Ogni viaggio racchiude in sé un germe di consapevolezza pronto a germogliare.
Mentirei se dicessi di essere partito per la Romania privo di pregiudizi, nonostante mi ritenga persona di ampissime vedute e in grado di discernere.
Così come il Peter Parker di Stan Lee, anche io durante il viaggio sentivo pizzicare in continuazione il mio senso di ragno ed ero così attento alle cose che andavano storte da non accorgermi delle cose che andavano alla grande.
Per far capire meglio il mio stato vi confesso che più di una volta ho pensato tra me e me (e non solo, vero Simona?): “Che selvaggi ‘sti rumeni! Mica come gli Italiani!” per poi ripiombare, il giorno del rientro, nel traffico di Roma, nelle buche dell’asfalto, nel sudiciume generalizzato e dire: “Che selvaggi ‘sti italiani! Mica come i rumeni!”
Il germe della consapevolezza aveva germogliato.
Amen, chiedo scusa a tutta la Transilvania per i miei pensieri ingenerosi e vado a raccontarvi le 5 cose che ho imparato durante il mio viaggio in Romania.
Indice
1- In Romania si mangia come nelle trattorie frequentate da Chef Rubio
Avete presente “Camionisti in trattoria”, la trasmissione di Chef Rubio? Qualche volta mi è capitato di vederla e ogni volta mi sono chiesto: “Ma come è possibile mangiare in maniera così esagerata?”
Ecco, in Romania non solo è possibile, ma è inevitabile: Tochitură, Mămăligă, Sarmale, maiale, salsicce, formaggio, uova, fritto, strutto, verza, cipolla, aglio, peperoncino, burp! Anche un’umilissima Ciorbă (un brodino, diremo noi) supera abbondantemente le 40.000 calorie per centimetro cubo.
Risultato: alla fine di ogni pranzo e di ogni cena è inevitabile ritrovarsi come nella celebre scena post-mentina del film “Il senso delle vita”, degli inimitabili Monty Python
Il consiglio di Treeaveller
In Romania è bene portare sempre con sé una buona dose di Brioschi
2- Le strade non sono il fiore all’occhiello della Romania
Allora, distinguiamo: esistono strade sufficientemente comode, ben asfaltate, attrezzate. Ma accanto a queste, quando meno te l’aspetti (e a patto di essere sopravvissuti alla guida spregiudicata (selvaggia!) di molti rumeni, soprattutto quelli alla guida di Tir) ecco arrivare le strade ‘à la Raggi’, ossia piene di buche (anche importanti), rattoppi di varia natura e canale laterale di scolo profondo 70 centimetri che se ci finisci dentro con una ruota devono tirarti su con un elicottero.
Poi, oltre queste, esistono una serie di strade laterali (segnalate come ‘carrabili’) che probabilmente verrebbero schifate anche dalle capre arrampicatrici. Per seguire le indicazioni del nostro fido navigatore (come se la Provenza non ci avesse insegnato nulla…) abbiamo avuto la fortuna di percorrere svariati chilometri di strade di quest’ultimo tipo, a bordo di una – povera – Toyota Aygo. Per capirci, ci siamo trovati in questa identica situazione:
Ne siamo usciti indenni, un po’ per bravura un po’ per fortuna. Ma l’esperienza (al nostro secondo giorno i Romania) ci aveva talmente scosso che nei giorni seguenti alla sola vista di uno sterrato iniziavamo a urlare come le scimmie di 2001 Odissea nello spazio:
Il consiglio di Treeaveller
Mai fidarsi troppo del navigatore! Quando state per imboccare uno sterrato fate inversione a U
3- In Romania la polizia sa essere inflessibile
E così sei a Brașov, con la tua macchina fotografica al collo e la tua Lonely Planet nella mano, ti aggiri per Piața Sfatului, la piazza principale, ammiri da una certa angolazione la Biserica Neagra apprezzandone l’austero goticismo e poi decidi di attraversare la strada per approfittare di un’altra visuale e magari fare una foto migliore. Quindi scendi dal marciapiede, a 1 metro esatto di distanza dalle strisce pedonali e attrav…
POOOOOOOOOOOOV!
