tralasciare, la zona di Caprarola è famosa per le nocciole, che puoi apprezzare sotto forma di tozzetti o pampepati oppure ancora più golosamente come crema da spalmare. Sono degne di attenzione anche marmellate e castagne, oltre ai tipici piatti ignoranti e succulenti che si possono mangiare nelle osterie dei borghi.
Info
Palazzo Farnese Caprarola Orari: dal martedì alla domenica 8.30-19.30 con ultima entrata alle 18.45. Ma 3/4 d’ora sono niente, fidati. Chiuso il lunedì, il 25 dicembre e l’1 gennaio. Ora chiuso per il Covid. Controlla sempre gli aggiornamenti sul sito.
Palazzo Farnese Caprarola prezzi: 5 euro adulti, davvero irrisori. 2 euro 18-25 anni. Gratuito in occasione delle prime domeniche del mese (se le rifaranno…).
Che aspetti per andare a vedere quant’è bello il Palazzo Farnese di Caprarola? Ah già, che passi il Covid… Intanto prendi appunti e fatti trovare pronto!
Al prossimo viaggio
Simona