A Roma puoi trovare di tutto. Ok, sono romana e questo suona un po’ come chiedere ‘”Osteeee, è bbono il vino?”. Però è proprio così, e lo dimostra il fatto che anche se un giorno ti viene voglia che so, di un po’ di Giappone, hai di che sbizzarrirti. Ed è quello che abbiamo fatto noi, in una delle prime mattine davvero primaverili dell’anno, dirigendoci in zona Valle Giulia dove ha sede l’Istituto giapponese di cultura, in cerca di un grande classico dell’immaginario: un vero giardino giapponese.
Dopo un caffè in via Gramsci che non ci sentiamo di consigliare (in caso di necessità, a pochi passi c’è la caffetteria della Gnam che è molto meglio) e uno sguardo alla mostra sulle tradizioni alimentari giapponesi realizzata presso l’Istituto, viene il nostro turno e possiamo entrare.
Le visite infatti sono scaglionate a orari precisi e vanno prenotate (con un certo anticipo: c’è parecchia richiesta); il vantaggio è che sono guidate, perciò entriamo molto curiosi di sentire le spiegazioni.
Indice
Com’è fatto un giardino sen’en
Appena varchiamo il cancello ci troviamo immersi nel verde e nel rosa di un bellissimo ciliegio in pieno fiore, un albero davvero scenografico e una meraviglia per gli occhi!

Il giardino, di dimensioni contenute, è stato progettato dall’architetto Ken Nakajima (ci fidiamo della guida…) e raccoglie tutti gli elementi classici del giardino di stile sen’en (giardino con laghetto). Ovvero presenta certamente il laghetto, ma anche la cascata, le rocce, le piccole isole, il ponticello e la lanterna di pietra (tôrô).

Si tratta quindi di uno spazio che ha una concezione diversa dal famoso giardino zen, quello ‘secco’, dove la sabbia bianca sostituisce l’acqua, nato per agevolare la meditazione. Questa tipologia ‘umida’ nasce per scopi ricreativi e per il piacere degli occhi, deve esprimere pace e armonia ma tutto ha anche un profondo significato.
L’estetica è chiaramente jap, minimalista e soprattutto perfettamente curata: nel giardino giapponese nulla ma assolutamente nulla è lasciato al caso, e la disposizione di ogni elemento risponde a una funzione.


Le rocce ad esempio fanno da ‘quinta’, così come la pendenza del declivio e la conformazione del terreno vengono sfruttati per allargare otticamente la prospettiva e dare un’idea di maggiore ampiezza. Anche l’esterno del giardino è stato considerato nel progetto, e utilizzato per ottenere un insieme gradevole e offrire un ideale prolungamento dello spazio verde oltre i propri confini. Un ‘trucco’ mica male!

Perché andare a vedere il giardino giapponese?
E’ una bella occasione per assaggiare un po’ di oriente rimanendo ‘a casa’, per vedere qualcosa di diverso dai parchi e dai giardini più vicini alla nostra esperienza, e per imparare qualcosa di nuovo. L’Istituto inoltre propone sempre mostre interessanti, il tutto ad accesso libero.
Ma soprattutto, anche se solo per mezz’ora vi sembrerà di essere altrove, in un luogo di pace e armonia lontano dal caos della città. Il giardino conquista proprio per la sua semplicità, la sua perfezione e la sua armonia. Si torna ai propri impegni, nel nostro caso lavorativi, con molto più entusiamo.
Non ci credete? Allora dovete scoprire il potere del verde e dello Shinrin yoku (non a caso è un termine giapponese)!
Come arrivare al giardino giapponese di Roma
Il giardino è annesso all’Istituto Giapponese di Cultura in Roma, in zona Valle Giulia:
Quando andare
Il giardino giapponese è aperto tutto l’anno tranne nei mesi di luglio e agosto e sotto Natale. Il ciliegio tendenzialmente fiorisce agli inizi di aprile per un paio di settimane, ma anche fuori da questo periodo la visita è interessante tra glicini, iris e pini nani.
Orari e prenotazioni
La visita al giardino è molto gettonata; si può prenotare per il mese in corso e per quello successivo in base al calendario delle disponibilità consultabile sul sito dell’Istituto Giapponese, dove trovate anche il numero di telefono dedicato.
Buona visita!
Simona
EXPLORE. DREAM. DISCOVER.
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