Sono vecchi, a volte vecchissimi. Altre volte sono rari, altre ancora sono stati testimoni di importanti avvenimenti storici. Ah se questi alberi potessero parlare… quante ne hanno viste e sentite! Sì, ci riferiamo proprio agli alberi, e nello specifico agli alberi monumentali.
In Italia, secondo le stime del Corpo Forestale, ce sono circa 22.000. Di questi, oltre 2.000 sono considerati di ‘grande interesse’ e 150 di ‘eccezionale valore storico o monumentale’. Mica male! E se vogliamo trovarli, nel caso con la scusa volessimo fare qualche bella gita fuori porta, non dobbiamo impazzirci.

Basta andare a guardare il primo elenco degli Alberi Monumentali d’Italia, approvato pochi giorni fa e messo on line sul sito del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. E’ una catalogazione, geolocalizzata e divisa per Regioni, di 2.407 alberi che si contraddistinguono per l’elevato valore biologico ed ecologico e per l’importanza storica, culturale e religiosa che rivestono in determinati contesti territoriali.
Non sono state considerate quindi solo età, dimensioni, morfologia, rarità della specie, funzione di habitat per alcune specie animali, dei vari individui (non è stupendo chiamare così il singolo albero?), ma anche la loro rilevanza sociale e culturale per la comunità cui appartengono.

In tutto il mondo gli alberi hanno (anche) una grossa funzione sociale: ad esempio in Africa sono il punto di ritrovo della comunità e sotto le loro fronde spesso e volentieri vengono discussi i problemi e prese le decisioni che riguardano tutti. Il National Geographic dedicò un bel servizio a questo aspetto dell’interazione uomo-natura.
Un’interazione fondamentale (almeno per l’essere umano) e vecchia come il mondo. Per citare l’architetto Frank Lloyd Wright: “Il miglior amico dell’uomo sulla Terra è l’albero. Quando usiamo gli alberi con rispetto e parsimonia, abbiamo una delle più grandi risorse sulla Terra“.

Il censimento, che aggiorna quello del 1982, servirà anche per far conoscere questo grosso patrimonio di cui l’Italia può vantarsi, nonché per valorizzare e proteggere questa essenziale risorsa.
Ma andiamo a conoscere qualche albero monumentale presente in Italia, tanto per avere un assaggio di tanta maestosità e venerabilità.
Indice
- L’albero più vecchio d’Italia, S’Ozzastru
- L’albero più grande d’Italia, ‘Lu Castagnu di li Centu Cavaddi’
- Il Platano dei 100 Bersaglieri
- Il famossimo e venerabile ulivo dei Trenta Zoccoli
- La Quercia delle streghe ora Quercia di Pinocchio
- La quercia del Cancellone a Frascati
- Gli ultracentenari pini loricati del Parco Nazionale del Pollino
- L’ulivo di Villastrada
- I giganti di Fallistro, nel Parco nazionale della Sila
L’albero più vecchio d’Italia, S’Ozzastru
Cominciamo proprio dall’albero più vecchio d’Italia (e forse non solo), che potrebbe essere in Sardegna. Si tratta di un oleastro (Olea europaea) che vive nel territorio di Luras in provincia di Olbia Tempio. Da questa specie derivano le cultivar da olio, ma la cosa fondamentale è che in base alle stime, probabilmente per difetto, la pianta avrebbe circa tremila anni!

Impressionanti anche le sue dimensioni: la circonferenza del tronco è di undici metri e mezzo, mentre il diametro della chioma misura 21 metri, il tutto per 15 metri d’altezza. E’ chiamato S’Ozzastru e non è solo, sulle sponde del lago Liscia: accanto vi è un altro oleastro, più piccolo e in confronto al primo un giovincello, con un’età stimata di circa soli duemila anni…
L’albero più grande d’Italia, ‘Lu Castagnu di li Centu Cavaddi’
Il castagno dei cento cavalli, una Castanea sativa, è probabilmente l’albero più grande della penisola. Situato a Sant’Alfio, alle pendici dell’Etna, è tanto alto quanto largo: 22 metri, anche se essendo composto di tre fusti ogni tanto si torna a dibattere se si tratti di una sola pianta.
Deve il suo nome a una ‘leggenda’. Pare infatti che Giovanna d’Aragona e tutto il suo seguito di nobili, durante la loro visita all’Etna, furono sorpresi da un temporale che durò tutta la notte. La storia dice che la regina e i suoi cavalieri trovarono rifugio proprio sotto le immense fronde del castagno, talmente ampie da ripararli tutti adeguatamente.
Una cosa bellissima è che nel 2006 Lu Castagnu fu riconosciuto dall’Unesco come ‘Monumento Messaggero di pace‘, un messaggio davvero stupendo.

