Nel mio itinerario a piedi alla scoperta di Uppsala ho accennato più di una volta a Linneo. E non soltanto perché i miei studi accademici mi perseguitano (un po’ come l’amore nella canzone di Giusy Ferreri e Federico Zampaglione), ma soprattutto perché da queste parti (e intendo a Uppsala) Linneo è una sorta di Garibaldi italico, un eroe dei 5 continenti che con la sua intuizione e la sua caparbia ricerca dell’ordine è riuscito a rivoluzionare la scienza in tutte le sue sfumature, cominciando da quella botanica fino a quella medica. Normale quindi che a lui siano dedicati edifici, giardini, musei, magliette, biscotti e calamite per il frigorifero: Linneo è una star di cui gli svedesi vanno giustamente fieri. E ora vi racconto brevemente perché.
Indice
Linneo e Uppsala, un legame strettissimo
Carl Nilsson Linnaeus (1707-1778), o più semplicemente Linneo (grazie al provincialismo tutto italiano di piegare i nomi stranieri alla ‘normalità’: ecco quindi i vari Linneo, Copernico, Cartesio, etc.), è stato semplicemente il più grande botanico di tutti i tempi. Ha vissuto a Uppsala per quasi tutta la sua vita, qui ha insegnato all’università, qui ha prodotto e pubblicato la sua opera rivoluzionaria, qui è morto ed è stato sepolto (all’interno della cattedrale).
Figlio di un contadino e della figlia di un pastore protestante è riuscito, nonostante le umili origini, a rivoluzionare il mondo della sistematica biologica portando ordine laddove prima regnava il caos. Per farla breve, Linneo è stato l’inventore della nomenclatura binomiale, secondo la quale a ciascun organismo sono attribuiti due nomi:
- Il primo si riferisce al Genere di appartenenza dell’organismo
- Il secondo, spesso descrittivo, indica la Specie propriamente detta
Se la cosa non vi sembra così grandiosa come in realtà è, proviamo a spiegarla meglio con un esempio:
Prima di Linneo:
Oggi al bar ho incontrato un uomo di 30/35 anni, alto circa un metro e settanta, occhi e capelli castani, occhiali, jeans leggermente strappato sul ginocchio, maglietta bianca di spugna tipo mare (cit.)
Dopo Linneo:
Oggi al bar ho incontrato Mauro Persichetti
C’è una bella differenza, no?
Prima della straordinaria intuizione di Linneo il sistema di nomenclatura era semplicemente basato su un’estesa descrizione (in latino) di ogni pianta, redatta in maniera arbitraria da un classificatore che (tra l’altro) descriveva solo quello che secondo lui potevano essere gli elementi distintivi di rilievo. Nell’opera Species plantarum (Le specie delle piante) il naturalista svedese introdusse l’uso della nomenclatura binomia, assegnando a ogni pianta due nomi latini. Et voilà!
Il cambiamento fu stravolgente e riuscì a dare negli anni a seguire un impulso straordinario all’evoluzione non solo della botanica ma di tutte le scienze mediche e biologiche (se ora parlate con disinvoltura di ‘Mammiferi’ o di ‘Primati’, sappiate che state usando due dei tanti neologismi introdotti proprio da Linneo).
Linneo, genio o libertino?
Sin da studente Carl Linneo era convinto che gli organi riproduttivi delle piante (ossia i fiori, intesi nel loro insieme di calice, petali, stami e pistilli) potessero essere utilizzati come base per la loro classificazione, tanto che scrisse un breve trattato sull’argomento, Praeludia sponsaliorum plantarum (“Gli accoppiamenti delle piante”). Apriti cielo! Evidentemente a quel tempo la Svezia pullulava ancora di bigotti perché l’imprudenza di basare la classificazione su “l’apparato sessuale” delle piante, esaminando i loro “organi riproduttivi” costò a Linneo una denuncia dallo Stato svedese per “immoralità” e la condanna della Comunità luterana come “sospetto di libertinismo”. La cosa ora fa sorridere, ma al tempo Linneo non ebbe vita facile.
La casa di Linneo
La casa dove visse per lunghissimi anni, durante i quali si dedicava all’insegnamento universitario e alla cura e allo studio del suo amato giardino botanico, è stata trasformata in un museo tanto bizzarro quanto interessante.
Bizzarro, perché fa sempre un certo effetto entrare in casa d’altri senza averne il permesso del proprietario e nonostante il biglietto d’entrata ci autorizzi a mettere il naso tra gli effetti di Linneo, la sensazione di essere dei “ladruncoli” rimane un po’.
Interessante perché ci si accorge dell’enormità intellettuale di questo piccolo uomo (Linneo era alto poco più di un metro e cinquanta), si percepisce il suo genio attraverso le teche che espongono i suoi libri e i suoi strumenti di lavoro.
Insomma, la visita è un po’ strana, magari da nerdoni-scienziati, come direbbe qualcuno. Però ve la consiglio: non capita spesso di mettere piede nel salotto buono di un genio della scienza.
Informazioni pratiche
Indirizzo: Svartbäcksg, 27 – Uppsala
Telefono: +46 18.471.28.38
www.linnaeus.uu.se
www.gustavianum.uu.se
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