“… che cazzo è!?!? – dici guardandoti attorno – sembra una mucca al pascolo! Non può essere mica la Polizia!”
E invece è proprio la Polizia.
Lampeggiatore spiegato ti si accosta mentre tu, bel bello, hai finito di attraversare e sei salito sul marciapiede sull’altro lato della strada. Il poliziotto, che sfoggia l’espressione truce di Arnold Schwarzenegger in Terminator mentre è alla ricerca di Sarah Connor, non solo ti chiede i documenti e trascrive le tue generalità su un notes, ma ti fa una ramanzina severissima sul tuo incredibile “reato di attraversamento al di fuori delle strisce”.
E per fortuna non mi chiamo Sarah Connor…
Poi, mentre ti immagini già in un carcere di massima sicurezza a scontare 38 anni di lavori forzati, lui bonariamente ti lascia andare intimandoti di non farlo mai più.
Il consiglio di Treeaveller
Mai e poi mai attraversare fuori dalle strisce. Uccidete anche un passante se volete, ma occhio alle strisce
4- In Romania la polizia sa essere guascona
Il giorno dopo questa esperienza, una domenica mattina, mentre percorriamo in auto una strada a 4 corsie completamente deserta, sentiamo alle nostre spalle un nuovo
POOOOOOOOOOOOV!
Guardo lo specchietto sperando di vedere una mucca al pascolo e invece è di nuovo lei, la polizia. Mi fanno segno di accostare.
Lo faccio.
Apro il finestrino
Stavolta arriva un T-1000, quello che nel secondo film della saga di Terminator aveva – appunto – le sembianze del poliziotto:
“Documenti…”, mi intima. E torna verso la volante.
Mentre preparo patente e libretto vedo arrivare una seconda volante. Ne esce un poliziotto col volto poco rassicurante di Zachary Quinto in Heroes che brandisce un etilometro…
UN ETILOMETRO ALLE 8.00 DI MATTINA DI DOMENICA!
Sono perplesso ma abbastanza tranquillo, a meno che aver bevuto un caffè liofilizzato non costituisca reato per le inflessibili leggi rumene. Zachary Quinto si avvicina… mi guarda… mi fissa… e poi ride.
Sì, ride! Ma non una cosa sobria, no! Una cosa teatrale, così:
AHAHAHAHAHAH!
Poi fa un cenno con la mano: “Go, go…” e torna – ridendo – alla sua volante.
Il consiglio di Treeaveller
Eh… boh… non saprei… tutto ciò è incomprensibile! Qualcuno di voi ha idea di cosa sia successo? Se sì scrivetelo, a beneficio di tutti, nei commenti
5- Contanti, contanti, contanti
E ripeto: contanti. Il rumeno preferisce la banconota frusciante. Non tanto nei locali o al distributore di benzina, quanto nei musei e per l’ingresso ai luoghi turistici. Non sappiamo bene cosa ci sia sotto, un buon motivo ci sarà pure.
Fatto sta che un paio di volte abbiamo dovuto abdicare la visita per mancanza di banconote, come successo alla Fortezza di Biertan, dove le ultime banconote erano andate via per il parchimetro – beffa! – e il bancomat più vicino, Google alla mano, era così distante da non valere l’impresa.
Beh, almeno non è arrivata la polizia ad arrestarci per mancanza di contanti!
Il consiglio di Treeaveller
In Romania fate bene i vostri conti e prevedete un corposo (si fa per dire) prelievo di contati al bancomat
Se vuoi continuare a sorridere (ma anche a riflettere) ecco altre cose che ho imparato in giro per l’Europa…
In Transilvania tra castelli, città pittoresche e leggende horror