Anche quest’albero è un vero nonnetto: secondo le stime ha più di duemila anni! E come l’ogliastro sardo, nemmeno lui soffre di solitudine: nei suoi pressi c’è un castagno con la metà dei suoi anni, circa mille. Il giovincello in questione viene chiamato ‘castagno nave’, ‘castagno di Sant’Agata’ o ‘arrusbigghiasonnu’ (risveglia sonno), forse per il canto dei tanti uccelli che vivono nel suo fogliame.
Il Platano dei 100 Bersaglieri
Dai 100 cavalieri ai 100 bersaglieri: il Platano di cui parliamo (Platanus orientalis) si trova a San Martino Platano, Caprino Veronese (Verona), e si chiama così perché è talmente grosso che nel 1937, durante le Grandi Manovre estive dell’Esercito Italiano, funse da nascondiglio a 100 soldati.

L’albero ha infatti una circonferenza di circa 15 metri, un’altezza superiore ai 25 metri, ed una superficie della chioma di 300 metri. Non è millenario ma è comunque anzianotto: è stato piantato nel 1370, perciò ha più di 647 anni.
Il famossimo e venerabile ulivo dei Trenta Zoccoli
E’ uno degli ulivi più famosi d’Italia e possiamo trovarlo in Toscana a Massarosa, in località Pian del Quercione (Lucca). La storia (narrata da George Christoph Martini nel suo Viaggio in Toscana (1725-1745)) dice che vi lavorassero sopra contemporanemente anche 15 raccoglitori d’olive, i quali appunto lasciavano le impronte degli zoccoli salendo sui rami. L’albero ha una circonferenza di 10,6 metri, il suo fusto è completamente scavato all’interno, e ha un’età stimata tra gli 800 e i 1.500 anni.
La Quercia delle streghe ora Quercia di Pinocchio
Sempre in Toscana, troviamo un albero famoso in tutta Europa, un’enorme roverella (Quercus pubenscens) che secondo la leggenda ha ospitato parecchi sabba di streghe. Si dice anzi che i suoi rami, che si estendono per 40 metri, siano curvi verso il suolo proprio a causa delle danze delle streghe… Certo è che questa quercia, che vive in località San Martino in Colle, nei suoi 600 e passa anni ne avrà viste di cotte e di crude.

Intanto ha anche cambiato nome, passando dalle streghe a Pinocchio: secondo alcuni è proprio questa la ‘Quercia grande’ citata nel suo libro da Collodi. Io preferivo le streghe…
La quercia del Cancellone a Frascati
A Frascati, graziosa cittadina dei Castelli romani famosa nel mondo per il vino, troviamo anche un monumento naturale: una gigantesca quercia che era arrivata letteralmente ad abbracciare con un suo ramo uno dei cancelli di Villa Falconieri. Ecco perché la quercia è detta del Cancellone. Il nome è rimasto anche se il ramo è stato tagliato. L’albero comunque è ancora bellissimo da vedere, con tutta la sua imponenza.

Gli ultracentenari pini loricati del Parco Nazionale del Pollino
Emblema del Parco Nazionale del Pollino, il Pinus leucodermis cresce solo qui e nei Balcani. Sono tutti alberi ultracentenari, e su tutti il Patriarca del Pollino addirittura arriva a quasi mille anni. La particolarità è il loro aspetto: adattatisi alle alte quote a causa della competizione con il faggio, da adulti sfoggiano conformazioni modellate dal vento e una originalissima corteccia.

Fessurata in grandi placche grigio cenere con squame trapezoidali ricoperte da piccole squame lucenti, in pratica ha l’aspetto di una corazza. Non una qualunque, ma la ‘lorica‘ delle armature dei legionari romani, cui devono il nome (ma saranno mica i romani ad aver copiato?).
L’ulivo di Villastrada
Il gigantesco albero di ulivo (Olea europaea) nell’area di Villastrada, Castiglione del Lago (Perugia) ha una circonferenza di 12 metri. Secondo le stime, avrebbe 2500 anni!
I giganti di Fallistro, nel Parco nazionale della Sila
Non possiamo dimenticare i Giganti della Sila: 58 pini larici ultracentenari che possono innalzarsi fino a 45 metri di altezza, tanto da formare una sorta di colonnato naturale e da essere considerati come dei ‘guardiani’ e dei testimoni di tutte le vicissitudini storiche che hanno avuto luogo in terra calabra.

Questo era un assaggio del bellissimo patrimonio arboreo italiano.Su google potete trovare una praticissima mappa con la localizzazione degli alberi monumentali.
Andare alla scoperta degli alberi monumentali è un’ottima scusa per fare qualche gita fuori porta: dal tree watching ormai sempre più di moda alle escursioni, dalle semplici passeggiate allo shinrin-yoku, di cui vi abbiamo svelato ogni segreto, una giornata a contatto con la natura e con questi organismi maestosi, antichi e saggi vi regalerà tanta soddisfazione.
Ps: Le nostre faggete vetuste sono diventate Patrimonio Unesco!